Alla vigilia del Natale conta una domanda concreta: ciò che la Chiesa annuncia può accadere davvero, qui e ora? Dino Buzzati mette questa domanda a nudo con una semplicità che disarma: «E se poi venisse davvero?». Nella sua poesia l’ipotesi dell’arrivo di Cristo smuove una reazione immediata, quasi fisica: inquietudine, imbarazzo, bisogno di contenere l’evento. Il Natale viene percepito come una Presenza capace di entrare nelle case, nelle agende, nei discorsi pubblici, persino nelle coscienze più abituate a restare al riparo.

Buzzati spinge la scena fino a una supplica che rivela la paura di essere raggiunti: «Silenzio! O Gesù Bambino… cammina piano…». La parola non è rivolta a un simbolo, ma a Qualcuno. Dentro quell’invocazione si avverte la consapevolezza che la venuta di Dio chiede spazio reale. E lo spazio reale implica conseguenze: un riordino delle priorità, un giudizio sulle scelte, una verità che attraversa la vita quotidiana. San Leone Magno, nelle Omelie sul Santo Natale, prende per mano proprio questa soglia: la festa non rimane un ricordo religioso, perché la nascita del Salvatore tocca la dignità dell’uomo. Il suo appello «Riconosci, o cristiano, la tua dignità» indica una via concreta: il Natale raggiunge la persona e la rimette in piedi, perché la colloca nella luce di un amore che la precede. La dignità non viene concessa come premio, viene riconosciuta come realtà fondata nell’Incarnazione. Chi accoglie questa verità comincia a guardare diversamente la propria storia: il lavoro, gli affetti, la responsabilità, il limite, la fragilità diventano luoghi in cui Dio prende dimora. Don Divo Barsotti diceva: «l’incontro con Dio implica sempre una frattura… è sempre un morire e un risorgere». La sua è una descrizione spirituale precisa. Quando Dio entra nella vita, noi viviamo un passaggio. Cadono difese, si incrina l’autosufficienza, si apre un varco. Il Natale, la nascita di Cristo, vissuto per davvero, porta a una conversione concreta: cambia il modo di stare nelle relazioni, il modo di usare la parola, il modo di intendere la libertà.

Il Natale si raccoglie in un’immagine essenziale: Dio cerca un luogo vero. Una mangiatoia interiore, semplice, disponibile, capace di accogliere la Presenza senza tentare di addomesticarla. E questa notte diventa un tempo di decisione: lasciare che la domanda di Buzzati resti sospesa come esercizio letterario, oppure accettare che quella domanda apra una strada concreta. Perché, se il Natale accade davvero, accade dentro la vita. E proprio lì comincia la gioia.

d.L.Z.
Silere non possum