Diocesi di Milano

Sabato 10 agosto 2024 S.E.R. Mons. Mario Enrico Delpini ha presieduto la Santa Messa presso il Santuario di Santa Maria del Monte in Varese. La celebrazione è stata preceduta dalla salita alle Cappelle con la recita del santo Rosario. Il presule ha celebrato l'Eucarestia in occasione dei 550 anni dalla fondazione del Monastero delle Romite Ambrosiane.

Fu Caterina ad inviare a Roma, il 5 gennaio 1473 una supplica a Papa Sisto IV (Francesco della Rovere). Quasi due anni più tardi, il 10 novembre 1474, il Pontefice accolse quella devota richiesta, autorizzando, con una bolla, l’erezione di una comunità monastica accanto al santuario di Santa Maria del Monte, sopra Varese. 

Foto © Angelo Puricelli - Agenzia Blitz

Dal 10 agosto 1476, giorno nel quale Caterina e Giuliana fecero la loro professione solenne, al Sacro Monte le monache scelsero di adottare la Regola di sant’Agostino, osservando le Costituzioni dell’Ordine di Sant’Ambrogio ad Nemus. Da quel giorno le monache passarono a vita cenobitica ed elessero Caterina come loro badessa, la quale poté guidare il nuovo monastero per poco meno di due anni, poiché morì il 6 aprile 1478, lasciando alle sorelle il testamento della carità e dell’obbedienza alla volontà di Dio. Giuliana, invece, spirò il 15 agosto 1501, nella notte dell’Assunzione della Beata Vergine Maria: morì santamente come aveva vissuto, nella più assoluta povertà e umiltà, così che come sua ultima volontà volle essere adagiata sulla nuda terra, come san Francesco d’Assisi. 

Ad oggi la comunità conta 27 monache, di cui tre ancora in formazione. Sono guidate dalla Reverenda Madre Maria Rosella Pedroletti e provengono quasi tutte da parrocchie dell'Arcidiocesi di Milano. 

Nella sua omelia l'arcivescovo Delpini ha ricordato: «Le monache, sul monte, nei secoli della loro presenza hanno testimoniato che vale la pena di dedicarsi ad ascoltare, decifrare e praticare la Voce che viene dal Cielo». Ha poi sottolineato: «Il monachesimo e il martirio - oggi celebriamo San Lorenzo diacono e martire - sono stati nei secoli e sono, oggi, il modo più radicale per accogliere e intendere la Voce che viene dal Cielo e mettersi alla sequela di Gesù per offrire a tutti la testimonianza credibile che in questo è glorificato il nome di Dio: nell’essere innalzato perché tutti possano volger lo sguardo a Colui che è stato trafitto e così siano tutti salvati. San Lorenzo con il suo martirio, le monache romite con la loro vita monastica, ci incoraggino dunque a prendere sul serio la Voce che viene dal Cielo perché questa voce è per noi». 



Omelia di S.E.R. Mons. Mario Enrico Delpini



«Venne allora una voce dal Cielo l’ho glorificato e lo glorificherò ancora».

No, non c’è nessuna Voce che venga dal Cielo, affermano con sicurezza gli uomini e le donne del nostro tempo. Il Cielo è muto, il Cielo è disabitato, il Cielo è un enigma indecifrato, il Cielo è un territorio di conquista.

Non c’è nessuna Voce, dice la gente del nostro tempo. C’è addirittura gente insofferente alle annunciazioni, preferisce la disperazione all’affidamento, preferisce razionalizzare piuttosto che lasciarsi sorprendere. E, infatti, la folla che era presente, che aveva udito, diceva che era stato un tuono. Non c’è nessuna Voce dal Cielo, diceva la gente di allora e dice la gente di oggi. E se anche ci fosse un’annunciazione, un angelo inviato da Dio per portare un messaggio o un profeta per parlare in nome di Dio, questo non sarebbe per me, questo non c’entra con la mia vita, noi sappiamo già, noi abbiamo già le nostre cose, i nostri impegni, i nostri fastidi e i nostri problemi. Non ci aspettiamo alcuna annunciazione e del resto non ne abbiamo bisogno, dice la gente. Se c’è una voce sarà per qualcun altro. Così, dunque, è abituata a vivere tanta gente del nostro tempo. Non c’è posto, nel nostro mondo, per gli angeli, non c’è posto per annunciazioni. Non dobbiamo aspettarci nulla dal Cielo. Per questo le monache sono venute sul Monte, per questo da 550 anni la comunità si è costituita, ha vissuto la sua storia, ha attraversato le sue tribolazioni e ha celebrato le sue feste. Per questo sono venute le monache, perché c’è una Voce da ascoltare, un messaggio da ricevere e da decifrare. Non solo per la propria vita personale ma per intendere la Verità stessa della vita e per manifestare la gloria del Padre che è data al Figlio. Per questo ci sono le monache. Per dire: “questa voce è venuta per noi, noi siamo destinatari della Parola che Dio vuol far giungere agli uomini attraverso Gesù, ascoltare questa Parola, permettere a questa Parola di illuminare la vita, rispondere a questa Parola con la riconoscenza e con l’esultanza”. Ecco, questo merita la consacrazione di una vita intera. Le monache sul Monte, nei secoli della loro presenza, come del resto tutti i credenti, nella storia quotidiana in qualsiasi stato di vita hanno testimoniato che vale la pena di dedicarsi ad ascoltare, a decifrare, a praticare la Voce che viene dal Cielo. Sulla vita monastica c’è il rischio di sviluppare una retorica dell’eroismo e della santità, che certo ha un fondamento nella realtà, ma che rischia di avvolgere i monasteri di idealizzazione e di enfasi scentrate rispetto all’essenziale. Oppure, si circonda la vita monastica di perplessità che incalza con interrogativi che rischiano di banalizzare la tradizione monastica continuando a domandare: “ma quante siete? Ma che cosa fate? Ma a che cosa servite? Ma qual è l’età media? Ma di che cosa vivete?”

Ecco una banalità, talvolta diventa la curiosità che circonda i monasteri. Noi possiamo evitare sia l’idealizzazione, sia la perplessità che banalizza. Forse la celebrazione di oggi può ribadire l’essenziale. “Perché siete qui sorelle?” E le monache con la loro vita rispondono: “Siamo qui per ascoltare la Parola che è venuta per noi e per fare di questa Parola la sostanza della nostra vita. Abbiamo ascoltato, abbiamo creduto, abbiamo avvertito l’attrattiva a vivere di questa Parola nel monastero”. Ma che cosa dice questa Parola che viene dal cielo? Parla di Gesù, parla per dire della gloria di Dio che si manifesta in Gesù. Dio si fa conoscere manifestando la sua gloria nella carne del Verbo. “Il Verbo si fece carne e noi abbiamo visto la sua gloria”, dice il Vangelo di Giovanni all’inizio. E così, la voce che viene dal Cielo, conferma la via impensata, inattesa della volontà di salvezza di Dio. Dio vuole che tutti siano salvati. Ma come salva Dio? Salva attraverso quella attrattiva drammatica del figlio innalzato. “Io quando sarò innalzato attirerò tutti a me”. Nella vita privata, nella vita dei potenti del mondo, ecco forse viene da scoraggiarsi. La gente non ascolta la Voce che viene dal Cielo. La gente vive facendo a meno di Dio. Nel nostro tempo non si vedono i segni della gloria di Dio, in questa storia drammatica. Ma chi, invece, ascolta la voce di Dio riconosce che la gloria di Dio non si manifesta in qualche glorioso episodio che sbaraglia i nemici e afferma la vittoria del bene. Non con un trionfo si manifesta la gloria di Dio ma come il seme che produce molto frutto perché muore. Gesù, dunque, percorrere la via della sua glorificazione che conduce alla fecondità misteriosa del suo essere innalzato, del suo morire in croce per consegnare lo spirito e rendere possibile ai figli di Dio di vivere e di morire come il figlio unigenito. Il monachesimo e il martirio - oggi celebriamo San Lorenzo diacono e martire - sono stati nei secoli e sono, oggi, il modo più radicale per accogliere e intendere la Voce che viene dal Cielo e mettersi alla sequela di Gesù per offrire a tutti la testimonianza credibile che in questo è glorificato il nome di Dio: nell’essere innalzato perché tutti possano volger lo sguardo a Colui che è stato trafitto e così siano tutti salvati. San Lorenzo con il suo martirio, le monache romite con la loro vita monastica, ci incoraggino dunque a prendere sul serio la Voce che viene dal Cielo perché questa voce è per noi. A prendere sul serio questa Coce che indica la via della gloria, la manifestazione di Dio, infatti, è questa: c’è un amore che si dona fino alla fine.

+ Mario Enrico Delpini

Foto © Angelo Puricelli - Agenzia Blitz