The synod focuses on seminaries. The Church faces an unprecedented crisis of faith but the Pope focuses on sterile discussions.

“I candidati al Ministero ordinato vanno formati a uno stile e a una mentalità sinodale. La promozione di una cultura della sinodalità implica il rinnovamento dell’attuale curriculum dei seminari e della formazione dei formatori e dei professori di teologia, in modo che ci sia un orientamento più chiaro e deciso verso la formazione a una vita di comunione, missione e partecipazione. La formazione a una spiritualità sinodale è al cuore del rinnovamento della Chiesa”, recita il testo dell’Instrumentum laboris della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi “per una Chiesa sinodale”.

In un momento storico nel quale nella Chiesa vi è una profonda crisi di fede, il Papa vede nel Sinodo la sua ultima creazione. Il documento pubblicato oggi appare come una serie di ideologie e vaneggiamenti di laici e religiose repressi dalla vita e che ora si vogliono scagliare anche “sui seminari per formare alla sinodalità”. Non si parla di educare i giovani alla preghiera, all’affettività, alla sessualità o all’importanza di una sana e robusta formazione teologica. No. Si parla di sinodalità. Ancora una volta nella Chiesa si vuole far passare questo sinodo come una operazione “comune”, “voluta da tutti”; quando in realtà si tratta dell’arroganza e protervia di pochi, sopratutto laici, che vogliono mettere le mani dove fino ad ora è stato loro impedito.

Si tratta di un preciso intento, con il favore dei media, di voler colpire il ministero sacerdotale e le fondamenta della Chiesa Cattolica. La tecnica, peraltro, non è neppure così tanto innovativa se si cerca di colpire subito le realtà formative quali sono i seminari. Anche le peggio dittature si comportano in questo modo. Qualcuno critica molto la situazione odierna in Russia, ma non sembra che qua tiri un’aria molto diversa.

"Si invoca anche un rinnovamento dei programmi dei seminari, in modo che siano più orientati in senso sinodale e più a contatto con tutto il Popolo di Dio", continua il documento. Non sono bastate le sterili e ideologiche iniziative che hanno voluto determinati rettori dei seminari mettendo donne all'interno dell'equipe formativa. Non è bastato  vedere che i giovani escono dai seminari perchè sono stufi di trovare realtà che non hanno senso di esistere. Se si entra oggi in un qualunque seminario della penisola italica, si farà difficoltà a trovare una realtà che non riempie le giornate dei seminaristi con centomila iniziative pastorali: mensa dei poveri, servizio in parrocchia, esperienza in comunità di disadattati che cantano e ballano canzoni del gen fucsia, scout, neocatecumenali, ecc... Ogni giorno della settimana viene riempito di incontri comunitari, incontri con Tizio, Caio, Sempronio. E poi l'incontro della Parola. La Santa Messa quotidiana, se va bene, viene celebrata in 20 minuti. Poi si corre a scuola. E il periodo estivo? Ne vogliamo davvero parlare? Non sentirete mai dire ad un seminarista: sono a riposarmi. Campi estivi, esperienza nella comunità X, esperienza nell'associazione contro la mafia, esperienza a vangare i campi, ecc....

In una Chiesa che non comprende che il primo compito del sacerdote è quello di "stare con Lui", di stare con Cristo, oggi abbiamo anche una realtà come quella del Sinodo che non solo ci fa perdere un sacco di soldi che vengono buttati per parlare del nulla e lasciare pontificare due o tre suore con quattro ciuffi sparati in aria, ma vuole anche prendere di mira i seminari. Realtà che sono già prese di mira dal Papa ad ogni singola udienza. Non si contano più le volte in cui Francesco ha ricevuto i seminaristi e gli ha detto: "Siete troppi, potreste anche fare altro nella vita". 

Il documento, poi, si chiede: "Quali forme di clericalismo permangono nella comunità cristiana? Si registra ancora una percezione di distanza tra i Fedeli laici e i Pastori: che cosa può aiutare a superarla? Quali forme di esercizio dell’autorità e della responsabilità vanno superate in quanto non appropriate a una Chiesa costitutivamente sinodale?"

La risposta è semplice: i laici devono imparare a vivere la loro condizione di laici senza ambizioni e senza pretese di modificare quella che è la dottrina e la struttura della Chiesa. Quando è necessario prendere la scopa e spazzare per terra, le persone devono comprendere che anche quello è servizio. Se bisogna restare nell'ufficio parrocchiale fino a tardi, lo si fa senza lamentarsi che a casa c'è la famiglia che aspetta. Altrimenti è chiaro che se abbiamo portato avanti la Chiesa con una determinata struttura, un motivo ci sarà. 



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Oggi la Chiesa sta affrontando una seria crisi per quanto riguarda la fede. Abbiamo visto come la processione del Corpus Domini non è stata una priorità per la diocesi del Papa. C’è chi si è affannato di più a postare foto di messaggi di pronta guarigione del Papa piuttosto che adorare il Santissimo Sacramento. Ci sono realtà che hanno un completo disinteresse nei confronti dei sacramenti, disinteresse nelle iniziative di preghiera e di adorazione. Il Papa cosa fa? Si circonda di soggetti che sembra si siano svegliati pochi secondi fa e vengono nelle conferenze stampa a parlare di madri, fratelli e sorelle sinodali. 

I giovani sono stanchi di guardare a queste suore con i baffi che continuano a discutere di clericalismo, posti di potere e sciocchezze varie. Come ha evidenziato più di qualche vescovo, oggi in questo processo sinodale vengono ascoltate solo determinate voci e chi continua a dire che “se la Chiesa così non piace, le persone possono andare altrove”, viene tacciato di clericalismo. Eppure, basta dare un’occhiata sui social per rendersi conto di quanti giovani hanno invaso Chartres e quanti hanno partecipato ad iniziative sinodali sterili.

Anche in merito agli abusi, chi compila questi documenti, continua a far passare l’idea che l’abuso è frutto del clericalismo. Eppure, è evidente che per quanto riguarda il laicato gli abusi sono in gran parte maggiori sopratutto quando si affidano loro incarichi. Basti guardare alle realtà dei movimenti laicali (Neocatecumenali, Nuovi Orizzonti, Focolarini). Si tratta di realtà abusanti dove vengono commessi abusi sessuali, spirituali e psicologici e non sono commessi da ministri sacri ma da laici. Questa retorica, quindi, è chiaramente volta a demonizzare il clero ma non racconta nulla della verità di questo dramma. Francesco, poi, ha dimostrato chiaramente come vuole affrontare la tematica degli abusi. Nel caso Rupnik e Zanchetta ha fornito le linee guida pastorali. 

Presto, però, qualcuno dovrà necessariamente tornare alla Casa del Padre e lì ci sarà da tirare le fila su tutta la confusione che è stata creata ed ha trasformato la Chiesa in un luogo dove tutti parlano di sinodo ma nessuno prega più.

L.M.

Silere non possum

Instrumentum Laboris