L'Arcidiocesi di Perugia - Città della Pieve annuncia: «l’arcivescovo Ivan Maffeis ha provveduto alla nomina di un sacerdote diocesano quale rettore della Basilica nella persona di don Samy Abu Eideh, che, oltre al suo impegno in università, assicurerà la gestione pastorale della stessa a partire da domenica prossima 13 ottobre». Si tratta di una notizia che deve far tremare i polsi. L'Abbazia e basilica di San Pietro a Perugia, infatti, è una delle chiese più belle e più ricche di opere che ci siano. È monumento nazionale italiano. Qualche tempo fa la comunità ha visto venire meno l'abate Giustino Farnedi che è tornato alla Casa del Padre. Da chi dipende questa abbazia? Dalla Basilica di San Paolo fuori le mura. All'indomani dell'elezione del nuovo abate presidente della Congregazione Sublacense Cassinese, è doveroso fare due precisazioni. 

I monaci benedettini, riuniti a Montserrat hanno scelto di eleggere quale nuovo abate presidente il Reverendo Dom Ignasi M. Fossas. Si tratta di una scelta che rassicura molti animi e sembra anche offrire uno sguardo nuovo sulla realtà. Fossas, infatti, appartiene ad una abbazia che l'abate Guillermo Léon Arboleda Tamayo, suo predecessore come abate presidente e vera e propria sciagura per l'Ordine Benedettino, voleva chiudere. Una realtà che dal 1025 testimonia la fede cristiana e vive quanto auspicato da San Benedetto, a parere del libertino Tamayo doveva essere chiusa perchè "a tavola si cambia il piatto quando c'è il secondo". Questo è ciò che l'abate colombiano ha fatto in questi anni: distruggere qualunque realtà o persona finisse sotto il suo occhio ideologico. Proprio a San Paolo fuori le mura Tamayo fece di tutto per rovinare anni ed anni di lavoro per rinvigorire la comunità monastica. Grazie a lui arrivò a far danni un altro soggetto che ha arrecato più problemi alla Chiesa Cattolica che ceri sugli altari: Arrigo Miglio.

Oggi, dopo una grande opera di miglioramento (sic!), a San Paolo fuori le mura è arrivato Donato Ogliari. Ogliari fa parte di quel gruppetto di monaci che iniziarono a scappare per l'Italia alla ricerca di una non meglio precisata realtà dove potessero star meglio. Dopo mille peripezie fu nominato abate a Montecassino e quella realtà è completamente morta. Ora il suo successore è lì a fare da guardiano alle mura cadenti perchè il buon Donato era troppo impegnato a fare la spola da Montecassino a Roma per chiedere nomine. Visto il disastro lasciato a Montecassino, si è pensato bene di metterlo a San Paolo fuori le mura, così da distruggere anche quella. A Ogliari, però, non importa perchè è troppo impegnato a frequentare il Dicastero per i vescovi dove è stato nominato membro (proprio a motivo dei molti frutti del suo operato). Nel tragitto, poi, è solito togliere la croce pettorale d'oro e indossare quella d'argento, la quale va un po' più di moda al momento in queste sacre mura. La sua aspettativa è che gli venga data una diocesi anche perchè il Pontefice, arguto com'è, si lascia impressionare dal curriculum di Ogliari dove compare il fatto che è stato missionario della consolata. Forse il Papa dovrebbe chiedersi come mai ne è uscito, ma è un pensiero troppo complesso, comprendiamo.

Per tornare a Perugia, quindi, è bene rendersi conto che a questa fine saranno destinati centinaia di altri monasteri se continuiamo a promuovere personaggi del genere che, piuttosto che occuparsi di vocazioni, si preoccupano della loro carriera. Questo, però, è il vento che tira al momento e più distruggi le realtà più vieni promosso. Auspichiamo vivamente che, almeno nell'ordine benedettino, con queste nuove nomine cambi l'aria. 

d.A.M.

Silere non possum