Città del Vaticano – Oggi, verso l’ora di pranzo si è finalmente svolto il rito di riparazione ordinato da Papa Leone XIV a seguito della nuova profanazione avvenuta lo scorso 10 ottobre. Un gesto necessario, previsto dal Cerimoniale dei Vescovi, ma anche un atto di giustizia verso la santità violata del luogo più sacro della cristianità.

Eppure, nonostante la gravità dell’evento e l’intervento diretto del Pontefice, nessuna notizia è comparsa su Vatican News, il portale ufficiale della Santa Sede. Un silenzio che - più di mille parole - conferma quanto Silere non possum denuncia da tempo: la testata vaticana agisce solo su impulso di chi detiene potere e influenza, non su mandato di verità.

Non basta, dunque, il comando del Papa per far muovere una redazione che, pur composta da giornalisti iscritti all’albo italiano, ignora sistematicamente le più basilari regole deontologiche di quell’ordine professionale. Uno scandalo pubblico e di rilievo universale - seguito e condiviso da milioni di persone grazie ai video e agli articoli pubblicati da Silere non possum - viene semplicemente rimosso dal racconto ufficiale come se nulla fosse accaduto.

Perché? Perché, ancora una volta, il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro, ha imposto il riserbo assoluto. E quando il potere chiede silenzio, a Piazza Pia cuciono le bocce e fermano le dita. Lo si è visto anche con certe firme “di fiducia” del circuito romano, come Franca Giansoldati, pronta a scrivere che «può succedere» - come se tre profanazioni in due anni fossero un evento trascurabile. Nessuno ha scordato l’astio personale che Franca Giansoldati ha più volte manifestato nei confronti del canonico Basso e del cardinale Angelo Comastri, prelati che la giornalista ha attaccato con toni ingiuriosi e diffamatori - arrivando, nel caso di Basso, a colpirlo persino dopo la morte. Un accanimento inspiegabile, se non si considera che quei prelati non l’avevano accolta nei loro circoli, come invece ha fatto Mauro Gambetti, aprendole le porte del suo nuovo ufficio lussuoso al terzo piano della Fabbrica di San Pietro.

Una sequenza inquietante di sacrilegi

Venerdì 10 ottobre 2025, la Basilica di San Pietro è stata teatro dell’ennesimo episodio di inaudita gravità. Mentre i fedeli attraversavano la Porta Santa e partecipavano alla Santa Messa, un uomo è salito sull’altare della Confessione, sotto il baldacchino del Bernini, si è denudato completamente e ha tentato di urinare davanti ai presenti attoniti.Un gesto blasfemo e profanatorio, il terzo in due anni, che mette in luce una gestione fallimentare della sicurezza e della dignità del luogo santo.

Il primo episodio risale al 1º giugno 2023, quando un trentenne, nudo e con la scritta “Save children of Ukraina”, si arrampicò sull’altare maggiore.

Il secondo, il 7 febbraio 2025, vide un uomo di origine rumena rovesciare sei candelieri e danneggiare l’altare: in quel caso non venne celebrato alcun rito di riparazione.

L’intervento diretto del Papa

Appresa la notizia e visionato il video diffuso da Silere non possum, Papa Leone XIV ha espresso sconcerto e amarezza, ordinando al cardinale Gambetti di procedere «quanto prima» con il rito penitenziale, «per restituire la santità del luogo e chiedere perdono a Dio per l’ingiuria compiuta».

Il rito avrebbe potuto essere celebrato già sabato 11 ottobre, ma l’arciprete ha scelto di non procedere, senza fornire alcuna spiegazione. Solo dopo un intervento diretto del Pontefice - che ha chiesto di non indugiare oltre - si è finalmente deciso di agire. Tuttavia, poiché il Cerimoniale dei Vescovi stabilisce che il rito avvenga in giorno feriale, si è atteso fino ad oggi.

Immagini del Rito di Purificazione del 3 giugno 2023

Il rito in San Pietro

Il n. 1070 del Cerimoniale dei Vescovi non lascia spazio a interpretazioni: «Una chiesa viene profanata se in essa si compiono con scandalo dei fedeli azioni gravemente ingiuriose, che, a giudizio dell’ordinario del luogo, sono tanto gravi e contrarie alla santità del luogo da non essere più lecito esercitare in essa il culto finché l’ingiuria non venga riparata con un rito penitenziale».

Il rito si è articolato in una processione penitenziale, seguita dall’aspersione dell’altare e delle pareti con acqua benedetta, e quanto prevedono i libri liturgici. Un gesto ecclesiale di purificazione e rinascita, attraverso il quale la Chiesa riconosce la ferita subita e invoca la grazia della guarigione. Ma di tutto questo, Vatican News non ha scritto una sola parola.

Il paradosso del silenzio

Si tace del rito ordinato dal Papa, ma si dà voce alle parole accomodanti di chi minimizza. Si tace della profanazione più grave nella storia recente della Basilica Vaticana, ma si trovano pagine per celebrare eventi dedicati al clima e al green. Si tace della ferita inferta all’altare di Pietro, ma non si tace mai quando serve a lodare chi siede nelle stanze del potere. Si tace sull’imbarazzante e vergognosa gestione di Mauro Gambetti, ma si offre pubblicità a eventi inutili, privi di ogni dimensione spirituale, che si svolgono in Basilica come fossero un palcoscenico mondano.

Eppure, l’informazione vaticana dovrebbe essere voce di verità, non strumento di convenienza. Dovrebbe essere servizio pubblico, non propaganda al servizio di uomini di potere, che indossano giacca e pantaloni e, all’occorrenza, una croce al petto. Così, ciò che accade nel cuore del cattolicesimo, dentro San Pietro, non lo apprendiamo dagli organi ufficiali della Santa Sede, ma da chi - con coerenza e coraggio – sceglie di non tacere. 

p. B. S.
Silere non possum