The German Synod risks commissariat. A dedicated commission is being considered in Rome to sort out the problems.

Mercoledì 29 marzo 2023, S.E.R. il Sig. Cardinale Arthur Roche ha indirizzato una lettera al Presidente della Conferenza Episcopale tedesca, Mons. Georg Bätzing.

La missiva arriva in risposta al testo adottato dalla quinta Assemblea sinodale conclusiva, la quale, a marzo, ha chiesto ai vescovi di elaborare una norma particolare, cioè una legge ecclesiastica valida per il territorio della Conferenza episcopale, con la quale si permetta ufficialmente anche ai laici di predicare nella celebrazione eucaristica. Inoltre, si parla di amministrazione del Battesimo da parte dei laici e quant’altro.

Il testo porta il titolo: “Proclamazione del Vangelo da parte dei laici nella Parola e nei Sacramenti”. Il documento adottato dall’assemblea richiede anche l’approvazione da parte della Santa Sede.

Roma fa muro contro Batzing

Il prefetto del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti è intervenuto con una lettera e fa riferimento a temi trattati anche durante la visita ad limina apostolorum nel novembre 2022. Di quell'incontro Silere non possum ne ha parlato qui. Difatti, anche in quella occasione, Batzing tentò di convincere il Dicastero della necessità di far amministrare questi sacramenti ai laici in nome di una scarsità dei presbiteri.

Con questa missiva arriva un secco no da parte di Roma alle bugie e alle derive che questi prelati stanno portando avanti da anni e, in Segreteria di Stato qualcuno ha iniziato a perdere la pazienza. "Si sta pensando ad una sorta di commissariamento, una formula che deve ancora essere individuata nei modi e nelle persone. Una commissione, guidata da un chierico che si occupi di questa questione. È chiaro che viene strumentalizzato uno strumento come il Sinodo per portare avanti altri interessi che minano l'unità con la Sede petrina", riferisce un prelato.

Nella lettera, il cardinale prefetto ricorda al vescovo Batzing la normativa in vigore e precisa che non è possibile che la predicazione dei laici si trasformi in una prassi. 

Il canone 764 del Codice di Diritto Canonico, infatti, recita: "i presbiteri e i diaconi godono della facoltà di predicare dovunque, da esercitare con il consenso almeno presunto del rettore della chiesa, a meno che la medesima facoltà non sia stata ristretta o tolta del tutto da parte dell'Ordinario competente, o per legge particolare si richieda la licenza espressa" e il canone 766 prevede una eccezione "I laici possono essere ammessi a predicare in una chiesa o oratorio, se in determinate circostanze lo richieda la necessità o in casi particolari l'utilità lo consigli, secondo le disposizioni della Conferenza Episcopale, e salvo il can. 767, §1". 

Roche precisa che"questa non è un'esclusione dei laici e, naturalmente, non è una negazione del diritto e del dovere di ogni battezzato, uomo o donna, di annunciare il Vangelo, ma piuttosto un'affermazione della specificità di questa forma di annuncio, che è l'omelia".

La predicazione dei laici potrebbe portare,"nella coscienza della comunità cristiana malintesi sulla forma e sull'identità del sacerdote".

È necessario, scrive Roche, spiegare "che esistono distinzioni operate dallo Spirito che fa emergere diversi carismi, distinti e complementari" e aggiunge: "Parola e sacramento sono realtà inseparabili e, nella misura in cui non sono espressioni meramente formali dell'esercizio della "sacra potestas", non sono né separabili né delegabili".

Anche in merito all’ambizione di ottenere un rito per l’amministrazione del Sacro Battesimo da parte dei laici, il cardinale Roche sottolinea che questo sacramento può essere amministrato da questi solo in caso di assenza o impedimento di un chierico. Questa condizione si può dire soddisfatta se non è possibile raggiungere un ministro ordinario del battesimo entro un mese. Tali circostanze, però, “non sembrano essere presenti in nessuna diocesi dell’area della Conferenza episcopale tedesca, se si prendono come base i dati dell’Annuario Pontificio sul clero disponibile”, chiosa il prefetto.

Il cardinale spiega che nell’edizione in lingua tedesca della liturgia battesimale approvata nel 2006, la sezione sul battesimo dei bambini in assenza di un sacerdote o di un diacono contenuta nell’originale latino non è stata inclusa “perché la Conferenza episcopale tedesca non ha considerato le condizioni di necessità più comuni nei Paesi di missione o di recente evangelizzazione”. È per questo motivo, infatti, che non esiste un rito approvato in lingua tedesca per la celebrazione del battesimo da parte di un ministro straordinario. Altresì, il rito battesimale ecumenico pubblicato da alcune diocesi tedesche e chiese regionali protestanti nel 2021 per i bambini delle famiglie unite dalla confessione non ha ricevuto alcuna approvazione e, quindi, non deve essere utilizzato.

Roche si sofferma anche su un’altra tematica: la traduzione dei testi liturgici in lingua tedesca. Le traduzioni devono essere “fedeli e appropriate”, spiega il Prefetto. “Non si tratta di creare nuovi e diversi riti per le singole nazioni, ma di offrire la possibilità di vivere l’unico Rito Romano nella specificità di ogni Chiesa”. 

Tutte le richieste di “adattamento” dei testi liturgici devono essere inviate al Dicastero con una domanda di recognitio da parte dei vescovi. Diversamente si tratterà di abuso.

Non ha sortito alcun effetto, quindi, la lettera con cui Papa Francesco si rivolgeva a questi vescovi, presbiteri, uomini e donne che compongono il Popolo di Dio in Germania. Bergoglio scriveva: “Alla base di questa tentazione c’è il pensare che, di fronte a tanti problemi e carenze, la risposta migliore sarebbe riorganizzare le cose, fare cambiamenti e specialmente “rammendi” che consentano di mettere in ordine e in sintonia la vita della Chiesa adattandola alla logica presente o a quella di un gruppo particolare. Seguendo questo cammino potrebbe sembrare che tutto si risolverà e le cose si rincanaleranno se la vita ecclesiale entrerà in un “determinato” nuovo e antico ordine che metta fine alle tensioni proprie del nostro essere umani e a quelle che il Vangelo vuole suscitare

Ancora una volta, il Cammino sinodale tedesco sta dimostrando di non avere alcuna voglia di restare unito a Pietro e alcuni vescovi tedeschi stanno strumentalizzando gli stessi laici per portare a compimento un progetto ideologico tutto loro. Il rischio è molto grosso sopratutto perchè, forse qualcuno lo ha dimenticato, i pastori hanno la responsabilità delle anime dei propri fedeli e “extra Ecclesiam nulla salus”. 

S.I.

Silere non possum