Francis had a private meeting with journalist Morales Solá
“Voglio andare nel Paese l’anno prossimo”. Lo ha detto Papa Francesco in un incontro con il giornalista Morales Solá. Bergoglio si riferisce al suo Paese natale dove in dieci anni di pontificato non ha mai voluto mettere piede. Del resto, riferiscono alcune persone a Santa Marta, “basta sentire cosa dicono i suoi preti a Buenos Aires per capire”.
Sono molti, infatti, i sacerdoti e fedeli che offrono una testimonianza su Bergoglio che è ben diversa da quella che raccontano i media.
In un articolo uscito domenica 23 aprile 2023 su La Nacion, Solá racconta che Francesco vuole visitare l’Argentina nel 2024 quando il Paese avrà già vissuto il delicato momento delle elezioni politiche.
Nomina dell’Arcivescovo di Buenos Aires
In queste settimane, ha raccontato il Papa, si sta pensando al nuovo Arcivescovo di Buenos Aires. Il cardinale Mario Poli, infatti, ha inviato a Roma la lettera di rinuncia a novembre 2022.
“Posso solo dire che ci sono tre candidati forti. Non posso fare il nome di nessuno perché solo uno sarà nominato. Devo tenere conto dell’opinione delle istituzioni vaticane e dei cardinali che sono a capo di tali istituzioni. Non è solo una decisione personale”, ha riferito Bergoglio. Il 20 aprile 2023, il Pontefice ha incontrato l’Arcivescovo di Buenos Aires e gli ha riferito che sarà presto sostituito.
Caso Orlandi
Bergoglio è tornato sulle polemiche che sono scaturite dalle vergognoso e gravi affermazioni di Pietro Orlandi in merito a Giovanni Paolo II. Il fratello della ragazza, cittadina vaticana che è scomparsa in Italia nel 1983, aveva detto, alla televisione italiana, che il Papa di notte “si recava in giro, non certo per benedire le case”.
Nonostante sia stato costretto alle scuse, Orlandi nelle scorse ore è tornato a ribadire la sua posizione condividendo un articolo di un non meglio precisato soggetto che ha preso le parole contenuto nel libro del cardinale Dziwisz, una vita con Karol, e le ha utilizzate per confermare questa tesi falsa e calunniosa. Difatti, il cardinale Dziwisz ha sempre parlato di uscite diurne e non notturne. Uscite finalizzate a raggiungere luoghi dove il Pontefice potesse sciare e non fare altro.
Il dolore delle persone è certamente grande e la vicenda è chiaramente oscura. Questo, però, non permette alle persone di dire la qualunque. Sopratutto nei confronti di un Papa che si spese per la vicenda. Non dimentichiamo che Pietro Orlandi è stato inserito a lavorare allo IOR pur non avendo alcun titolo per rivestire quel ruolo. Proprio come tanti altri che hanno popolato questa istituzione. Negli anni ci si è sempre focalizzati su quanto non è stato fatto dal Vaticano ma non dimentichiamo che la ragazza è scomparsa in Italia e non in Vaticano. E se non ci sfugge qualcosa, in territorio italiano c’è stato qualcun’altra che non ha fatto le dovute indagini.
“Giovanni Paolo II – ha detto categoricamente Papa Francesco – è stato un santo in vita ed è ora un santo formalmente dopo la sua morte. Nessuno può onestamente dubitare della decenza di Papa Wojtyla”.
Il futuro di Gänswein
Francesco è tornato a parlare di Benedetto XVI ed ha detto che ha proposto all’arcivescovo Georg Gänswein di tornare in Germania. Bergoglio ha fatto un parallelismo con Stanisław Jan Dziwisz. Sulla base di queste affermazioni, sarebbe dovuto diventare Arcivescovo di Friburgo in Brisgovia.
L’arcivescovo Stephan Burger, però, ha solo sessanta anni, perciò sarebbe dovuto essere spostato?
Francesco sa bene che il parallelismo con il segretario di Giovanni Paolo II non funziona e può essere propinato solo a giornalisti che non conoscono affatto questo “sistema”. In Polonia, Dziwisz, non ha certamente avuto i problemi che potrebbe avere un uomo come Gänswein in Germania. La Polonia non ha certo i problemi, anche dottrinali, che ha la Germania. Anzi. Inoltre, i due sono caratterialmente ben diversi e il risultato è stato evidente anche durante il pontificato stesso di Benedetto XVI. Dziwisz era un sergente qui in Vaticano e non si è mai fatto mettere i piedi in testa da nessuno.
Non dimentichiamo che la Conferenza Episcopale è composta da soggetti protestanti, più che cattolici. Mandare Gänswein sarebbe un enorme dispetto.
Bergoglio, comunque, ha detto al giornalista che l’ex segretario di Benedetto XVI ha due scelte: o la Germania oppure restare in Italia ma con un incarico fuori dal Vaticano.
Il Papa che è diventato famoso per essere innovativo, quindi, sul futuro dei segretari dei predecessori non vuole apportare alcun elemento di novità. Ne prendiamo atto.