Città del Vaticano - Il 17 giugno 2025, Papa Leone XIV ha inviato un significativo Messaggio ai partecipanti della Seconda Conferenza Annuale su Intelligenza Artificiale, Etica e Governance d’Impresa, che si tiene a Roma il 19 e 20 giugno. L’evento, che riunisce studiosi, imprenditori, rappresentanti delle istituzioni e leader religiosi, ha come obiettivo centrale la riflessione sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA) in relazione ai principi etici e alle responsabilità sociali. Di particolare rilevanza è il fatto che la seconda giornata della conferenza si svolgerà all’interno del Palazzo Apostolico, segnando un chiaro gesto d’impegno da parte della Chiesa cattolica nel dialogo globale sulla tecnologia e la dignità umana.
Un appello al discernimento etico e alla responsabilità
Nel suo Messaggio, Papa Leone XIV ha espresso «i più sentiti auguri accompagnati dalla preghiera» ai partecipanti, sottolineando l’urgenza di una riflessione seria e di un dialogo continuo sull’etica dell’IA e sulla sua governance. Il Pontefice ha ribadito che, accanto alle potenzialità benefiche dell’intelligenza artificiale – come il progresso nella medicina e nella ricerca scientifica – permangono gravi rischi legati al suo uso improprio, soprattutto quando viene impiegata per scopi egoistici, per alimentare diseguaglianze o per fomentare conflitti. Citando le parole del predecessore al G7 del 2024, Leone XIV ha ribadito che l’IA è “prima di tutto uno strumento”: un prodotto del genio umano che non può essere separato dalle intenzioni e responsabilità etiche di chi lo progetta e utilizza. L’effettiva utilità o pericolosità dell’IA, ha sottolineato, dipende dalla qualità morale delle scelte umane che la guidano.
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Un’etica centrata sulla dignità umana
Il Papa ha poi indicato un principio guida essenziale: la valutazione dell’IA alla luce dello “sviluppo integrale della persona umana e della società”. Non si tratta solo del benessere materiale, ma anche intellettuale, spirituale e relazionale. In questa prospettiva, la tecnologia non può essere considerata neutra: le sue applicazioni devono contribuire a costruire una società più giusta, solidale e rispettosa della diversità culturale e spirituale.
Con un richiamo diretto all’insegnamento di Papa Francesco, Leone XIV ha denunciato la diffusa «eclissi del senso dell’umano», che rende ancora più urgente proteggere la centralità e l’unicità della persona nell’era dell’IA generativa. La vera intelligenza, ha ricordato, non consiste nell’accesso ai dati, ma nell’apertura al Vero e al Bene, nella capacità di interpretare e orientare la realtà alla luce di valori trascendenti.
La sfida educativa: i giovani e il futuro
Un’attenzione speciale è stata rivolta ai bambini e ai giovani, che più di ogni altra generazione si trovano immersi in un flusso continuo e smisurato di informazioni. Papa Leone XIV ha espresso preoccupazione per le possibili ripercussioni neurologiche e cognitive dell’uso intensivo dell’IA, sottolineando la necessità di un “apprendistato intergenerazionale” che aiuti le nuove generazioni a integrare la verità nella propria vita morale e spirituale.
L’accesso ai dati, ha osservato, non garantisce la formazione del giudizio critico o la maturazione della libertà interiore. È compito della società, della scuola, della famiglia e delle comunità religiose educare i giovani a un uso consapevole e responsabile delle nuove tecnologie, affinché possano diventare protagonisti di un futuro più umano, solidale e giusto.
Un compito decisivo per il futuro dell’umanità
Concludendo il suo Messaggio, Papa Leone XIV ha riconosciuto la difficoltà ma anche la centralità della missione affidata ai partecipanti della Conferenza: contribuire a delineare un quadro etico e normativo che non solo regoli, ma orienti l’intelligenza artificiale verso il bene comune. Con parole di incoraggiamento, ha invocato su tutti i partecipanti e le loro famiglie le benedizioni divine della sapienza, della gioia e della pace.
In un tempo segnato da rapidi mutamenti tecnologici e crescenti interrogativi sul futuro, la voce della Chiesa si fa eco della preoccupazione condivisa da molti: preservare ciò che rende l’essere umano veramente tale, anche e soprattutto nell’era delle macchine intelligenti.
P.L.
Silere non possum