Nel suo messaggio all'Arcivescovo di Parigi in occasione dei Giochi Olimpici, Papa Francesco ha scritto: «Spero che l'organizzazione di questi Giochi offra al popolo francese una meravigliosa opportunità di armonia fraterna che ci permetterà di trascendere le differenze e le opposizioni e di rafforzare l'unità della nazione» e ancora «Lo sport è un linguaggio universale che trascende le frontiere, le lingue, le razze, le nazionalità e le religioni; ha la capacità di unire i popoli, di favorire il dialogo e l'accettazione reciproca; stimola a superare se stessi, favorisce lo spirito di sacrificio, incoraggia la lealtà nei rapporti interpersonali; invita a riconoscere i propri limiti e il valore degli altri. I Giochi Olimpici, se sono veramente “giochi”, possono quindi essere un eccezionale luogo di incontro tra i popoli, anche i più ostili. I cinque anelli intrecciati rappresentano questo spirito di fratellanza che dovrebbe caratterizzare l'evento olimpico e la competizione sportiva in generale»

Guardando alla Cerimonia di apertura che si è svolta ieri sera, 26 luglio 2024, a Parigi, purtroppo si ha la netta sensazione che queste parole siano state fortemente disattese e la Francia abbia dimostrato, ancora una volta, la propria incapacità di comprendere quale sia la vera laicità dello Stato. Da anni, infatti, anche la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo continua a sottolineare come questo Paese sia incapace di comprendere quella che viene definita la laicità positiva. Si tratta, peraltro, di uno dei Paesi europei che più di tutti sta risentendo di questo approccio alla religione. 

Quella che doveva essere una cerimonia celebrativa dello sport, dei talenti, è divenuta il teatro di ideologie, nauseabondi slogan ed anche vergognosi messaggi blasfemi volti a colpire la sensibilità religiosa dei cristiano-cattolici. Per non parlare di tutti questi balletti con uomini, donne e soggetti non meglio identificati che hanno come unico fine quello di mostrare il loro corpo sessualizzato. Tutto molto interessante ma lo sport è un'altra cosa. 

Non è possibile, poi, non riflettere sulla gravità della rappresentazione blasfema dell'Ultima Cena nella quale appaiono drag queen, personaggi vestiti in modo provocante e scandaloso. Ancora una volta si attacca la religione cattolica. In uno Stato che non ha alcun rispetto della Chiesa Cattolica, in uno Stato in cui i sacerdoti vengono sgozzati durante le Sante Messe, in uno Stato in cui il 99% dei cantieri delle cattedrali prende incredibilmente fuoco, in uno Stato in cui i cattolici sono realmente discriminati. 

Ancora una volta, inoltre, ci si ritrova in un evento di scala mondiale che deliberatamente offende la religione cattolica. Il fatto che queste offese arrivino da chi ogni giorno parla di "rispetto degli altri", "rispetto delle minoranze" e "tutela della libertà di tutti", questo fa pensare. 

Non aveva forse ragione Martin Luther King quando affermava che la nostra libertà finisce laddove inizia quella degli altri? Il comitato organizzatore di questa cerimonia non deve forse rispondere di quanto accaduto? Lo Stato francese non deve forse rispondere di quanto è stato messo in atto? Proprio Emmanuel Macron, il paladino dei diritti di tutti, anche di coloro che vogliono uccidere i propri figli, non si indigna innanzi a questo grave e gratuito attacco alla sensibilità di milioni di cristiani? Auspichiamo vivamente che anche S.E.R. Mons. Laurent Ulrich prenda posizione e condanni questo blasfemo teatrino. Prima di qualunque interesse economico e politico, dobbiamo ricordare che è compito dei Pastori custodire i fedeli.