Arriva come una doccia fredda per il titolare della Terza Loggia la prefazione di Papa Francesco ad un libro di Enzo Bianchi sulla Fraternità edito da Einaudi.  L'ultimo atto firmato da Pietro Parolin in merito all'affaire Bose fu la lettera del 22 gennaio 2022 che Silere non possum pubblicò in esclusiva nonostante fosse un documento riservato ad alcuni vescovi italiani. Il porporato, dopo aver avviato una persecuzione meschina ai danni di Enzo Bianchi, scriveva: «La decisione [dell'allontanamento ndr] è stata presa in base a motivi ritenuti gravi, comunicati ai diretti interessati, ma non resi pubblici, nel massimo rispetto possibile della riservatezza. Successivamente il testo integrale del Decreto cominciò a circolare sul web indipendentemente dalla volontà della Segreteria di Stato e senza alcuna autorizzazione del Delegato Pontificio, p. Amedeo Cencini, FCC». Il Segretario di Sua Santità aveva un po' di difficoltà a citare Silere non possum, poverino, e quindi parlava di Web. Quel documento, però, fu pubblicato da questo portale di informazione proprio per dimostrare che i "motivi ritenuti gravi", in realtà, non esistevano.

Parolin - che è l'emblema del diplomatico senz'anima - però, ha portato avanti la sua battaglia a Bose al fine di trasformarlo in un monastero sui iuris. In quest'opera si è fatto affiancare da Amedeo Cencini, noto per la sua psicologia studiata sui cerali Kellogg's. In questi anni il Segretario di Stato ha sempre parlato di "volontà del Santo Padre" ma quando i cardinali e i vescovi interpellavano chi sta a Santa Marta si sentivano dire: "Non condivido nulla, ha fatto tutto Parolin". E in questo folle "scarica barile" si sono ritrovati, per anni, i monaci allontanati e lo stesso Enzo Bianchi che ha dovuto combattere pur avendo numerosi problemi di salute e ben 81 anni. Ora, si può condividere come no la visione di Chiesa e del cattolicesimo di quest'uomo, ma è chiaro che qui si parla di diritto e carità. Non solo, anche di coerenza. Per anni quest'uomo è stato offerto al mondo come il "grande promotore dell'ecumenismo", "il grande predicatore", "il grande qui", "il grande là" ed ora viene preso e sbattuto per strada senza neppure quella carità che dovrebbe contraddistinguere minimamente i nostri ambienti? Un uomo che ha speso tutto sé stesso per poter costruire una fraternità dove vivere e poter morire in santa pace ed ora, oltrepassati i settant'anni, si è ritrovato buttato fuori da casa sua perchè Luciano Manicardi, Guido Dotti e i suoi amichetti avevano ambizioni di potere? Senza dimenticare i soldi fregati alla Regione Piemonte e che hanno dovuto restituire grazie alla denuncia che Silere non possum fece (quando ancora questo portale era gestito unicamente dal Direttore, che fu l'unico capace a far luce su questa penosa vicenda). 

Il Papa su Enzo Bianchi: «Profondità umana e intelligenza spirituale»

Dopo anni di persecuzione, in merito alla quale comunque Papa Francesco è rimasto a guardare, ora il Pontefice sembra voler rendere pubblico il suo dissenso su quanto fatto da Pietro Parolin contro Enzo Bianchi e i suoi fratelli. Bergoglio ha preso carta e penna ed ha voluto scrivere - lui di sua sponte - la prefazione al libro che il fondatore della comunità di Bose ha scritto su un tema particolarmente importante: la Fraternità. «In questo libro - scrive il Papa - Enzo Bianchi, con la sua abituale profondità umana e intelligenza spirituale, mostra che la fraternità è la vocazione dell'umanità. Siamo tutti fratelli e sorelle in umanità, mortali ma con la consapevolezza di essere viventi per stare in relazione gli uni con gli altri. Il grande dono che possiamo accogliere è l'altro: vicino o lontano, conosciuto o sconosciuto, amico o nemico. Se ci mettiamo accanto, abbiamo sempre di fronte un fratello, una sorella, e sentiamo di avere un'unica vocazione: passare dal dire "io" al dire "noi", per vivere insieme».

«Se si definisce la fraternità nei suoi effetti occorre subito dire che essa è la resistenza alla crudeltà del mondo. Perché da quando c’è l’umanità Polemos, il demone della guerra, è presente e si manifesta nella rivalità che giunge alla negazione, all’uccisione dell’altro come rivela il fratricidio di Abele da parte di Caino. Ecco perché la fraternità deve rigenerarsi sempre senza posa e resistere alla rivalità che porta alla violenza e alla guerra. Purtroppo, la fraternità è ciò che manca di piú al nostro vivere insieme, ed è proprio la sua assenza che causa sofferenza. Senza la fraternità, l’uguaglianza e la libertà resteranno sempre valori minacciati, deboli e facilmente contraddetti. Certamente, la fraternità va decisa con una scelta: il rigetto dell’esclusione, la volontà della riconciliazione, il desiderio di una comunione umana profonda» ha spiegato il Papa nella Prefazione.

Si conclude così - speriamo - questa vergognosa vicenda che ha visto la Segreteria di Stato assalire letteralmente una realtà sulla quale aveva da sempre tentato di "incamerare". Un esempio perfetto, questo, di come l'abuso di potere può essere compiuto dall'autorità ecclesiastica celandolo dietro a fini "di cura" e "di premura". Una vicenda che ha offerto una triste testimonianza di come Amedeo Cencini, Anna Deodato (la falsa psicologa) ed Enrico Parolari abbiano compiuto azioni che sono ben lontane dalla carità. Tutto questo con la benedizione del Segretario di Stato, un uomo che appare tanto pacato quanto falso. 

d.V.T.

Silere non possum