Il 25 febbraio 2025 è stato annunciato pubblicamente dalla Sala Stampa della Santa Sede che Papa Francesco aveva modificato la Legge Fondamentale dello Stato della Città del Vaticano, datata 13 maggio 2023, nonché la Legge n. CCLXXIV sul Governo dello Stato della Città del Vaticano del 25 novembre 2018. Contestualmente, veniva comunicata la nomina dei nuovi Segretari Generali del Governatorato, con decorrenza dal 1° marzo 2025. "Comunicazione fatta solo per evitare che Silere non possum continuasse a mettere in risalto il fatto che quelle leggi erano state violate platealmente", confessa una persona che si è occupato della questione. 

Tuttavia, a distanza di oltre un mese e dopo numerosi articoli di denuncia, non esiste alcuna prova documentale di tali modifiche. La Legge Fondamentale ufficiale in vigore risulta ancora essere quella del 13 maggio 2023, senza alcun aggiornamento o sostituzione. Nessuna nuova versione è stata pubblicata sul sito ufficiale dello Stato della Città del Vaticano o della Santa Sede, né è stata resa disponibile sull'Osservatore Romano, gli Acta Apostolicae Sedis, ecc... Il testo normativo che si affermava essere stato “modificato” resta, nei fatti, invariato.

Questa discrepanza non può e non deve essere ignorata. Lo Stato della Città del Vaticano sta violando ripetutamente, e senza alcun apparente timore, le stesse leggi che esso stesso ha promulgato. Un tale comportamento è incompatibile con i principi fondamentali di qualsiasi stato di diritto.

È urgente che la comunità internazionale prenda atto di questa deriva e intervenga con fermezza. Tutti i cittadini vaticani sono anche cittadini di altri Stati sovrani: questo dato di fatto dovrebbe sollecitare tali Paesi a una presa di posizione chiara e decisa. Troppo spesso si dimentica che coloro che prestano servizio alla Sede Apostolica lo fanno in spirito di fede e di dedizione, non certo per privilegio. È quindi inaccettabile che i loro diritti vengano sistematicamente calpestati, mentre il mondo tace. La Gendarmeria Vaticana sta giocando da anni a guardia e ladri e intercetta illegalmente prelati e laici all'interno della Città Stato, pedina dipendenti ed effettua illegali perquisizioni. Le leggi vengono cambiate in corso di causa, e non si tratta di un caso isolato. Quanto sta avvenendo è frutto di una governance di personaggi che non hanno alcun titolo per stare dove sono

Un grave cancro nello Stato: Alessandro Diddi

Mentre nelle aule di giustizia italiane l’avvocato Alessandro Diddi è oggetto di scherno, persino da parte di presidenti di tribunale che arrivano ad ordinare indagini della Procura della Repubblica sul suo comportamento in aula, spesso giudicato maleducato, oltraggioso e arrogante, in Vaticano si atteggia a spavaldo. Si aggira tra le vie della Città Stato sfoggiando cravatte ridicole e accompagnato immancabilmente da qualche collaboratrice. Negli ultimi anni, l’unico vero risultato ottenuto da Alessandro Diddi è stata una collezione di flop in aula. Ha pubblicato qualche articolo su riviste giuridiche di scarso rilievo, costellati da errori grossolani in materia canonica e vaticana. Non solo: ha anche copiato un intero codice di procedura penale redatto da un giurista e un intero codice penale scritto da un vescovo, senza apportare alcun contributo originale. L’unica cosa sua è una dedica, rivolta a chi gli ha permesso di occupare un posto in questo Stato nonostante l’evidente mancanza di titoli e competenze: Papa Francesco.

Gravi violazioni dei diritti umani fondamentali

Lo abbiamo già visto nel procedimento relativo all’immobile di Sloane Avenue, dove le norme sono state modificate in corso di causa, compromettendo ogni principio di imparzialità e giustizia. E lo vediamo in numerosi altri procedimenti, che rimangono sotto silenzio solo perché le parti coinvolte temono ritorsioni. Avvocati spesso intimoriti da un clima mafioso, dalla pressione esercitata dalla Gendarmeria Vaticana – composto da personaggi che pensano di giocare a guardia e ladri piuttosto che un corpo di polizia a difesa dello Stato del Papa – e da un Promotore di Giustizia, Alessandro Diddi, il cui operato danneggia gravemente l'immagine della Santa Sede e del Pontefice.

Il nodo più grave, però, è che queste carenze e il clima che ne deriva generano violazioni profondissime dei diritti fondamentali. Il diritto di conoscere le leggi che regolano la vita di uno Stato è un principio irrinunciabile in qualsiasi ordinamento giuridico moderno. L’interpretazione di tali norme, inoltre, non può essere affidata a chi non ha mai aperto un manuale di diritto canonico o vaticano. Se si annuncia una modifica legislativa, questa deve essere reale e documentata: i testi aggiornati devono essere pubblici e facilmente accessibili. In caso contrario, si compromette il diritto alla certezza del diritto e si oscura la trasparenza istituzionale. Chi risponde di questa situazione?

«Quella legge non è mai stata modificata, altrimenti lo sapremmo. Secondo lei, il Papa l’avrebbe cambiata dal letto d’ospedale, quando non riusciva nemmeno a scrivere una F con la penna?»
risponde, visibilmente infastidito da questo clima, un porporato di Curia. Il malcontento serpeggia ovunque: cardinali, vescovi, sacerdoti e perfino i laici non ne possono più. Il Vaticano è diventato una terra franca, anche perché certi personaggi hanno imparato bene come conquistare il favore della stampa. I giornalisti, infatti, non raccontano nulla di ciò che realmente accade tra le mura leonine, ormai sedotti – e in molti casi, comprati – con piccoli privilegi: biglietti per i musei, accessi alle celebrazioni, interviste esclusive, passeggiate nei giardini vaticani e perfino fotine nella Cappella Sistina. 

È necessario che il Vaticano faccia chiarezza. Se la Legge Fondamentale è stata effettivamente modificata, ne venga pubblicato il testo ufficiale, integralmente sul sito. Se non è stata modificata, allora l’annuncio del 25 febbraio va rettificato pubblicamente, e le eventuali nomine effettuate in base a una legge “fantasma” vanno sospese fino a regolarizzazione.

In uno Stato che afferma di essere fondato sulla giustizia, la verità non può essere un optional. Alessandro Diddi, piuttosto che fare lo sbruffone con gli indagati, faccia il suo dovere, se ne è capace. Lo sguardo della comunità internazionale è puntato sulla piccola Città Stato e la benevolenza del mondo verso il Papa non salverà il Vaticano per sempre.

p.L. S.
Silere non possum