Imposizioni contrarie ai diritti umani fondamentali
“Recepita e attentamente valutata la documentazione relativa alla visita apostolica”
La documentazione consegnata dai visitatori è contenuta in un fascicolo ora nell’archivio della Segreteria di Stato. Nella documentazione non vi è alcun riferimento ad abusi di autorità o atteggiamenti sopra la regola da parte del fondatore. Fratel Bianchi, proprio a motivo dei suoi numerosi impegni, è stato lontano per lunghi mesi dalla comunità con sede in Magnano. Questo gli avrebbe reso impossibile, anche volendolo, quanto gli viene contestato.
Diversamente, la visita apostolica è stata richiesta per problemi di governo, come ha ribadito il cardinale Pietro Parolin nella Sua lettera alla comunità con cui annunciava l’arrivo dei tre visitatori. Questi problemi, come abbiamo dimostrato in questi articoli, sono persistiti per tutti questi mesi e sono riconducibili ad una incapacità, riconosciuta da tutti i monaci, di governare la comunità da parte del nuovo priore. Anche questa circostanza è confermata dal fatto che la Santa Sede ha, sostanzialmente, affidato il governo ad un soggetto terzo ed esterno: il delegato ad nutum sanctae sedis.
Gli allontanati insieme a Bianchi
Fr. Lino Breda, Suor Antonella Casiraghi e Fr. Goffredo Boselli, sono stati allontanati ed anche a loro sono stati imposti dei limiti nella loro vita quotidiana. Anche per loro, nella documentazione della Santa Sede, non ci sono documenti che provino la commissione di alcun crimine e non risulta abbiano fatto nulla di contrario alla regola.
L’unica loro colpa è stata quella di palesare, sia al priore che ai visitatori, la situazione insostenibile di un malgoverno all’interno della comunità. Fra l’altro mettendo in atto quella che in comunità è la “correzione fraterna” e deve avvenire, nella carità, in tutte le realtà ecclesiali.
Quindi di quale colpa si sono macchiati? Di aver detto la verità? La situazione di tensione infatti non è stata creata da quattro monaci ma è viva all’interno della comunità ancora oggi.
Bose è morta, si è suicidata
Inutile illudersi, Bose oggi è destinata a morire. Questa morte è naturale conseguenza del comportamento di chi la sta gestendo.
Il punto d) del decreto, è completamente falso. Nessuno ha mai fatto alcun tentativo di ristabilire la pace o la concordia. L’unica cosa che è stata fatta è stato un intervento a gamba tesa in una comunità ecumenica di cui la Chiesa Cattolica non doveva avere alcuna competenza esclusiva. Perchè quindi la Santa Sede non si confronta con le altre Chiese Cristiane?
Leggendo il punto 12 del decreto viene da chiedersi se non sia un provvedimento cinquecentesco. Forse oltre Tevere non si sono accorti che la loro competenza termina alle soglie di via della conciliazione. Tutte le società citate da Parolin sono disciplinate dal diritto italiano e sono su suolo repubblicano, il Papa non ha alcuna competenza e non può in nessun modo chiedere ad un soggetto di dimettersi dalla loro guida. In particolar modo, ricordiamo che stiamo parlando di LAICI non CHIERICI!
“Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.”
Articolo 7 Costituzione Italiana