Oggi, lunedì 21 aprile 2025, alle ore 7.35 si è spento il Santo Padre Francesco nella Casa Santa Marta in Vaticano.

Pontefice della Chiesa Cattolica
Jorge Mario Bergoglio nasce il 17 dicembre 1936 a Buenos Aires da Mario Bergoglio, funzionario delle ferrovie salpato nel 1928 dal porto di Genova per cercare fortuna a Buenos Aires, e Regina Maria Sivori, casalinga. La sua famiglia è di origini piemontesi e liguri ed è il primogenito di cinque figli.
All'età di ventun anni, a causa di una grave forma di polmonite, gli venne asportata la parte superiore del polmone destro. Infatti, a quell'epoca, malattie polmonari come infezioni fungine o polmoniti erano curate chirurgicamente per la scarsità di antibiotici.
Perito chimico, si è mantenuto per un certo periodo facendo le pulizie in una fabbrica e poi facendo anche il buttafuori in un locale malfamato di Córdoba. Decide di entrare nel seminario di Villa Devoto e l'11 marzo 1958 comincia il suo noviziato nella Compagnia di Gesù, trascorrendo un periodo in Cile e tornando a Buenos Aires in seguito, per laurearsi in filosofia nel 1963. Il suo rapporto con la scuola e la cultura non è granchè. Riceve la sacra ordinazione presbiterale il 13 dicembre 1969 con l'imposizione delle mani da parte dell'arcivescovo di Córdoba Ramón José Castellano.
Dal 31 luglio 1973 al 1979 Jorge Mario Bergoglio è provinciale dell’Argentina. In quegli anni divide i gesuiti e crea un clima terribile. Nel 1986 i superiori lo spediscono in Germania per allontanarlo dall’Argentina perché non è sopportato dai confratelli. La motivazione sarà quella di farlo studiare alla "Philosophisch-Theologische Hochschule Sankt Georgen" di Francoforte sul Meno, con lo scopo di completare la tesi di dottorato, ma non conseguirà mai quel titolo. Sfrutterà quegli anni per intessere rapporti al fine di farsi nominare vescovo per poter sfuggire dal controllo della Compagnia di Gesù. Ritornato in patria diventa direttore spirituale e confessore della chiesa della Compagnia di Gesù di Córdoba.
Dopo poco, infatti, riesce ad arrivare a persone vicine a Giovanni Paolo II e il 20 maggio 1992 viene nominato vescovo ausiliare di Buenos Aires e titolare di Auca. Riceve l’ordinazione episcopale il 27 giugno 1992 per imposizione delle mani di S.E.R. il Sig. Cardinale Antonio Quarracino, arcivescovo di Buenos Aires e come co-consacranti S.E.R. Mons. Emilio Ogñénovich, vescovo di Mercedes-Luján (poi arcivescovo), e S.E.R. Mons. Ubaldo Calabresi, nunzio apostolico in Argentina.
Il 3 giugno 1997 è stato nominato arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. È succeduto alla medesima sede il 28 febbraio 1998, a seguito della morte del cardinale Antonio Quarracino. È diventato così primate d'Argentina. Dal 6 novembre dello stesso anno è divenuto anche ordinario per i fedeli di rito orientale in Argentina.
Il 21 febbraio 2001 Giovanni Paolo II, tenendo un concistoro ordinario pubblico per la creazione di quarantadue nuovi cardinali e la pubblicazione dei due cardinali riservati in pectore nel concistoro del 21 febbraio 1998, lo ha creato cardinale del titolo di San Roberto Bellarmino. Ha preso possesso del titolo il 14 ottobre successivo. Dal 2005 al 2011 è stato a capo della Conferenza Episcopale Argentina.
Inoltre, è stato consigliere della Pontificia commissione per l'America Latina, gran cancelliere dell'Università Cattolica Argentina, presidente della Commissione episcopale per la Pontificia Università Cattolica Argentina, membro della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, membro della Congregazione per il clero, membro della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, membro del Comitato di presidenza del Pontificio consiglio per la famiglia e membro del Consiglio post sinodale.
Con la rinuncia di Benedetto XVI, il 28 febbraio 2013 iniziò la sede vacante. I cardinali si riunirono a Roma e durante le Congregazioni Jorge Mario Bergoglio fece discorsi molto populisti e che attirarono l’attenzione dei più progressisti.
Il Conclave iniziò il pomeriggio del 12 marzo. L’elezione avvenne la sera del giorno dopo, al quinto scrutinio, violando le norme della Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis. Bergoglio assume il nome di Francesco in onore di san Francesco d'Assisi. È il primo gesuita a diventare papa e il primo pontefice proveniente dal continente americano.
La sua elezione è stata condizionata fortemente dalla stampa e da quanto avvenuto in Vaticano negli anni precedenti e che ha portato alle dimissioni di Joseph Ratzinger. Questa risposta del Sacro Collegio, però, si è rivelata un vero e proprio fallimento. L'elezione di Jorge Mario Bergoglio, infatti, voleva essere un tentativo di offrire al mondo un Papa mediatico, amico della stampa, disposto a sacrificare la dottrina e la tradizione per mostrarsi "più vicino al popolo". Dopo dodici anni di pontificato i cardinali hanno ammesso, in maggioranza, che l'elezione di Francesco si è rivelata un boomerang e ciò che più ne ha fatto le spese è lo stesso Papato. Il successore di Bergoglio, infatti, si ritroverà ad affrontare una situazione mai vista in precedenza e che è proprio l'istituzione stessa privata della propria credibilità e della propria autorevolezza.
Il pontificato appena concluso si è distinto per evidenti abusi di potere e per una sistematica dissoluzione del diritto, che ha ceduto il passo all’arbitrio personale. Ha favorito amici e sodali, elevandoli a incarichi di rilievo, mentre quanti osavano discostarsi dal suo pensiero venivano emarginati e colpiti da ingiuste calunnie. Nella scelta di vescovi e cardinali, ha favorito coloro che si sono distinti unicamente per l’ossequio alla sua persona e alle sue idee, più che per virtù o meriti ecclesiastici. La memoria storica conserverà il suo nome legato a casi controversi e dolorosi — tra cui quelli di Oscar Zanchetta, Marko Ivan Rupnik e Theodore Edgar McCarrick — che hanno gettato ombre profonde sul suo operato.
Jorge Mario Bergoglio passerà alla storia come il pontefice che, più di ogni altro negli ultimi sessant’anni, ha generato fratture all’interno della Chiesa Cattolica. Il clero ha patito le conseguenze di un pontificato che ha gravemente compromesso l’unità ecclesiale e la dignità del sacerdozio ministeriale. Monaci e monache hanno vissuto questi anni con profonda sofferenza, vittime di vessazioni e ingiuste privazioni.
Fervente sostenitore della Teologia della Liberazione, Bergoglio ha trasformato il suo pontificato in un palcoscenico mediatico, ponendo l’immagine pubblica al centro della sua azione pastorale, spesso a discapito della tradizione e dell’unità ecclesiale.