Patriarch Kirill's address to the hierarchs, clergy, monastics, and faithful of the Russian Orthodox Church.
A survey by the Razumkov Centre.
Oggi 24 febbraio 2022, Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutte le Russie ha rivolto un discorso ai gerarchi, al clero, ai monaci e a tutti i fedeli della Chiesa ortodossa russa. Chiede che si evitino vittime fra i civili e invoca la pace.
Il discorso del Patriarca
Beatitudine!
Eminenze e Grazie!
Cari padri, fratelli e sorelle!
Con profondo e sentito dolore raccolgo le sofferenze delle persone causate dagli eventi in corso.
Come Patriarca di tutte le Russie e primate di una Chiesa il cui gregge si trova in Russia, in Ucraina e in altri Paesi, sono profondamente solidale con tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia.
Invito tutte le parti in conflitto a fare tutto il possibile per evitare vittime civili.
Mi appello ai vescovi, ai pastori, ai monaci e ai laici affinché forniscano tutta l’assistenza possibile a tutte le vittime, compresi i rifugiati e le persone rimaste senza casa e senza mezzi di sussistenza.
I popoli russo ed ucraino hanno una storia secolare comune che risale al Battesimo della Rus’ da parte del principe San Vladimir l’Uguale agli Apostoli.
Credo che questa affinità data da Dio aiuterà a superare le divisioni e i disaccordi che sono sorti e che hanno portato all’attuale conflitto.
Invito l’intera pienezza della Chiesa ortodossa russa a offrire una speciale, fervente preghiera per il rapido ripristino della pace.
Possa il Signore onnipotente, per intercessione della nostra purissima Signora Theotokos e di tutti i santi, preservare i popoli russo, ucraino e gli altri popoli che sono spiritualmente uniti dalla nostra Chiesa!
+KIRILL
PATRIARCA DI MOSCA E DI TUTTA LA RUSSIA
I fedeli ucraini del Patriarcato di Mosca contro l'invasione di Putin
Un sondaggio del centro "Центр Разумкова" che si è concentrato sulle opinioni dei fedeli ortodossi in Ucraina in merito al conflitto con la Russia, rivela che l'invasione russa non è approvata nemmeno dalla maggioranza dei fedeli ucraini del patriarcato di Mosca. Addirittura il 65,2% è d'accordo con la posizione della Chiesa autocefala, che sostiene il governo di Kiev.
Il patriarca Kirill ha evitato di commentare la questione fino a questa sera. Nel 2014 aveva preso le distanze dall'annessione della Crimea, rimasta sotto la giurisdizione ecclesiastica ucraina. Il portavoce patriarcale Vladimir Legojda aveva dato una risposta molto diplomatica: "la Chiesa non può riconoscere le nazioni, ma rispetta le scelte dei popoli".
Il sondaggio spiega anche che la maggior parte degli ucraini collega anche l'invasione militare e politica russa con la dimensione religiosa. Se prima gli ucraini non prestavano molta attenzione alle differenze di giurisdizione (moscoviti, autocefali, greco-cattolici, altre Chiese minori), essendo la tradizione liturgica e dottrinale unica e spesso condivisa in famiglie miste, oggi la popolarità della Chiesa filorussa sta rapidamente crollando, nonostante la sua proclamata fedeltà allo Stato ucraino.
C'è poi il metropolita Ilarion (Šukalo) dell'autoproclamata repubblica separatista del Donbass che ha cercato di mantenere una posizione aperta verso tutti i fedeli e i cittadini della regione, esaltandone la profonda fede senza usarla come argomento di parte nel conflitto bellico e politico. Il patriarca di Mosca, invece, è considerato in Ucraina più un leader politico che una guida spirituale, e la stima nei suoi confronti è scesa drasticamente, a meno del 20% da quasi il 50% di 10 anni fa.
Kirill è anche consapevole che la perdita degli ortodossi ucraini significherebbe condannare il patriarcato di Mosca a un ruolo ridotto nell'ortodossia universale, dove oggi russi e ucraini insieme rappresentano oltre il 70% dei fedeli di tutte le 15 Chiese autocefale. L'Ucraina è la terra del Battesimo originale del 988, e ancora oggi è la patria della fede ortodossa russa, che sopravvive a tutte le guerre.
A cura di C.U.
Silere non possum