Mercoledì 29 maggio 2024 alle ore 11 nella Basilica Minore dei santi Antonino e Paolo VI in Concesio (BS) il vescovo Pierantonio Tremolada ha presieduto la Santa Messa in occasione della memoria liturgica del Santo Pontefice che concluse il Concilio. In questa chiesa, infatti, il 30 settembre del 1897 veniva battezzato Giovanni Battista Montini, il quale ha vissuto qui i primi anni della sua formazione cristiana.
Alla celebrazione hanno preso parte diversi sacerdoti fra i quali anche il parroco di Sotto il Monte (diocesi di Bergamo), Rev.do Mons. Claudio Dolcini e le autorità civili e militari. Il parroco, Mons. Fabio Peli, ha accolto il vescovo Pierantonio ringraziandolo "per la sua attenzione e devozione che sempre manifesta nei confronti di San Paolo VI".
Nella sua omelia il vescovo ha detto: «Vorrei sottolineare tre caratteristiche che emergono dalle tre letture che abbiamo ascoltato. Nella seconda lettura troviamo una sorta di confessione di San Paolo, un modo di descrivere ciò che lo ha ispirato nella sua vita. Dice: "Fratelli, annunciare il Vangelo non è per me un dovere ma è una necessità, qualcosa che mi si impone". Ecco, credo che la stessa cosa si possa dire di San Paolo VI. È vissuto con il desiderio di annunciare il Vangelo». Ha poi ricordato: «Ciò che lo spronava erail desiderio che il mondo ricevesse in dono il Vangelo del Signore. La sua enciclica Evangelii nuntiandi è stata ripresa esplicitamente da Papa Francesco nell'esortazione apostolica che ha scritto, Evangelii Gaudium». Poi, ha continuato, «la seconda caratteristica, che prendiamo dal Vangelo, è il suo amore per la Chiesa. La Chiesa ha tanti difetti, gli uomini che appartengono alla Chiesa hanno tanti difetti. Lo vediamo. Paolo VI amava profondamente la Chiesa. Sapeva che la Chiesa è del Signore, non nostra»
Il vescovo ha fatto riferimento alle parole utilizzate da San Paolo VI nell'udienza generale del 20 ottobre 1965. Diceva il Pontefice: «Noi dovremmo essere capaci di contemplare questo volto splendente della Chiesa, questa sua visione idealmente santa e perfetta, questa Gerusalemme celeste calata sulla terra (Apoc. 21, 2), questa «città collocata sulla montagna» (Matth. 5, 14), questa santa Chiesa di Dio, umanità rigenerata a formare il Corpo mistico di Cristo. La sua bellezza ci riempie di meraviglia e d’amore. Sì, d’amore, perché questa Chiesa è il pensiero di Dio realizzato nell’umanità, è lo strumento e il termine della nostra salvezza. Impossibile non amare la Chiesa, quando la si e contemplata nella sua santità. A questo punto Noi avvertiamo la solita obbiezione: ma codesta Chiesa, tutta santa e luminosa, è ideale o reale? è un sogno, un’utopia, o esiste davvero? La Chiesa, che noi conosciamo e che noi siamo, non è piena di imperfezioni e di deformità? La Chiesa storica e terrestre non è composta di uomini deboli, fallaci, peccatori? Anzi non è proprio il confronto stridente fra la santità, che la Chiesa predica e che dovrebbe essere sua, e la sua condizione effettiva, quello che suscita ironia, antipatia e scandalo verso la Chiesa? Sì, sì: gli uomini che compongono la Chiesa sono fatti dell’argilla di Adamo, e possono essere e spesso sono peccatori. La Chiesa è santa nelle sue strutture, e può essere peccatrice nelle membra umane in cui si realizza; è santa in cerca di santità; è santa e penitente insieme? è santa in se stessa, inferma negli uomini che le appartengono. Questo fatto dell’infermità morale in tanti uomini di Chiesa è una terribile e sconcertante realtà; non dobbiamo dimenticarlo. Ma esso non altera l’altra realtà, esistente nel disegno di Dio e in parte già raggiunta dagli eletti, quella della stupenda santità della Chiesa; ed invece di produrre scandalo e sdegno, dovrebbe produrre amore ancora maggiore, quello che noi abbiamo per le persone care, quando sono malate; un amore che così si pronuncia: affinché la Chiesa sia santa, noi, noi dobbiamo essere santi, cioè veramente suoi figli degni, forti e fedeli».
«La terza caratteristica - ha detto Tremolada - che vorrei ricordare è l'amore per l'umanità intera, per costruire la civiltà. C'è una dimensione sociale della Carità, e Paolo VI lo sapeva bene». Il presule ha terminato l'omelia ricordando il discorso che San Paolo VI pronunciò davanti alle Nazioni Unite.
Al termine della celebrazione il vescovo ha inaugurato e benedetto la nuova segreteria parrocchiale e il punto pellegrini.
La vita
Giovanni Battista Montini, nato a Concesio (diocesi e provincia di Brescia), compì gli studi fino alla licenza ginnasiale presso il collegio “Arici” dei padri Gesuiti a Brescia, per lunghi periodi come alunno esterno, causa la salute delicata. Ottenne la licenza liceale come privatista presso il Liceo classico statale “Arnaldo da Brescia”. Avvertita la vocazione sacerdotale, entrò nel Seminario di Brescia, e seguì i corsi come esterno: fu ordinato sacerdote nella cattedrale bresciana il 29 maggio 1920. Indirizzato alla carriera diplomatica, ebbe numerosi incarichi di rilievo nella Curia Romana e fu assistente ecclesiastico degli universitari cattolici italiani. Diventato arcivescovo di Milano, compì il suo ingresso solenne il 6 gennaio 1955, impegnandosi ad ascoltare la società che cambiava e indicandole Dio come unico riferimento. Fu creato cardinale dal Papa san Giovanni XXIII il 15 dicembre 1958. Eletto Papa col nome di Paolo VI il 21 giugno 1963, dichiarò immediatamente di voler portare avanti il Concilio Ecumenico Vaticano II. Alla sua conclusione, cominciò quindi a metterne in opera le deliberazioni con grande coraggio, in mezzo a ostacoli di ogni segno. In particolare pubblicò il rinnovato Messale Romano. Fu importante e profonda la sua azione ecumenica, con proficui scambi e incontri con la Chiesa anglicana e la Chiesa ortodossa. Scrisse sette encicliche e compì nove viaggi apostolici fuori dall'Italia. L'ultimo periodo della sua vita fu segnato dalla contestazione ecclesiale, cui reagì con fortezza e carità, e dall'uccisione del suo amico, l’onorevole Aldo Moro. Morì nella residenza pontificia di Castel Gandolfo il 6 agosto 1978. È stato beatificato da papa Francesco il 19 ottobre 2014. Lo stesso Pontefice lo ha canonizzato il 14 ottobre 2018. Col Decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti del 25 gennaio 2019, la memoria liturgica di papa Montini è stata inserita nel calendario Romano Generale al 29 maggio, giorno della sua ordinazione sacerdotale. Nel calendario della diocesi di Milano, invece, cade il 30 maggio, anniversario della sua Prima Messa. I suoi resti mortali sono venerati nelle Grotte Vaticane sotto la Basilica di San Pietro nello Stato della Città del Vaticano.