The Paris court affirmed that the Archbishop of Paris had never committed abuse.

Aupetit è innocente ed oggi lo afferma anche la Procura di Parigi, la quale era stato chiamata ad indagare proprio dall’Arcidiocesi. L’accusa era la solita: “il presule ha abusato di me, mi ha violentata”. Si tratta di un copione che, ormai, è consolidato.

La piaga degli abusi oggi viene strumentalizzata per far fuori i nemici e la Chiesa sembra aver deciso di cavalcare l’onda. L’indagine non era stata avviata, non c’era nulla, neanche una prova. Eppure, la stampa aveva già impiccato l’arcivescovo in piazza. A tal punto da interrogare Papa Francesco sul volo di ritorno dal Viaggio Apostolico in Grecia e Cipro.

Il Papa disse: “Prima di rispondere io dirò: fate l’indagine. Fate l’indagine. Perché c’è pericolo di dire: “E’ stato condannato”. Ma chi lo ha condannato? “L’opinione pubblica, il chiacchiericcio…”. Ma cosa ha fatto? “Non sappiamo. Qualcosa…”. Se voi sapete perché, ditelo. Al contrario, non posso rispondere. […] Per questo, io ho accettato le dimissioni di Aupetit non sull’altare della verità, ma sull’altare dell’ipocrisia. Questo voglio dire. Grazie”. 

Sull'altare dell'ipocrisia, quindi, Papa Francesco ha sacrificato l'arcivescovo di una delle diocesi più importanti nel panorama europeo. Aupetit ha svolto il suo ministero con dedizione e non ha mai arrecato alcun problema. Eppure, il Papa lo ha fatto fuori perchè i giornalisti chiacchieravano. Ed ora? Chi interrogherà quei giornalisti chiedendogli conto di un assassinio? Bergoglio parla spesso del chiacchiericcio e lo condanna ma, come al solito, la pratica e la teoria fanno fatica ad andare d'accordo nel Papa argentino. 

Si tratta di un tema particolarmente delicato e che bisogna affrontare con serietà. Oggi, anche la Chiesa svizzera sta portando avanti una serie di epurazioni e di accuse che si basano sul nulla. Al termine delle indagini sugli abusi vengono sempre sparati grandi numeri ma nessuno spiega quale criterio scientifico e probatorio è stato utilizzato per stabilire i numeri degli abusatori e degli abusi. 

Addirittura, a poche ore dalla pubblicazione di questo report che non ha nulla di scientifico, il Rev.do Jean Scarcella, Abate di St. Maurice, ha rassegnato le proprie dimissioni. Altri vescovi hanno annunciato che sono pronti a dimettersi. Ma dov'è l'amore per la Chiesa? I processi si affrontano stando al proprio posto. Se le accuse vengono provate (in tutti i gradi di giudizio e fino a sentenza definitiva) allora ci si dimette. Che modo è di servire la Chiesa questo?

Mentre la società continua a fare processi contro la Chiesa solo per toglierle credibilità, noi siamo qui a farci colpire in silenzio. Anzi, spesso li incitiamo a colpirci. Questa non è certo la giustizia di cui parla il Signore nel Vangelo.

S.I. e F.P.

Silere non possum