"Hanno messo su un palco per la ghigliottina senza nessuno che mettesse il collo sotto il patibolo". Con queste parole qualcuno oltre Tevere ha tagliato corto sulla imbarazzante vicenda che ha visto Silere non possum nel mirino del Tribunale Vaticano.
Nell’udienza che si è svolta ieri innanzi all'organo di giustizia del Papa erano presenti una dozzina di giornalisti - qualcosa di imbarazzante considerato il numero presente in altri procedimenti anche più importanti - tutti dotati di calamaio perchè Silere non possum è il grande nemico della stampa tradizionale. Del resto, come biasimarli con tutto ciò che abbiamo messo in evidenza in questi anni non potrebbe essere diversamente. Molti di questi sono stati smascherati nei nostri numerosi articoli e il loro ventaglio pro Francesco ormai è consumato. Triste sorpresa, però, quando hanno appreso che la Santa Sede o il Papa non centravano nulla e nessuno ha tentato di mettere un bavaglio al sito di informazione vaticana più letto al mondo. Qualcuno è tornato in Sala Stampa con un pugno di mosche in mano.
A tal proposito, subito prima di entrare nel merito, duole constatare la completa incompetenza del Promotore di Giustizia e della Sala Stampa della Santa Sede che in queste ore hanno permesso che la stampa mettesse in un'ombra terribile l'immagine del Pontefice. Piuttosto che rilasciare mezze dichiarazioni sugli imputati, Alessandro Diddi avrebbe dovuto prima di tutto tutelare l'immagine del Papa e della Santa Sede e rassicurare i cronisti che non sarebbe mai stato avviato un procedimento volto a "far tacere" nessuno. In questo modo, invece, purtroppo si è divulgata una notizia falsa e che dipinge Papa Francesco come un uomo che non ammette critica alcuna (cosa che auspichiamo non sia vera).
Chi ha denunciato Silere non possum?
La denuncia è partita da Angelo Chiorazzo, un soggetto non meglio precisato che è al servizio e alla corte di Mauro Gambetti e Padre Enzo Fortunato. Chiorazzo è il classico laico politicante che ronza attorno ai potenti ed è approdato in Vaticano (solo per fare affari) da un po' di anni. Il tutto viene fatto con la sua Cooperativa Sociale Auxilium di cui era presidente fino a quando non ha ceduto il posto per evitare conflitti di interesse per il suo impegno in politica. Nel 2020 - quando la disgrazia della nomina a cardinale di Mauro Gambetti si abbattè sulla Chiesa Cattolica - Chiorazzo scrisse: “Con grande emozione la cooperativa si unisce alla felicità dei francescani, in particolare alla comunità del Sacro Convento di Assisi, del quale padre Mauro è Custode… Grazie a padre Mauro, a padre Enzo Fortunato e a tutta la comunità francescana del Sacro Convento di Assisi per la loro amicizia e per come, in questi anni, ci hanno voluto accanto in tutte le loro iniziative di Pace e di aiuto ai poveri, ma soprattutto per la loro testimonianza che un Mondo Migliore è possibile. La cooperativa fa gli auguri a tutti i nuovi porporati, al caro padre Mauro Gambetti, a monsignor Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi e a monsignor Silvano Tomasi, per anni Osservatore della Santa Sede presso l’ONU.”
Come è noto, sono pochi i laici - veramente rare eccezioni - che fanno cose Gratis et amore Dei. Sono pochi anche i chierici, figuriamoci questi politicanti. Tutte queste attività assistenziali e a favore dei migranti sono un modo per ottenere visibilità, fare politica ed ottenere soldi.
Ma come mai Angelo Chiorazzo ci querela? E come mai lo fa in Vaticano? Quest'uomo non è né residente in Vaticano né cittadino vaticano. A che titolo il grande giurista Alessandro Diddi ha scelto di dargli ascolto? Lo scoop, quindi, dovrebbe essere che Chiorazzo è cittadino vaticano e non che ci ha querelato, questione della quale ci importa ben poco. La questione è seria perchè i procedimenti penali allo Stato costano e non poco, per questo motivo sarebbe bene che non si avviassero processi che non hanno motivo d'esistere con i soldi che dovrebbero servire alla Santa Sede per fare cose ben più serie. Conoscere la normativa procedural penale vaticana è una cosa essenziale, Diddi dovrebbe capirlo una volta per tutte. Il presidente del Tribunale, Giuseppe Pignatone, infatti ha dovuto dichiarare il difetto di giurisdizione, proprio come avevamo annunciato noi ieri.
In realtà, però, Chiorazzo non è cittadino vaticano e non vi risiede. Lo scoop è ancor più grande. Angelo Chiorazzo non è solo un politicante ma si è fatto nominare dai suoi amici anche Addetto di Anticamera di Sua Santità. Qualcuno si chiederà: ma che è? Papa Francesco non aveva eliminato tutti questi titoli? No, no. Anzi! Quando si tratta di attribuire titoli, soprattutto a un certo laicato, si forma la fila davanti a Santa Marta. Il Motu Proprio Pontificalis Domus di San Paolo VI all'interno della Famiglia Pontificia inserisce anche loro e recita: «Restano parimenti in carica, ma cambiamo appellativo: i Camerieri di spada e cappa sia Segreti che d'Onore, che si chiameranno Gentiluomini di Sua Santità, i Bussolanti, che prenderanno il nome di Addetti di Anticamera». Saranno contenti i politici e gli abitanti della Basilicata quando scopriranno che il loro candidato è Addetto di Anticamera di Sua Santità!! Piccola parentesi: il fatto che sia Addetto di Anticamera di Sua Santità lo si è appreso in Tribunale, un po' come i rescritti segreti del Papa nel processo Sloane Avenue.
Oltre a questo è anche giusto dire che nel post in questione non vi è alcunché di diffamatorio. Chiorazzo e il suo amico Enzo Fortunato, il quale gli ha dato questo eccellente consiglio, tornino a leggere il Vangelo di Matteo e leggano le parole che Gesù rivolge alla donna Cananea.
Inutile ribadire che questo è l'espediente, perchè dei post su Chiorazzo non interessa nulla a nessuno. In Vaticano in queste ore c'è chi sta ridendo del fatto commentando: "Si sono dati la zappa sui piedi". Del resto, "la vecchia guardia" non avrebbe mai permesso un'affare del genere che ora diventa un boomerang. Della questione ne aveva battuto una agenzia l'ANSA e in queste ore tutte le principali agenzie di stampa europee e alcuni siti americani. Il tutto per un politicante della Basilicata che è venuto a piangere in Vaticano dicendo che il sito Silere non possum gli ha detto cagnolino. È chiaro però che se qualcuno ha dato seguito alla querela e soprattutto ha fatto passare la notizia alla stampa un motivo c'è. Enzo Fortunato ha pensato bene di aizzare il suo amichetto e ha voluto far arrivare a destinazione una intimidazione dalla Fabbrica di San Pietro e questo compito non poteva che essere affidato ad un laico che coprisse i sandali dai quali è partita l'idea. Quando Silere non possum iniziò a rivelare le spese pazze di Mauro Gambetti e le assunzioni degli amici assisani, questo si rivolse ad alcuni confratelli lamentandosi e minacciando azioni legali. Alcuni cardinali che qui dentro hanno ben più esperienza del mancato ingegnere meccanico gli dissero: "Se Silere dice il vero come puoi querelarli?". Ma il frate francescano si lamentava dicendo che doveva metterci a tacere. Qualcuno gli fece notare che questo portale non era uno dei blog di pettegolezzi liturgici ma documenta ciò che dice e citare in tribunale una realtà del genere sarebbe molto pericoloso perché potrebbero uscire ancor più cose di quelle che si trovano pubblicate.
La soluzione partorita con un po' di impegno - quindi - è stata quella di incaricare colui che Silere non possum ha sempre attaccato ogni volta che girovagava in questi ambienti facendosi fare foto e fotine da pubblicare sui suoi social dove è impegnato anche a fare propaganda politica. Si fosse ricordato che avrebbe iniziato la campagna elettorale, poi, forse ora si mangerebbe un po' meno le mani. Angelo Chiorazzo, infatti, è entrato a pieno regime all'interno delle mura leonine da quando Mauro Gambetti ha iniziato la sua opera di distruzione della Basilica Vaticana. In questi mesi stanno continuando i soprusi messi in atto dal frate francescano, il quale non ha alcuna intenzione di promuovere momenti di preghiera ma ama gironzolare con Chiorazzo - appunto -, Fortunato ed altri manager che accumulano "belle considerazioni" nelle loro terre.
Chiorazzo politicante e devoto
Angelo Chiorazzo, lo avevamo già detto, è entrato in Vaticano spinto da questi suoi amici che hanno fatto carriera grazie a Papa Francesco ma in Basilicata non è molto amato. Tanto è vero che recentemente ha iniziato una campagna elettorale come presidente della Regione. Voleva farsi portavoce del centro sinistra ma diverse forze politiche hanno sollevato i medesimi dubbi di cui abbiamo parlato anche noi. Per questo motivo ora ha abbassato le proprie ambizioni ed è candidato al consiglio regionale. Certo, Chiorazzo è un laico e tutti sanno quanta importanza da ai laici Silere non possum, pertanto non abbiamo mai approfondito ma a quanto pare qualcuno vuole che spieghiamo meglio, in modo che non si dica che lo abbiamo diffamato, poverino.
La sua candidatura, quindi, è stata criticata e osteggiata dal Movimento Cinque Stelle e dal PD della Basilicata. I motivi sono proprio quelli che si vedono, o meglio non si vedono, nel suo curriculum. Con la Cooperativa Auxilium, Chiorazzo ha avuto due indagini per la gestione del Centro di Accoglienza di Bari e di Caltanissetta. L'accusa era frode in pubbliche forniture. Il GUP di Bari ha stabilito una prescrizione nel 2010. Poi una richiesta di archiviazione ottenuta per una inchiesta sull’immigrazione insieme con Gianni Letta per il centro cara di Policoro. Ed una indagine, anch'essa sfociata in prescrizione, sulla p4 insieme con altri. Che dire, quindi, un soggetto che non solo non ci aspetteremmo fosse spinto dalla CEI come politico cattolico ma neppure che venisse lasciato gironzolare per il Vaticano a farsi le fotine con il Sommo Pontefice. Anche perchè il Papa sembra essere molto duro in riferimento a quelle persone che - seppur assolte - hanno ricevuto determinate accuse. O meglio, con i chierici fa così.
L'affare Bambin Gesù
La storia di Angelo non finisce qui. Sono numerosi i rapporti che ha iniziato a intessere da buon democristiano. Nel panorama ecclesiale odierno, purtroppo, abbiamo visto come anche cardinali e vescovi non hanno ancora imparato a tenere alla larga questa gente che vuole infilarsi dappertutto. Basta spulciare il suo profilo Facebook per vedere foto con qualunque vescovo, cardinale e con il Papa stesso. Non è chiaro se ne colleziona più lui o il suo compagno di merende Enzo Fortunato. Nessuno ha ancora capito che questa gente usa queste foto come figurine? La ritroviamo in giro a dire: "Eh, io sono amico del Papa" per farsi belli e convincere a fidarsi?
Quante volte anche qui dentro la gente - soprattutto questi benedetti laici - negli uffici tiene la foto con il bacia mano di qualunque vescovo o Papa. Sono modi per dire: "Questo è mio amico". Ai tempi del pontificato di Benedetto XVI c'era gente che diceva di aver giocato a calcio con Ratzinger da giovane. Peccato avessero la metà degli anni.
Chiorazzo negli anni è entrato spesso nei palazzi e con Mauro Gambetti - ora anche Fortunato - è riuscito a mettere il naso in molti posti. La considerazione che hanno di lui è sempre quella che è, sia chiaro, però gira come una trottola. Il 20 febbraio 2021 Mauro Gambetti veniva nominato Arciprete della Basilica di San Pietro e il 7 dicembre 2021 Angelo Chiorazzo otteneva un appalto "da leccarsi le dita".
Il 7.12.202, infatti, l’Ospedale Bambin Gesù ha scelto di affidare l’appalto a Società Cooperativa Auxilium comunicando a Cooperativa Sociale Nuova Sair Onlus e Cooperativa Sociale e di Lavoro Operatori Sanitari Associati - Onlus solo quattro righe a firma di Mariella Enoc.
Si è trattato di una scelta molto strana perchè OSA aveva questo appalto dal 1998 e il fatto che il Bambin Gesù non comunicasse neppure il nome del “vincitore” dell’appalto era molto strano perchè era necessario - per le società uscenti - conoscere con chi si sarebbero dovuti interfacciare per il “cambio della guardia”. Inoltre, hanno giustamente evidenziato le società uscenti, questo appalto non è stato assegnato seguendo le norme che Papa Francesco aveva emanato proprio un anno prima con il Motu Proprio sulla trasparenza. Insomma, nulla di nuovo, un qualcosa simile alla gelateria nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Del resto, al Papa la trasparenza piace quando riguarda i suoi nemici. Meglio se preti. Il 10.12.2021 OSA non aveva ancora ricevuto alcuna comunicazione in merito a chi sarebbe succeduto nell’appalto.
Solo il 14.12.2021 Enoc si degna di scrivere alle società precedenti e comunica che l’appalto è stato affidato a Società Cooperativa Sociale Auxilium con decorrenza dal 1 gennaio 2022. A capo di questa società c’era Angelo Chiorazzo, amico di Gambetti, e dopo una lotta fatta di corrispondenza e richieste di accesso gli atti le Cooperative uscenti hanno dovuto allargare le braccia e prendere atto che la procedura di assegnazione di questo appalto è stata data senza alcuna trasparenza e senza poter accedere alla documentazione. Del resto, il Vaticano è diventato anche questo.
COMUNICATO
In merito al procedimento penale nr. 78/23 pendente presso il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano a carico del direttore di Silere non possum - ribadendo quanto dichiarato il 10.04.2024 - comunichiamo che:
1. Il tribunale vaticano non ha competenza alcuna nel giudicare l'operato di cittadini italiani, residenti in Italia che avrebbero commesso reati ai danni di altri cittadini italiani e residenti in Italia. Per questo motivo l'11 aprile 2024 il Presidente del Tribunale Giuseppe Pignatone - dopo una breve camera di consiglio - ha dichiarato il difetto di giurisdizione.
2. Nonostante i presenti in aula hanno riferito che il Promotore di Giustizia ha dichiarato di aver perfezionato le notifiche, ribadiamo che non è stata effettuata alcuna notifica alla residenza dell'imputato. Per questo motivo il procedimento si è svolto senza l'imputato e senza che questi potesse conoscere l'incarto processuale o le accuse che gli sono state mosse. Tutto ciò di cui questa redazione è venuta a conoscenza lo ha recepito dai cronisti in aula. Questo conferma, ancora una volta, la completa inadeguatezza di chi è posto a ricoprire alcuni ruoli sia negli uffici requirenti che quelli giudicanti nel Tribunale Vaticano.
3. Nei fatti contestati (il post di Silere non possum) non si ravvede alcun reato di diffamazione ai danni di chicchessia.
4. Questi tentativi di intimidazione non fermeranno l'operato di Silere non possum che continuerà a svolgere il proprio servizio nonostante queste operazioni risibili.
La redazione di Silere non possum