Nella giornata di martedì 17 settembre 2024 la Sala Stampa della Santa Sede ha riferito: «Si è svolto in data odierna presso gli Uffici della Procura della Repubblica di Perugia un incontro tra il Procuratore, dott. Raffaele Cantone, il Sostituto Procuratore, dott.ssa Laura Reale, il Promotore di Giustizia dello Stato della Città del Vaticano, prof. Alessandro Diddi e il Comandante del Corpo della Gendarmeria Vaticana, dott. Gianluca Gauzzi. L’incontro si è reso necessario per concordare l’avvio di un’attività di collaborazione tra i due Uffici giudiziari a seguito dell’apertura, anche da parte del Promotore di Giustizia, di un fascicolo sui presunti accessi abusivi compiuti durante lo svolgimento delle indagini nell’ambito della nota inchiesta riguardante l’acquisto del palazzo di Londra».
Secondo la Procura della Repubblica di Perugia, infatti, ci sono stati molteplici accessi abusivi al sistema informatico delle cosiddette SOS.
Le Segnalazioni di operazioni sospette (SOS) sono attività con cui le banche portano a conoscenza dell'Unità di informazione finanziaria (Uif, organo che fa capo alla Banca d'Italia) movimenti finanziari dietro i quali si può ragionevolmente sospettare si nascondano operazioni di riciclaggio o di finanziamento illecito (ad esempio a gruppi terroristici e comunque fuori legge). Tali segnalazioni finiscono poi nelle banche dati a disposizione di magistrati o ufficiali di Polizia giudiziaria che possono ricavarne ipotesi di reato o materiale di inchiesta ritenuto in qualche maniera utile al proprio lavoro. Le operazioni di accesso alle SOS sono tracciabili e attraverso le password si può risalire al loro autore. Le segnalazioni sono schermate da codici criptati dove i nomi non sono leggibili e diventano accessibili solo a seconda delle ipotesi di reato: nel caso della Procura nazionale antimafia, arrivano soltanto quelle che riguardano riciclaggio di denaro compiuto da organizzazioni mafiose o terroristiche. L'ufficio sulle Segnalazioni di operazioni sospette, dal 2023 coordinato da tre PM, è inserito nell'ambito del Servizio di contrasto patrimoniale.
Il principale indagato di questa inchiesta è Pasquale Striano, responsabile del gruppo SOS e luogotenente della Guardia di finanza, che avrebbe effettuato diversi accessi alle banche dati contenenti le SOS senza autorizzazione. Lo avrebbe fatto almeno ottocento volte in due anni, tra il 2021 e il 2022. Striano, nella sua qualità di operatore di polizia giudiziaria, avrebbe potuto effettuare accessi alle banche dati SOS, ma il numero e le persone coinvolte non sembrano giustificare quelle operazioni con motivi di indagine. Resta in piedi l'ipotesi di un mandante, come nel sospetto, per esempio, dell'attuale Procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, ma non ci sono al momento riscontri giudiziari in proposito. C'è poi Antonio Laudati sostituto procuratore antimafia, a cui la Procura di Perugia contesta 4 accessi abusivi. Secondo le ipotesi dei magistrati, in alcune circostanze avrebbe operato di concerto con lo stesso Striano.
Striano, tra il 19 luglio e il 22 luglio 2019 fece accertamenti su tre personaggi che sono stati imputati nel procedimento penale Sloane Avenue: Raffaele Mincione, Fabrizio Tirabassi e Gianluigi Torzi. Successivamente fece interrogazioni anche su altri personaggi che erano già coinvolti nel caso Sloane Avenue: Cecilia Marogna e Luciano Capaldo. Chi ha chiesto questi accessi abusivi? Mah. L'unica cosa certa è che Alessandro Diddi nei giorni precedenti si è recato a Santa Marta al fine di far firmare al Pontefice dei Rescripta che sono contrari a qualunque principio di legalità.
Lo stato in cui versa la magistratura nella Repubblica Italiana è abbastanza chiaro. Se non fosse sufficientemente chiaro basterebbe leggere quanto raccontato da Luca Palamara, ex capo dell'Associazione Nazionale Magistrati (una vera e propria associazione che fa politica piuttosto che riunire le toghe) e quanto sta accadendo in merito al procedimento penale (che è tutto politico) che ha visto coinvolto il ministro Matteo Salvini ed ora lo vede rischiare 6 anni di reclusione con una accusa, quella di sequestro di persona, che è inesistente.
Quanto avviene nell'Ufficio del Promotore di Giustizia qui in Vaticano, invece, è abbastanza noto ai nostri lettori visto che Silere non possum ha raccontato, con documenti alla mano, tutta la vicenda Sloane Avenue e le altre mirabolanti imprese di Alessandro Diddi, l'uomo che Papa Francesco ha messo a capo dell'Ufficio inquirente di questo Stato ma che non ha mai aperto un libro di diritto canonico e vaticano. Il procedimento penale Sloane Avenue, come più volte abbiamo spiegato, è partito con gravissime violazioni di legge e anomalie procedurali che sono state possibili proprio perchè il Papa ha seguito le richieste dell'avvocatino romano Alessandro Diddi che evidentemente non ha neppure chiaro cosa sia il principio di legalità. Per chi volesse guardare a quanto avvenuto nell'aula dei Musei Vaticani nei mesi scorsi può trovare tutto qui.
Ora, alla luce di tutto quanto fatto dalla Gendarmeria Vaticana e da Alessandro Diddi in questi anni, fa sorridere leggere che il Promotore di Giustizia abbia aperto un fascicolo «sui presunti accessi abusivi compiuti durante lo svolgimento delle indagini nell’ambito della nota inchiesta riguardante l’acquisto del palazzo di Londra». Chi mai avrebbe avuto interesse, qui dentro, a conoscere aspetti riservati della vita del Cardinale Angelo Becciu? Forse le stesse persone che, illecitamente, videoriprendevano chi entrava ed usciva da casa sua? Forse le medesime persone che, illecitamente, assistevano alle perquisizioni della Guardia di Finanza italiana alla Caritas Diocesana di Ozieri? Perquisizioni anch'esse illecite in quanto non è compito della magistratura italiana questionare sulla destinazione dei fondi dell'otto per mille.
Del resto questo è ciò che ha portato il lungo regno di Domenico Giani (guarda caso appartenente, prima di venire qui dentro, alla Guardia di Finanza), il quale per anni ha fatto accedere agenti delle forze di Polizia italiane all'interno delle mura leonine ed ha tappezzato il Vaticano di telecamere al fine di trasformarlo nel suo Grande Fratello. I rapporti fra alcune realtà dello Stato italiano e la Gendarmeria erano favorite da questi "rapporti di cortesia". Questo gli ha sempre permesso di tenere sotto controllo alti prelati e semplici lavoratori laici. Ora, anche il suo compare Gauzzi sta seguendo il suo esempio perchè diversamente si sentirebbe inferiore. Nessuno, però, ha pensato di mettere fine a questi giochetti da uomini repressi che hanno scambiato questo stato per i soldatini con i quali giocavano da bambini. Ora, però, possiamo stare tranquilli perchè se Gauzzi e Diddi indagheranno sicuramente verrà fuori chi ha fatto accesso o chi ha richiesto l'accesso a determinati dati. Qui dentro abbiamo una sala degli specchi da allestire?
d.L.S.
Silere non possum