Polish bishops speak out in defence of John Paul II
“Invito tutte le persone di buona volontà a non distruggere il bene comune, che senza dubbio include l’eredità di Giovanni Paolo II. I polacchi dovrebbero ricordare la benedizione che la Provvidenza ci ha dato attraverso questo Papa”. Sono parole dure quelle di S.E.R. Mons. Stanisław Gądecki, presidente della Conferenza Episcopale polacca.
Gądecki ha lanciato un attacco: “Gli autori di queste voci di discredito si sono impegnati a valutare Karol Wojtyła in modo parziale, spesso astorico, senza conoscere il contesto, considerando acriticamente i documenti creati dai servizi di sicurezza come fonti affidabili“.
Gli attacchi a Giovanni Paolo II sono molteplici e, in Polonia, sono moltissimi. Nel Paese, infatti, il Pontefice ha rappresentato davvero un uomo politico e, di conseguenza, non perdono occasione per screditarlo. Recentemente è stato messo in onda un documentario su TVN. Si tratta di un canale molto critico nei confronti del partito Diritto e Giustizia, che governa attualmente il Paese. Marcin Gutowski, autore del documentario, si è scagliato contro Giovanni Paolo II. Qualche tempo fa si scagliò contro il segretario, S.E.R. il Sig. Cardinale Stanisław Dziwisz, e lo accusò di aver gestito male i casi di abuso sui minori commessi da presbiteri.
Una persona, ovviamente anonima, intervistata da Gutowski ha riferito: “Wojtyła volle prima accertarsi che fosse tutto vero. Mi chiese di non dire niente ad altri e mi assicurò che se ne sarebbe occupato lui”.
Tale comportamento dell’Arcivescovo di Cracovia non fu affatto sbagliato. Quando una vittima denuncia, l’autorità fa le sue indagini e deve mantenere il riserbo sia sull’accusato che sull’accusatore. Questo è fondamentale per poter condurre indagini giuste e che tutelino le storie delle persone. Questo è ciò che il diritto canonico ha sempre fatto: tutelare le persone. Quando sono stati appurati i fatti, però, l’allora cardinale fece tutto ciò che era previsto dalla normativa vigente. Come ha detto Papa Francesco recentemente, non possiamo giudicare la storia con gli occhi del presente. Se Woytila avesse violato le norme, allora si sarebbe trattato di un altro discorso.
In Vaticano questo atteggiamento ha provocato grande amarezza e un porporato ha riferito: “Sarebbe il momento che anche il Papa prendesse posizione contro queste indagini che non hanno documentazione ma solo accuse di persone anonime. Si tratta di processi kafkiani. Queste accuse devono trovare ferma risposta della Chiesa che ha condotto un procedimento, addirittura, che ha dichiarato quest’uomo Santo”. E ha aggiunto: “Non dimentichiamo che gli attacchi a Woytila purtroppo sono arrivati recentemente anche da persone che ancora abbiamo in casa. Attacchi gratuiti. Non documentati. Questo è gravissimo”.
M.L.
Silere non possum
DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE POLACCA IN RELAZIONE ALLE PUBBLICAZIONI RIGUARDANTI IL METROPOLITA DI CRACOVIA CARD. KAROL WOJTYLA
San Giovanni Paolo II è uno dei papi più eminenti e dei più grandi polacchi. La sua predicazione papale, le visite apostoliche e gli sforzi diplomatici hanno contribuito alla crescita spirituale di milioni di persone in tutto il mondo. Per loro, il Papa polacco è stato e rimane un punto di riferimento morale, un maestro di fede e un intercessore in cielo.
In quest’ottica, i tentativi di screditare la sua persona e il suo lavoro, intrapresi con il pretesto di preoccuparsi della verità e del bene, sono scioccanti. Gli autori di queste voci di discredito si sono impegnati a valutare Karol Wojtyła in modo parziale, spesso astorico, senza conoscere il contesto, accettando acriticamente i documenti creati dai servizi di sicurezza come fonti affidabili. Così facendo, hanno ignorato i rapporti e gli studi esistenti che ritraggono in modo affidabile le sue parole e i suoi atti. I membri del Consiglio permanente della Conferenza episcopale polacca hanno già sottolineato una volta (il 18 novembre 2022) che l’attacco mediatico al cardinale Karol Wojtyła, allora Papa polacco e al suo pontificato, ha cause più profonde.
Vorrei a questo punto esprimere un sentito ringraziamento a tutti coloro che negli ultimi tempi hanno difeso l’eredità e la persona di San Giovanni Paolo II, che, tra l’altro, ha contribuito alla liberazione della Polonia e di altri Paesi dal comunismo sovietico.
È con la decisione di Giovanni Paolo II che la Chiesa si è impegnata con determinazione per creare strutture e sviluppare procedure univoche per garantire la sicurezza dei bambini e dei giovani, per punire debitamente i colpevoli di crimini sessuali e, soprattutto, per assistere coloro che hanno subito un torto. Con l’emanazione del documento Sacramentorum sanctitatis tutela per tutta la Chiesa, che riconosce il danno inflitto a un bambino nella sfera sessuale come uno dei crimini più gravi, Giovanni Paolo II ha obbligato tutti gli episcopati del mondo a introdurre norme specifiche per affrontare questi casi. Si trattava di una decisione assolutamente inedita e innovativa.
Difendere la santità e la grandezza di Giovanni Paolo II non significa, ovviamente, affermare che non abbia potuto commettere errori. Essere il pastore della Chiesa in un’epoca in cui l’Europa era divisa tra l’Occidente e il blocco sovietico significava dover affrontare sfide impegnative. Bisogna anche essere consapevoli che a quel tempo, non solo in Polonia, le leggi erano diverse da quelle di oggi, la coscienza sociale e i modi abituali di risolvere i problemi erano diversi.
Invito quindi tutte le persone di buona volontà a non distruggere il bene comune, che è senza dubbio l’eredità di Giovanni Paolo II. I polacchi devono ricordare la benedizione che la Provvidenza ci ha dato attraverso questo Papa.
Varsavia, 9 marzo 2023
Arcivescovo Stanisław Gądecki
Metropolita di Poznań
Presidente della Conferenza Episcopale Polacca