Diocesi di Civita Castellana

Il vescovo di Civita Castellana, S.E.R. Mons. Marco Salvi ha concluso l'indagine sul caso della "Madonna di Trevignano Romano". Silere non possum ne ha parlato qui. 

Al termine di questa indagine che ha coinvolto un mariologo, un teologo, un canonista, uno psicologo ed altri specialisti il vescovo ha emesso il decreto che stabilisce che non vi è alcunché di soprannaturale in tutto ciò che avviene a Trevignano Romano. 

Già il 1° giugno 2023 il vescovo Salvi sconsigliava «ai fedeli di partecipare a tali eventi, fino a un pronunciamento definitivo da parte della preposta autorità. In particolare: tutti i soggetti interessati rientrino nella condotta discreta, prudente e rispettosa senza la quale non è possibile vivere la comunione ecclesiale, primo dono che gli autentici doni del Ciclo rafforzano: non si organizzino incontri pubblici (siano essi di preghiera e/o di catechesi) che diano l'impressione o la certezza che la Chiesa abbia autenticato i fatti di Trevignano: che i sacerdoti in particolare si astengano dall'esprimere pubblicamente, nell'esercizio del loro ministero, la loro opinione personale sul fenomeno; che i fedeli nutrano la loro comunione di amore con Maria, Madre del Signore e della Chiesa, a partire dalla Parola di Dio e dalla liturgia della Chiesa, che sono il vero e reale luogo d'incontro quotidiano con colei che ci viene donata dalla Trinità quale segno di consolazione e di sicura speranza». 

Il 6 marzo 2024 il vescovo Marco Salvi ha emesso un decreto nel quale dichiara la non soprannaturalità dei fenomeni asseriti da Gisella Cardia e Gianni Cardia. «Per questi motivi impongo ai sacerdoti il divieto di celebrare i sacramenti o guidare atti di pietà popolare in modo tale da connettere entrambi, in modo diretto e indiretto, con gli eventi di Trevignano Romano, sia nei terreni di proprietà dell'Associazione "Madonna di Trevignano ETS" che in altri luoghi privati, pubblici ed ecclesiali; di recarsi nel luogo dell'apparizione alimentando nei fedeli l'idea che vi sia un qualche riconoscimento ecclesiale; impongo alla Sig.ra Gisella Cardia (all'anagrafe Maria Giuseppa Scarpulla), al Sig. Gianni Cardia e a tutti i soggetti a vario titolo coinvolti negli eventi di Trevignano, il rispetto e l'adesione alle decisioni del Vescovo diocesano, nonché la disponibilità a compiere un percorso di purificazione e discernimento che promuova e mantenga l'unità ecclesiale; chiarifico che il titolo "Madonna di Trevignano" non ha alcun valore ecclesiale e non può essere usato come se lo avesse, anche in ambito civile; avverto i fedeli circa l'obbligo disciplinare e spirituale derivante dal pronunciamento ecclesiale di astenersi dall'organizzare e/o partecipare ad incontri privati e/o pubblici (siano essi di preghiera e/o di catechesi) che diano per certa e indubitabile la verità sovrannaturale degli eventi di Trevignano o che siano atti a fare pressione sul Vescovo diocesano per modificare le proprie legittime decisioni sugli eventi stessi». 

Procura della Repubblica e Diocesi

È doveroso sottolineare anche quanto S.E.R. Mons. Marco Salvi sottolinea all'interno del decreto. Salvi scrive: “ho chiesto alla Procura della Repubblica in Civitavecchia l'accesso agli atti riguardanti le analisi eseguite dai Carabinieri su richiesta del Vescovo diocesano circa la natura delle lacrime di sangue della statua della Madonna, richiesta che mi veniva tuttavia negata per due volte dal Procuratore Capo”. 

Tale diniego è molto grave e non trova alcuna giustificazione normativa. Il vescovo, al quale è affidato il compito di vigilare che non si insinuino abusi (can. 392 CJC) nel culto di Dio e dei Santi ha tutto il diritto di accedere ad atti che, peraltro, dovrebbero essere pubblici. Ancora una volta la Procura della Repubblica agisce motu proprio e dimostra di non voler collaborare con l'Autorità ecclesiastica. Sarebbe bene ricordarsene quando si parla di collaborazione fra istituzioni soprattutto quando vi sono alcuni reati attribuiti ai presbiteri. 

d.L.S.

Silere non possum