Father Leonardo Sapienza and Mgr Diego Ravelli are fed up with Mauro Gambetti's management.

Domenica 04 settembre 2022 il Santo Padre Francesco ha presieduto la cerimonia di beatificazione del Sommo Pontefice Giovanni Paolo I. Anche le occasioni “più felici”, sono diventate un incubo in questo ultimo anno. L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, la Prefettura della Casa Pontificia, la floreria, gli uffici del protocollo, ecc…Ormai sono tutti stufi e non hanno assolutamente più voglia di mettere piede in Basilica.

Domenica mattina, alle ore 10.30 il Papa si è recato in Piazza. Il tempo non era molto bello e pioveva. Nonostante la pioggia, però, sul sagrato della Basilica c’era uno schifo. Escrementi di piccione, immondizia e chi più ne ha più ne metta. A far notare la cosa ci ha pensato il Rev.do Mons. Leonardo Sapienza, il quale serve la Prefettura della Casa Pontificia da più di quarant’anni. Non si tratta di un frate proveniente da Assisi e che non ha idea di come funzioni una realtà come quella del Vaticano. Si parla di un religioso che ha servito, dapprima come addetto ed ora come reggente, una realtà di fondamentale importanza per il Pontefice. Padre Sapienza in questi anni ha dimostrato grandissima competenza e dedizione alla Chiesa e al Papa.

Il Monsignore ha fatto notare che sarebbe stato compito del team di Mauro Gambetti pulire il sagrato, un minimo. Non solo è indicente ma avrebbe presieduto anche il Santo Padre. Nulla. Ad Ettore Valzania e Claudio Vezzelli, tutto entra da un orecchio ed esce dall’altro. Alla cerimonia partecipavano anche il Presidente della Repubblica italiana, i ministri del Principato di Monaco, delegazioni da Taiwan. A Gambetti non importa nulla. La cosa importante è creare fondazioni, cercare di mettere mano al Giubileo del 2025, rilasciare interviste e far assumere amici.

La Basilica nel frattempo sta diventando uno scempio. Nella Piazza svolazzano i veli copri spalle, in giro per la Basilica ci sono scatoloni per contenerli. Un vero disastro.

Il clima è irrespirabile. I dipendenti sono sottoposti a mobbing psicologico e vengono maltrattati dai dirigenti della Fabbrica di San Pietro, solo perchè ritenuti i responsabili delle fuori uscite delle notizie. Come se Silere non possum avesse bisogno di consultare i dipendenti per ottenere informazioni di ciò che accade all'interno di questo Stato. Mauro Gambetti ed Orazio Pepe non hanno ben chiaro che la loro gestione sta portando seri malumori e Santa Marta non sarà un parafulmine per sempre.  Nel frattempo i dirigenti si aggirano per gli uffici dicendo di essere intoccabili e minacciando ripercussioni ai dipendenti. Lettere di richiamo pretestuose e contestazioni inesistenti. Pressioni psicologiche...tutto questo nello spirito di San Francesco.

San Pietro SpA

Nella giornata di ieri, 05 settembre 2022, Mons. Orazio Pepe ed Ettore Valzania, hanno pensato bene di "recintare" la Cappella di San Sebastiano con del nastro da cantiere. Con del nastro da CANTIERE!!! La Cappella che custodisce le spoglie di San Giovanni Paolo II. Come potete notare dalle foto, c'erano i soliti cordoni rossi. Per quale assurdo motivo un soggetto normodotato dovrebbe pensare di mettere del nastro da cantiere in una Basilica quale quella di San Pietro? Abbiamo a che fare con degli scaricatori di porto? Con tutto il rispetto per gli scaricatori, peraltro.

Questi sono i presupposti per il Giubileo del 2025? I pellegrini che giungeranno da tutto il mondo si ritroveranno percorsi delineati da nastri da cantiere? Dove siamo, ai concerti di Blanco? In queste ore sono moltissime le lamentele che stanno arrivando anche a Santa Marta, nonostante ci siano persone che sono scoraggiate e neppure si scomodano più ad andare dal Papa perchè hanno la convinzione (assolutamente fondata) che fino a quando Francesco tiene le persone sotto la campana di vetro, nessuno gli farà cambiare idea. Il Papa non si rende conto, però, che una gestione del genere della Basilica gli porterà un serio danno di immagine, cosa che per lui è più importante di qualsiasi altra cosa. 

S.I.

Silere non possum