Nella giornata di oggi, il Reverendo Mons. Michele Elli, Vicario episcopale della Zona V (Monza) dell'Arcidiocesi di Milano, ha letto una lettera ai fedeli della Comunità pastorale “Giovanni Paolo II” di Seregno, comunicando un importante aggiornamento sulla vicenda che ha coinvolto il Reverendo don Samuele Marelli, presbitero ambrosiano. La lettera riguarda l’esito del primo grado di giudizio del processo canonico che ha visto coinvolto il sacerdote e, pertanto, non è una pronuncia definitiva sull'operato del presbitero.
Sentenza di primo grado
Il 24 aprile scorso si è concluso il processo canonico a carico di don Samuele, che era accusato di alcuni delitti. Il Tribunale ecclesiastico ha emesso una sentenza di colpevolezza, riconoscendo che il sacerdote ha violato il sesto comandamento del decalogo sia con un minore che con una persona maggiorenne, utilizzando abuso di autorità. La sentenza riguarda due specifiche fattispecie delittuose: atti contro il sesto comandamento con minore (Can. 1398 § 1, 1°) e atti contro il sesto comandamento con maggiorenne tramite abuso di autorità (Can. 1395 § 3).
Le pene non definitive
A seguito di questa sentenza, sono state inflitte a don Samuele diverse pene canoniche, tutte finalizzate a ripristinare la giustizia, favorire il pentimento del sacerdote e riparare lo scandalo causato. Le misure includono:
- Proibizione di risiedere nell’Arcidiocesi di Milano per cinque anni.
- Proibizione dell’esercizio pubblico del ministero sacerdotale per cinque anni.
- Proibizione perpetua di cercare contatti volontari con minori, salvo la presenza di un accompagnatore maggiorenne.
- Privazione della facoltà di confessare e di svolgere attività di direzione spirituale per dieci anni.
- Proibizione perpetua di cercare contatti volontari con persone che erano domiciliati a Seregno durante il periodo in cui don Samuele ha svolto il suo ministero in quella comunità.
Giustizia e prevenzione
Mons. Elli ha sottolineato che la pena canonica non è un fine in sé, ma uno strumento per il ristabilimento della giustizia, il pentimento del reo e la riparazione dello scandalo (cfr. cann. 1311 § 2 e 1341). Inoltre, la sentenza in primo grado non è definitiva, poiché può essere oggetto di appello. Fino ad allora, rimarranno in vigore le misure cautelari, che impediscono a don Samuele di esercitare il ministero pubblico e di entrare in contatto con i fedeli della comunità di Seregno.
La vicinanza alla comunità
In occasione della Domenica in cui si celebra la “Divina Misericordia”, mons. Elli ha espresso la sua vicinanza alle persone coinvolte e alla comunità cristiana, che sta vivendo un momento di dolore e turbamento.
Il Vicario ha riconosciuto la sofferenza di coloro che sono stati colpiti da questa vicenda e ha esortato tutti a riflettere sull’importanza di una formazione continua di coloro che operano nelle comunità cristiane, in particolare per quanto riguarda la prevenzione e la condivisione delle scelte educative. Il sacerdote ha infine ringraziato quanti hanno sostenuto e incoraggiato la comunità in questo difficile momento, aiutando a portare avanti il cammino di molte persone, specialmente nell’oratorio.
A.L.
Silere non possum