Città del Vaticano – Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Leone XIV ha ricevuto in Udienza i partecipanti al 215° Capitolo Generale dell’Ordine dei Servi di Maria, offrendo loro un discorso che non si è limitato a un incoraggiamento formale, ma ha tracciato una vera rotta spirituale e pastorale per il futuro dell’Ordine. L’incontro è avvenuto mentre ad Ariccia – fino al 30 novembre – i frati stanno celebrando il Capitolo sul tema: “Essere Servi in un mondo polarizzato. Edificare ciò che ci unisce valorizzando le differenze individuali, sociali e culturali”.
L’occasione è anche segnata dall’elezione del nuovo Priore generale: fra Sergio M. Ziliani, 59 anni, originario di Olmeneta (Cremona), che succede a fra Gottfried M. Wolff. Religioso di profonda formazione filosofica e teologica, con studi alla Gregoriana, al Marianum e al Teresianum, fra Ziliani ha svolto nel tempo incarichi di maestro di formazione, parroco, priore provinciale e, fino all’elezione, consigliere generale e segretario dell’Ordine. È chiamato ora a guidare una famiglia religiosa di circa 700 frati e una vasta rete di forme di vita consacrata e laicale che affonda le sue radici nel 1233, quando i Sette Santi Fondatori scelsero la vita penitente sul Monte Senario.
Il discorso del Papa: un triplice ritorno per rigenerare la profezia
Leone XIV ha definito il Capitolo «un ritorno alle fonti e al tempo stesso uno sguardo lanciato verso il futuro», precisando che le due dimensioni sono inseparabili: «più si risale alle proprie origini, più si diventa capaci di creatività e di profezia». Il suo intervento è articolato attorno a tre ritorni essenziali:
Ritorno al Vangelo
Il Papa ha citato fedelmente le parole del predecessore rivolte ai consacrati: «Per i Fondatori e le Fondatrici la regola in assoluto è stata il Vangelo, ogni altra regola voleva essere soltanto espressione del Vangelo e strumento per viverlo in pienezza». E ancora: «Il loro ideale era Cristo, aderire a lui interamente, fino a poter dire con Paolo: “Per me il vivere è Cristo”; i voti avevano senso soltanto per attuare questo loro appassionato amore». Il Papa ha insistito: prima di tutto, tornare al Vangelo.
Ritorno alla Regola e alle Costituzioni
Per i Servi di Maria questo significa ritornare alla Regola di sant’Agostino e al patrimonio spirituale maturato lungo i secoli. Questi testi, ha spiegato Leone XIV, offrono «la chiave esegetica» per comprendere ciò che la Parola chiede oggi: non un mero conservatorismo, ma un modo per interpretare il presente alla luce dello Spirito.
Ritorno all’ascolto del grido dei poveri
L’oggi, ha detto il Papa, è un kairos, un tempo opportuno e decisivo. Il tema del Capitolo - “Essere Servi in un mondo polarizzato, per edificare ciò che ci unisce valorizzando le differenze” - esprime con chiarezza questa esigenza: leggere il presente alla luce del Vangelo, non al margine della storia, ma dentro le ferite del mondo.
Tre mezzi per vivere la missione: fraternità, servizio, spiritualità mariana
Accanto ai tre ritorni, Leone XIV ha indicato tre strumenti tipici della tradizione servitana.
Fraternità
Il Papa ha ricordato che l’Ordine è nato «da un gruppo di sette amici: un vero gruppo evangelico», sottolineando un tratto quasi unico nella storia della vita religiosa: «Fondatore non è un uomo solo, ma più persone legate da una forte amicizia in Cristo». In una società segnata da divisioni, conflitti, discriminazioni e polarizzazioni culturali, i Servi di Maria sono chiamati a essere portatori di amicizia e pace, come i Sette Fondatori nelle loro città lacerate da odi fratricidi.
Servizio
«È significativo che i primi membri abbiano scelto di chiamarsi “Servi”». Il Papa ha ricordato l’esperienza dell’Ospedale di Fonte Viva del Bigallo, dove i fondatori servirono «malati, pellegrini, donne povere» donando tutto, «per seguire nudi il nudo Signore». Servire, per i Servi di Maria, significa unire «passione per Dio e passione per l’uomo», fino alla contemplazione del Monte Senario, dove essi erano «cor unum et anima una in Deum». Leone XIV ha incoraggiato l’impegno dell’Ordine tra immigrati, carcerati, malati, e nelle iniziative di ecologia integrale che tengono insieme custodia del creato e dignità della persona.
Spiritualità mariana
Fin dagli inizi, i Sette sono stati riconosciuti come «praecipui amatores dominae nostrae», “grandi innamorati della Madonna”. Il Papa ha chiesto di continuare a promuovere una devozione mariana «fondata sulla Parola di Dio e con saldi riferimenti teologici ed ecclesiologici», apprezzando in particolare il contributo del Marianum e la custodia dei numerosi santuari mariani affidati all’Ordine. Maria, ha detto, è modello del “sostare” presso le croci del mondo: «forte, fedele», capace di insegnare come «portare conforto, comunione, aiuto e il prezioso pane dell’affetto».
Un mandato chiaro
Nelle parole conclusive, Leone XIV ha ringraziato i frati: «Grazie per il bene che fate. Vi benedico, vi ricordo al Signore e invoco per voi l’intercessione della Madre di Dio». Il nuovo Priore generale, fra Sergio M. Ziliani, prende così il timone dell’Ordine in un momento di forte rilancio spirituale e missionario, segnato dal richiamo del Papa a una vita evangelica capace di unire memoria, profezia e presenza tra gli ultimi.
L.M.
Silere non possum