Diocesi di Roma

Fu commissionato dal cardinale Oliviero Carafa attorno al 1500 e fu progettato dall'architetto che progettò anche la Basilica di San Pietro, Donato "Donnino" detto il Bramante. A distanza di secoli sembra che la sorte del chiostro del Bramante e della basilica vaticana sia la medesima: entrambi sono in mano a personaggi che ne stanno favorendo la decadenza più totale

Come avevamo anticipato, nelle tristi e mirabolanti imprese del Vicariato di Roma e dell'Ufficio Giuridico c'è anche quella che riguarda il famoso chiostro del Bramante. L'ente Chiesa di S. Maria della Pace, si legge nel contratto di locazione che il Vicariato ha stipulato nel 2012, concede in locazione alla società C.C.I. srl (in sigla DART SRL) le unità immobiliari di Via Arco della Pace. 


«I soli locali di cui qui di seguito: piano secondo interno 5; piano terzo interno 13 (scala C); piano terzo interno 8; piano terzo interno 9; appartamento piano terzo (torretta) interno oltre che allo svolgimento delle attività sopraelencate, potranno essere destinati ad ospitare per brevi periodi i membri del Club "Amici del Chiostro del Bramante", fermo restando che il conduttore si assume fin d'ora ogni e qualsivoglia responsabilità in ordine all'accoglienza degli ospiti» recita l'articolo 2 del contratto. Ma che cos'è questo Club Amici del Chiostro del Bramante?

In realtà si tratta di una associazione che sarebbe dovuta servire per riunire persone con comuni intenti legati alla cultura ed al museo che ha sede lì. L'escamotage trovato dalla società C.C.I. srl in questi anni, però, è stato quello di condurre una vera e propria attività di affitto di questi appartamenti, la quale frutta un bel gruzzoletto. Nel contratto è chiaro che si parla di possibilità di ospitare - riservata solo ai membri del Club - che può essere possibile per brevi periodi ma non a tempo pieno. Visitando il sito dedicato, invece, si vede chiaramente che questa attività viene condotta 365 giorni l'anno e con prezzi da capogiro. Per raggirare la clausola viene anche fatta pagare una quota associativa di 10 euro specificando che - solo per il periodo di soggiorno - si diventa membri di questa associazione. Membri per due o tre giorni, in sostanza.

Contattata telefonicamente per alcuni chiarimenti in merito a questa quota, DART srl ha dichiarato: «Siamo registrati come servizio culturale, quindi, invece di pagare una tassa di soggiorno che sono sei euro al giorno a persona, chiediamo questi dieci euro di quota associativa senza chiedere la tassa di soggiorno». Praticamente ammettono candidamente che anche per quanto riguarda le imposte del comune di Roma loro non pagano nulla grazie a questo trucchetto.

Il Vicariato perde soldi

La diocesi di Roma continua a perdere soldi che sono preziosi e potrebbero essere utilizzati per le parrocchie e per i preti. Nel 2022 furono ordinate - dal Prelato Segretario del Vicariato sul quale Albanese e Tarantelli hanno scaricato tutte le colpe nel comunicato fuffa -  delle verifiche sulla situazione degli immobili. In particolare, il 21 dicembre è stata fatta una analisi sulla situazione che riguarda gli immobili di arco della Pace. 

Già al tempo furono evidenziate: 

1. mancanza di evidenza di un atto edilizio/urbanistico per i cambi di destinazione d'uso eseguiti; 

2. la presenza di aperture nelle murature portanti non autorizzate; 

3. la diversa configurazione di spazi interni realizzata in tutti i piani dell'edificio;

4. Volume in ferro e vetro al quarto piano, che nell’ultimo atto edilizio doveva essere demolito in quanto identificato come superfetazione.

5. la presenza di cucine non autorizzate.

Il documento ricordava anche che alla luce di queste criticità era possibile avviare la procedura di risoluzione del contratto. Si evidenziava anche che si sarebbe potuto ricavare un canone di locazione compreso tra 950.000 e 1.200.000 €/anno (corrispondente rispettivamente a 400 e 515 €/mg annuo) piuttosto che quello attuale di 373.000 euro. Sono tutti soldi che, vista l'inerzia dell'attuale ufficio giuridico, il Vicariato sta perdendo permettendo, invece, l'arricchimento di laici che sfruttano queste strutture. Solo a  marzo 2023 il Vicegerente e l'architetto Pozzilli hanno inviato delle comunicazioni alla società nelle quali chiedevano conto di quanto emerso dal memorandumma - come emerge anche dalla risposta di DART del 27 marzo 2023 - questa non è stata in grado di fornire documentazione atta a giustificare tutto quanto le veniva contestato. Piuttosto che risolvere il contratto, Reina e Tarantelli non hanno più fatto nulla. Il 31 maggio 2023 nella riunione della sezione patrimonio Tarantelli ha parlato di una riunione con CCI Srl svoltasi il 29 maggio ma su tutte queste problematiche è caduto il silenzio.

L'unica certezza è che Renato Tarantelli non ha alcun interesse a mettersi contro chi era a scuola con lui, ovvero tale Giulia Da Marco che è una delle socie della DART (dove sono tutti familiari). Certo è che dopo l'articolo che abbiamo pubblicato dove annunciavamo questi documenti Tarantelli ha chiamato la sua ex compagna di scuola e l'ha incontrata d'urgenza. Che fretta c'era?