The diocese of Brescia takes the catechesis route back into its own hands. Here are the novelties introduced by Mgr. Tremolada.
Due anni di riflessione hanno portato la diocesi di Brescia ad intraprendere una decisione volta a
ripensare il Cammino di Iniziazione Cristiana per i bambini e i ragazzi.
Il vescovo Pierantonio Tremolada riferisce che si tratta di
un cammino che ha coinvolto i presbiteri, i ragazzi, i genitori e i catechisti. In pratica, si “trae ispirazione dall’antico itinerario catecumenale degli adulti, applicato però al vissuto dei ragazzi”.
La novità riguarda l’esperienza di Iniziazione Cristiana che “sarà scandita dalla proposta di moduli (o passi della fede), cioè di esperienze di catechesi concentrate sull’essenza del Cristianesimo”.
I primi due moduli intendono aiutare bambini e genitori a vivere la verità del Battesimo
. Poi ci saranno altri cinque moduli che riguarderanno il compimento del percorso di iniziazione, che prevede la celebrazione degli altri Sacramenti. “L’attenzione dei passi della fede – precisa Tremolada – viene concentrata sulla persona di Gesù, sulla paternità di Dio, sulla vita secondo lo Spirito e sull Eucaristia”.
Si tratta di una scelta coraggiosa quella del vescovo, il quale ha posto l’attenzione sull’essenzialità della figura di Gesù Cristo nella vita del credente e dell’importanza di un significativo cammino di fede che faccia fare esperienza di Lui. La catechesi diventa così una esperienza di vita cristiana e non un semplice percorso preincartato per poter giungere al giorno della celebrazione del sacramento.
Siamo tutti consapevoli dei risultati che abbiamo raggiunto in moltissime realtà. Le dinamiche sono: la foto, gli amichetti, il pranzo, i parenti, ecc…
L’attenzione si concentra, troppo spesso, su tutto ciò che è attorno al sacramento e viene meno l’esperienza di fede. Questo sistema, che con fatica ci accingiamo ad abbandonare, ci porta a dire: “Ricevuta la cresima, i ragazzi non si vedono più”. Eppure, non ci rendiamo conto che non siamo in una associazione nella quale bisogna tenere dentro più soci possibile. Non siamo a tenere al guinzaglio nessuno. Solo facendo fare alle famiglie, soprattutto alle famiglie, l’esperienza di fede, possiamo pensare di fare un cammino serio con tutti, ragazzi ed adulti, che possa portare a vivere l’esperienza ecclesiale tout court. I fedeli, però, non saranno in parrocchia perchè “sennò il prete non mi dà la comunione al bimbo” ma, piuttosto, perchè questa è il luogo dove faccio esperienza di Gesù Cristo.
Molto importante è il coinvolgimento dell’intera famiglia, la quale compie un cammino vero e proprio. Nell’Esortazione Apostolica Postsinodale sull’Eucaristia
“Sacramentum Caritatis”, Benedetto XVI affermava:”Ricevere il Battesimo, la Cresima ed accostarsi per la prima volta all’Eucaristia sono momenti decisivi non solo per la persona che li riceve ma anche per l’intera famiglia, la quale deve essere sostenuta nel suo compito educativo dalla comunità ecclesiale, nelle sue varie componenti”.
Anche in merito al percorso, il quale non è più legato al sacramento, tornano alla mente le parole di Joseph Ratzinger, il quale diceva: “
Il futuro della Chiesa può risiedere e risiederà in coloro le cui radici sono profonde e che vivono nella pienezza pura della loro fede”. Certo, questo percorso ci può spaventare perchè ci porterà a perdere coloro che sono legati alla cerimonia, alla tradizione del sacramento; tuttavia, potrà assicurarci una comunità più consapevole. Siamo troppo spesso attratti, o meglio ossessionati, dai numeri, dalla voglia di piacere al mondo. Questo non è ciò che ci chiede Gesù Cristo. Alcune scelte ci portano a metterci in discussione, a rivedere il nostro cammino.
Il 25 dicembre 1969 Ratzinger continuava: “Il futuro della Chiesa non risiederà in coloro che non fanno altro che adattarsi al momento presente o in quelli che si limitano a criticare gli altri e assumono di essere metri di giudizio infallibili, né in coloro che prendono la strada più semplice, che eludono la passione della fede, dichiarandola falsa e obsoleta, tirannica e legalistica, tutto ciò che esige qualcosa dagli uomini, li ferisce e li obbliga a sacrificarsi”.
Nella diocesi di Brescia, ha annunciato il vescovo Tremolada, si sperimenterà un percorso differente. Il primo anno si lavorerà per introdurre all’essenza della vita cristiana (
modulo del mistero di Cristo), nel secondo anno del cammino si prevede la celebrazione del sacramento della Cresima (tempo pasquale), nel terzo anno del cammino, la celebrazione della Riconciliazione sacramentale e nel quarto anno la celebrazione della Prima comunione (tempo di Pasqua); il quinto anno avrà la forma di una mistagogia sull’Eucaristia, con una attenzione particolare alla celebrazione domenicale.
Il cammino “prenderà avvio all’età di sei anni e terminerà all’età di undici anni”. Non si tratta di una novità, specifica Tremolada, in quanto “si pone in continuità con l’intuizione che vent’anni fa ha mosso i passi di una importante riforma e insieme presenta alcune novità derivanti dalla valutazione dell’esperienza vissuta”.
S.I.
Silere non possum
LETTERA DI PRESENTAZIONE DELLA PROPOSTA DI INIZIAZIONE CRISTIANA PER BAMBINI, RAGAZZE E RAGAZZI
Carissimi sacerdoti e fedeli tutti,
l’accompagnamento nella fede dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi è uno dei compiti più importanti che la comunità cristiana è chiamata ad assumere. Investire le migliori energie in questo impegno cruciale è una scelta saggia e molto opportuna.
Pensare ai ragazzi, poi, significa necessariamente coinvolgere i loro genitori, primi educatori dei loro figli a tutti i livelli.
Negli ultimi vent’anni la nostra diocesi di Brescia si è dedicata con molto impegno alla cura della fede dei più piccoli. Lo ha fatto avviando un processo di rinnovamento che per due decenni ha segnato la vita delle comunità cristiane. Quando si compiono scelte importanti è sempre saggio stabilire successivamente momenti di valutazione.
L’esperienza, alla fine, è ciò che veramente conta.
È quanto abbiamo voluto fare, attivando nella nostra diocesi un ascolto a tutti i livelli che ci ha impegnato per due anni, coinvolgendo ragazzi, genitori, catechisti, presbiteri. È stato un ascolto che possiamo definire sinodale, davvero molto efficace.
E qui colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che lo hanno promosso e accompagnato con passione. Frutto di questo intenso lavoro è la proposta di Iniziazione Cristiana per bambini, ragazze e ragazzi che qui intendo presentare.
Chiedo alla diocesi di assumerla con fiducia.
L’aspetto qualificante di questa proposta di Iniziazione Cristiana è costituito dalla natura del suo percorso.
Si tratta di un cammino che trae ispirazione dall’antico itinerario catecumenale degli adulti, applicato però al vissuto dei ragazzi. Lo scopo non è semplicemente quello di prepararli dottrinalmente a ricevere i Sacramenti, ma di accompagnarli per cinque anni in una significativa esperienza della vita cristiana: far gustare loro la verità e la bellezza di quella vita nuova che il Signore Gesù ci ha donato attraverso la sua opera di redenzione. Questa vita non può essere semplicemente spiegata. Deve essere sperimentata nelle sue singolari caratteristiche. Il Libro degli Atti degli Apostoli ci è di grande aiuto nell’identificare tali caratteristiche. In un passaggio significativo (At 2, 42-47) le descrive così: l’ascolto della Parola di Dio, la preghiera, la fraternità, la celebrazione liturgica (soprattutto dell’Eucaristia), l’impegno per il servizio dei più poveri, l’apertura missionaria. Tutto questo deve essere inteso come Iniziazione Cristiana dei nostri ragazzi.
Mi preme dire subito che nella nostra diocesi un simile obiettivo è stato ben identificato dal rinnovamento della catechesi per i ragazzi proposto vent’anni fa. Quanto ora intendiamo attuare, dopo una rivisitazione dell’esperienza, si pone in piena continuità con il cammino compiuto da allora. La strada era già stata aperta e su questa si intende proseguire. Le novità andranno piuttosto ricercate nel modo in cui si ritiene opportuno oggi – a vent’anni di distanza – dare concreta attuazione ad un simile progetto.
LE NOVITÀ
Si è pensato a un’esperienza di Iniziazione Cristiana scandita dalla proposta di moduli o passi della fede, cioè di esperienze di catechesi concentrate sull’essenza del Cristianesimo. I primi due moduli intendono aiutare bambini e genitori a vivere la verità del Battesimo (il momento della celebrazione e poi il tempo successivo); altri cinque moduli riguardano il compimento del percorso di iniziazione, che prevede la celebrazione degli altri Sacramenti. L’attenzione dei passi della fede viene concentrata sulla persona di Gesù (il mistero di Cristo), sulla paternità di Dio, sulla vita secondo lo Spirito e sull Eucaristia.
Ognuno di questi moduli è pensato in modo tale da chiamare in causa quegli aspetti dell’esperienza cristiana di cui si è detto sopra. Si intuisce, per esempio, che non si potrà venire introdotti al mistero di Gesù se non leggendo i
Vangeli, rivolgendosi a lui nella preghiera, vivendo la fraternità che ci raccomanda, aiutando nel Suo nome i più bisognosi, sentendosi da lui chiamati a promuovere il bene di tutti.
Con ciò abbiamo detto l’essenziale.
Un’ulteriore novità della proposta riguarda tuttavia i tempi. Si suggerisce di concentrare questa proposta di catechesi per moduli nei tempi forti dell’anno liturgico (Avvento e Quaresima), con momenti più distesi rispetto allora settimanale. L’incontro settimanale, tuttavia, non verrebbe meno. Assumerebbe la forma di un momento in oratorio da vivere secondo lo spirito oratoriano, con giochi e attività varie, uno spazio di preghiera, la merenda, ecc. La partecipazione a questo incontro settimanale sarà caldeggiata ma rimarrà libera. La proposta intende valorizzare l’orato-rio – a noi molto caro – e creare un rapporto di continuità tra l’Iniziazione Cristiana dei ragazzi e il cammino ordinario della vita parrocchiale. Inoltre, intende armonizzarsi al meglio con i percorsi associativi per ragazzi come ACR e AGESCI, che – per loro natura – già contengono alcuni aspetti tipici dell’Iniziazione Cristiana. Questa proposta, infine, ha caratteristiche di flessibilità che intendono consentire un più facile inserimento a quei bambini e a quelle famiglie, oggi sempre più numerose, che non hanno ancora ricevuto il Battesimo o vengono da percorsi di fede non ordinari. Un simile cambiamento richiederà il suo tempo. Senza premura ci orienteremo in questa direzione.
Anche la figura dei catechisti subirà un cambiamento significativo. Ad ogni catechista sarà affidato un modulo che egli preparerà con la dovuta cura e che vivrà con i ragazzi in uno dei tempi forti (non più settimanalmente). Auspichiamo che una simile proposta consentirà a persone ancora relativamente giovani e impegnate nel lavoro di dare la loro disponibilità per la catechesi dei ragazzi. La pratica aiuterà a capire sempre meglio come andrà svolto questo prezioso servizio dei catechisti, sapendo che, in ogni caso, lo stile sarà esperienziale.
Un’attenzione particolare andrà conferita al legame affettivo che unisce i ragazzi ai loro catechisti: è molto importante che questo non venga meno.
Il coinvolgimento dei genitori nel cammino di fede dei loro figli va considerato assai rilevante. Non dovrà tuttavia assumere l’aspetto di un obbligo. Sarà piuttosto un’occasione per vivere un’esperienza utile e arricchente. Non è fuori luogo parlare di una possibilità di evangelizzazione per i genitori, da sperimentare con serenità nell’ambito della comunità cristiana di appartenenza. Si dovrà tenere in alta considerazione la sostenibilità della proposta e puntare molto sulla sua qualità. Il numero degli incontri per i genitori dovrà essere contenuto e i momenti andranno pensati in modo tale da favorire legami di reciproca conoscenza e accoglienza, secondo uno stile evangelico.
Sarà importante che i genitori si sentano sostenuti dalla comunità parrocchiale nel loro compito educativo e vengano aiutati ad accompagnare i loro figli nell’esperienza che stanno vivendo.
Tornando al percorso di Iniziazione Cristiana dei ragazzi, voglio precisare che esso avrà, di norma, la durata di cinque anni. Prenderà avvio all’età di sei anni e terminerà all’età di undici anni. Ritengo opportuno che un simile cammino si concluda entro il tempo della fanciullezza e si avvii con la pre-adolescenza un percorso nuovo, con caratteristiche specifiche e diverse figure educative.
Per quanto riguarda la distribuzione dei moduli nel percorso di iniziazione, essa dipenderà anche dalle decisioni riguardanti la collocazione dei sacramenti, cioè l’ordine della loro celebrazione. Su questo punto, che ha visto in questi anni un acceso confronto in diocesi, alla luce di quanto emerso dall’ascolto di tutti e in particolare dal confronto avvenuto all’interno dei due Consigli diocesani, presbiterale e pastorale, ritengo si debba procedere nel modo seguente:
il primo anno preveda l’introduzione all’essenza della vita cristiana (modulo del mistero di Cristo); gli altri tre anni saranno contrassegnati dalla celebrazione dei sacramenti, che andrà pensata secondo quest’ordine: nel secondo anno del cammino la celebrazione del sacramento della Cresima (tempo pasquale); nel terzo anno del cammino, la celebrazione della Riconciliazione sacramentale e nel quarto anno la celebrazione della Prima comunione (tempo di Pasqua); il quinto anno avrà la forma di una mistagogia sull Eucaristia, con una attenzione particolare alla celebrazione domenicale.
Attraverso i moduli della vita secondo lo Spirito, della paternità di Dio e dell’ Eucaristia, i ragazzi saranno aiutati a vivere i Sacramenti come un momento di grazia.
Ecco dunque il percorso di Iniziazione Cristiana per i nostri ragazzi e ragazze. Esso si pone in continuità con l’intuizione che vent’anni fa ha mosso i passi di una importante riforma e insieme presenta alcune novità derivanti dalla valutazione dell’esperienza vissuta.
Affido all’azione provvidente dello Spirito santo il nostro cammino e da lui invoco luce e forza per i ragazzi e le ragazze, i loro genitori, i presbiteri, i catechisti e tutte le comunità cristiane.
Invoco anche su tutti noi l’intercessione della Beata Vergine Maria, confidando nella sua amorevolezza e nel suo materno soccorso. Attraverso di lei ci giunga la benedizione del Signore e sia per noi motivo di conforto e di sicura speranza.
+ Pierantonio Tremolada
Vescovo di Brescia
STRUMENTO DI LAVORO LETTERA DI PRESENTAZIONE