Cardinal Kevin Farrel, a friend of McCarrick, opened the conference 'Pastors and lay faithful called to walk together'.
🇬🇧 Cardinal Farrel, McCarrick's friend, has a strange view of the priesthood
All'interno dello Stato della Città del Vaticano, il 16 febbraio 2023 si è aperto il convegno "Pastori e Fedeli laici chiamati a camminare insieme". L'incontro si svolge nell'Aula nuova del Sinodo e terminerà il 18 febbraio.
L'obiettivo, riferiscono dal Dicastero, è quello di sensibilizzare, pastori e fedeli laici, alla corresponsabilità. La sensazione, però, non è questa. In numerose occasioni, ultimamente, si sta promuovendo una demonizzazione dei presbiteri (sopratutto coloro che sono ben formati) per poter elogiare, al contrario, la figura dei laici. Una lotta, questa, che sta prendendo il posto della odiosa distinzione fra "modernisti e tradizionalisti" che piace molto ai giornalisti. Eppure, i sacerdoti non hanno mai collaborato a sminuire la figura dei laici, anzi, hanno sempre sostenuto che questi possono rivestire determinati ruoli ma, come prevede lo stesso diritto, non possono certo ambire a chissà quali incarichi. La nostra domanda, ancora una volta, è: le persone vengono in Chiesa per realizzare la loro smania di potere o per cercare Gesù Cristo?
Ad aprire il convegno è stato il Cardinale Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Kevin Joseph Farrell, è stato vescovo ausiliare dell'Arcidiocesi di Washington. Ad ordinarlo vescovo fu l'Eminentissimo Signor Cardinale Theodore Edgar McCarrick, di cui è stato vicario generale e moderator curiae.
Le ombre sulla sua vita
Quando scoppiò lo scandalo che ha riguardato il porporato americano, Farrell ha sempre riferito di non sapere assolutamente nulla. Circostanza strana, riferiscono molti sacerdoti e vescovi americani, in quanto il prelato dimorava nella medesima abitazione di McCarrick. Nel frattempo, però, Francesco ha maturato un feticcio nei confronti di questo uomo. Perchè? Beh, perché è uno di quei presbiteri che sputano nel piatto in cui mangiano. "La Chiesa non è all'altezza del suo compito", "troppo clericalismo", ecc…
Sì, perché questo è il sistema utilizzato dalla stampa e al Papa piace. Se sei accusato di pedofilia e sei un "conservatore", sei necessariamente colpevole ancor prima del processo; se sei accusato di pedofilia e sei uno che parla di donne prete, allora va benissimo così. Abusa e copri un po' chi ti pare, resti dove sei.
Per il vescovo irlandese Farrel, dopo l'elezione di Papa Francesco, è iniziata la scalata verso il milione. Chissà come mai, negli otto anni di pontificato di Benedetto XVI quest'uomo è rimasto a Dallas ed è stato lasciato lì nel silenzio. Bergoglio, giunto dalla fine del mondo, lo ha chiamato a Roma e il 15 agosto 2016 lo ha nominato prefetto del nuovo Dicastero per i laici, la famiglia e la vita.
In tutto il globo non c'era nessuno di più competente sul tema? Si tratta di un presbitero che ha evidenti problemi anche con la sua vocazione. Prima entra nei Legionari di Cristo, poi esce e si incardina. Dove si incardina? A Washington. Lui è originario di Dublino. "Beh, certamente ora è in buona compagnia visto che all'interno del Dicastero abbiamo piazzato anche chi è stato "silurato" da un'altra Congregazione religiosa, no?", riferisce un porporato. Ma Francesco ai vescovi italiani non aveva detto che bisognava essere severi con coloro che uscivano ed entravano? Anche qui, funziona un po' come piace al Re. Un vescovo, durante l'incontro con la CEI, lo aveva fatto notare al Papa stesso, il quale aveva risposto: "Eh, si ma dipende caso per caso". In effetti, i casi dipendono da ciò che si professa: se sei allineato al padrone, puoi fare ciò che vuoi; diversamente, ti arrangi.
Quando Francesco chiamò a Roma Farrel, fece la sua prima mossa per eliminare un fedele servitore di Benedetto XVI. Si tratta di S.E.R. Mons. Josef Clemens, segretario del Cardinale Ratzinger per lungo tempo, il quale ha compiuto 75 anni solo a giugno del 2022. Bergoglio, però, lo ha silurato e messo a riposo quando ne aveva solo 69 anni.
Dopo la chiamata a Roma, Kevin Joseph Farrell ha iniziato, sempre più, ad accumulare incarichi all'interno della Santa Sede. Il 19 novembre 2016 il Pontefice lo ha creato cardinale. Il 10 giugno 2017, Francesco lo ha nominato membro dell'Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica. Nel febbraio 2019, addirittura, Farrel viene nominato Camerlengo di Santa Romana Chiesa. Il 29 settembre 2020 il Papa lo inserisce nella Commissione di materie riservate nominandolo presidente e il 07 giugno 2022 viene nominato presidente del Comitato per gli investimenti.
Non dimentichiamo che Farrell è colui che ha guidato tutta l'organizzazione del X Incontro Mondiale delle Famiglie che si è svolto a Roma dal 22 al 26 giugno 2022. In quella circostanza Farrel scelse il mosaico di Marko Ivan Rupnik, condannato per aver assolto il complice nel de sexto, quale immagine rappresentativa dell'evento.
È chiaro, però, che il metodo è quello utilizzato dal più grande ispiratore di Jorge Mario Bergoglio: "Al amigo todo; el enemigo, ni justicia". Ed è così che Francesco sta governando la Chiesa Cattolica da ben dieci lunghi anni. Presbiteri ridotti allo stato laicale perché la megera del paese ha detto che hanno buttato le cartacce per terra, vescovi abusatori conclamati chiamati in Vaticano e protetti. E così, fra uno scandalo coperto ed un altro messo a tacere, Francesco invita i giornalisti alla sua mensa per potergli spiegare come in realtà tutto fila liscio.
La cosa importante, chiarissima sin dall'inizio, è sempre stata quella di demonizzare il clero. Presbiteri che sono incapaci, troppo concentrati sul sacro e poco vicini alla gente. Francesco ha sempre visto la figura di Gesù Cristo molto "impegnata nel sociale" e molto spesso si è dimenticato di quel sudore misto a sangue versato nell'orto degli ulivi. Non parliamo della vita contemplativa, perché, appunto, non è contemplata per Francesco.
Il Convegno in Vaticano
Seppur Farrel non ha ottenuto altro che una licenza in filosofia e teologia, all'interno dell'Aula nuova del Sinodo, oggi ha tuonato contro i presbiteri. "Si tratta – ha detto Farrel – di affidare ai laici alcuni compiti per i quali essi dimostrano maggiori competenze, zelo e creatività rispetto a preti e consacrati che possono essere abituati a metodologie e prassi più tradizionali e meno "scomode". Probabilmente, Farrel non ha studiato abbastanza San Tommaso pur avendo frequentato l'Angelicum. Il presbitero è prima di tutto uomo e poi ministro sacro. Quali sarebbero i compiti in cui i laici sono più bravi dei presbiteri? Per essere più preparati di Farrel non ci vuole molto, eppure lui è lì, come mai?
Certo, oggi la società non aiuta ad una riflessione seria ed anche la Chiesa ha la smania di voler sentire gli applausi che giungono da oltre il Tevere. Non abbiamo bisogno di persone che entrano a far parte di un organico solo per il loro sesso o per il loro status. Le persone, presbiteri o laici, devono ricoprire i ruoli per la loro competenza.Ci sono laici che non hanno idea neppure di cosa sia il Catechismo della Chiesa Cattolica, e li abbiamo messi a capo di Commissioni di Vigilanza del Vicariato. Ci sono laici che abbiamo sbattuto fuori da Congregazioni religiose e sono finiti a insegnare religione cattolica solo perché "poverino sennò poi cosa fa" ed ora li piazziamo a guidare i dicasteri. Ci sono cardinali che non hanno ben chiara qual è la loro vocazione e sputano nel piatto in cui mangiano, dicendo che la Chiesa non è all'altezza del suo compito. Abbiamo tutta una serie di soggetti con evidenti problemi e passiamo il nostro tempo a dire che "gli altri sono rigidi" o, peggio ancora, "i novelli presbiteri sono rigidi, troppo legati alla forma". Siamo diventati come i manicomi dove coloro che sono dentro dicono che quelli fuori sono pazzi.
Piuttosto che fare dei Convegni sul "sacerdozio comune" e sulla "collaborazione fra pastori e laici", sarebbe il caso di iniziare a riflettere sulla figura del presbitero e del laico. Bisogna iniziare a scardinare quell'idea, fin troppo diffusa, che nella Chiesa si entra per comandare. Ci sono certamente alcuni presbiteri che hanno avuto questa "smania", ma sono diffusissimi (dal 2013 proliferano incredibilmente) anche i laici che "dettano legge" e "comandano a bacchetta" anche i parroci. Persone che hanno reso l'ambiente parrocchiale o associativo, nauseabondo.
Poi Farrel continua dicendo che in alcuni campi, i laici sono più preparati. Si pensi, ad esempio, all'amministrazione economica e alle finanze oppure al diritto civile o canonico. "Pensiamo – ha detto – ai processi di nullità matrimoniale; il campo del biodiritto e della bioetica, soprattutto per quei laici che provengono da studi di medicina". Il problema è duplice. In primo luogo, chi ci dice che non ci sono presbiteri preparati in questo campo? In secondo luogo, vogliamo rispondere agli errori commessi da vescovi come Farrel in questo modo? Negli anni passati, infatti, sopratutto a seguito di un Concilio mai celebrato, i vescovi hanno iniziato a mandare sempre meno presbiteri a studiare. Da una parte c'era l'evidente impossibilità di perdere il prete per mandarlo nell'Urbe a studiare, dall'altra c'era il diffuso disprezzo per lo studio. Anzi, coloro che volevano studiare erano etichettati (e lo sono ancora) come "carrieristi ed arrampicatori".
Il risultato? "Impieghiamo i laici nei tribunali ecclesiastici, diamogli la cassa delle Chiese", dicono questi illustri cardinali "francescani". Magari diciamo anche ai preti di andare a chiedere l'elemosina al "laico con la cassa" ogni volta che vogliono un panino. Farrel, ma non solo lui, dovrebbe iniziare a chiedersi se il sacerdozio è davvero ciò a cui è chiamato, prima ancora che all'episcopato. Se non è felice di questa scelta, può sempre lasciare il suo appartamento, il suo stipendio, la sua macchina e tutto quanto gli è stato concesso e tornare a Washington da McCarrick.
Vorremmo ricordare che, i numerosi incarichi che Farrel sta ricoprendo, danno adito anche a numerosi conflitti di interesse ed è un po' sospetto il fatto che un solo porporato ricopra tutti questi ruoli. Francesco non aveva parlato di eliminare i fortini di potere nella Curia Romana? Oppure, semplicemente, bisognava sostituire i vecchi con i nuovi?
R.M.
Silere non possum