Bose: veleni e ombre

A distanza di un anno dal provvedimento che allontanava 4 monaci, ora a Bose c’è un governo da totalitarismo tribale. In arrivo anche rinforzi da Milano. Spuntano firme falsificate e statuto falso anche in Regione.
Nei più grandi regimi totalitari sappiamo che funziona così: “O la pensi come la penso io oppure sei fuori”. Diciamo che questo è sempre stato il grande problema che ha crucciato la Chiesa per anni. Quale possa essere l’equilibrio fra obbedienza e sottomissione? Probabilmente è nel modo e nell’adesione ai principi evangelici. Cristo non ha mai chiesto obbedienza ai suoi ma gli ha chiesto di seguirlo. Se volevano.
A Bose, quasi un anno fa, 4 monaci erano stati allontanati proprio sulla base di queste insinuazioni. Il fondatore era “autoritario” e gli altri 3 non erano “sottomessi” al nuovo Zar. Questo era il problema. Le accuse non sono state dimostrate ma sopratutto non vi erano “norme” dello Statuto che fossero state violate. Sia da parte dei monaci che dal fondatore. Risultato? Con atti autoritativi e maestria nel disporre delle questioni, i dissidenti sono stati cacciati senza garantire loro alcun diritto. Senza di loro, sicuramente oggi è tutto perfetto.
Facciamo un salto a Bose a vedere che aria tira.
Il clima odierno
Gli interventi dispotici del priore
Sono state diverse le volte in cui Manicardi ha escluso qualche professo dal capitolo. Qualcuno si è visto precludere la partecipazione al capito per giorni e messo a mangiare i propri pasti da solo. Chi interviene a capitolo viene redarguito se interviene con affermazioni che turbano il sentimento di chi presiede. Per punizione. Provvedimenti che neppure si adottano con i bambini. Le neuro scienze sono ben chiare su quanto siano gravi questi comportamenti abusanti e creano disvalore in chi li subisce.
Questi sono comportamenti disdicevoli, autoritari e sono atteggiamenti abusanti, forse chi arriva a Bose stasera dovrebbe saperlo.
Diverse volte, qualche crestina, ha alzato la testa dicendo: “Chi non è d’accordo con questo governo può anche andare via”. Come possiamo pensare che questa sia una comunità cristiana? Una comunità di credenti che tenta di vivere il Vangelo?

Arrivano i rinforzi
Con lui sarà presente Anna Deodato, appartenente all’istituto delle Ausiliare diocesane di Milano, la quale non è una piscologa ma è una pedagogista. Ha conseguito poi la licenza presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano e presso l’Istituto Superiore Formatori.
Entrambi sbarcheranno questa sera a Magnano per tenere una terza settimana di “formazione” all’interno della comunità. Questa dal titolo: “Essere adulti e diventare piccoli: la fatica e la gioia di intessere la storia della comunità” la quale si terrà dal 13 al 16 di aprile. Agli incontri potranno partecipare solo i monaci più “giovani”. Il priore ha richiesto il rientro di alcuni, chi da Cellole, chi da Ostuni, chi da Roma e chi da Assisi. Tutti a Bose per imparare a diventare piccoli me ad essere adulti. Che ridere! Quei titoli che dicono tutto e niente.
Ma ciò che è interessante sono gli spunti che vengono proposti alla comunità:
Dove cerchi il pane che ti fa vivere?
Dove ti senti accolto?
Quali sono i principali pregiudizi ereditati dalla Chiesa, dalla cultura, dalla società nella quale viviamo? Come andare oltre questi pregiudizi?
Quale relazione, a livello personale ed ecclesiale, con i poveri e gli esclusi? Come guardare il mondo “da sotto al tavolo”?
Ma che domande sono? Ma la spiritualità? La preghiera? La formazione seria dove è?? Dove cerco il pane? Dal panettiere! Ma tutto bene? Dove ti senti accolto? Probabilmente ecco non si sentono accolti in una realtà come quella che si è venuta a creare a Bose dal 2019 in poi.
Riusciranno Parolari e Deodato a far comprendere a questi monaci che questo clima non è favorevole per la loro crescita? Riusciranno a capire che questa reggenza non funziona? Inviteranno questi monaci alla fratellanza, all’ascolto di TUTTI?
Padre Cencini e la Santa Sede hanno invitato i monaci alla legalità?
Reati e falsi statuti

Come avevo già scritto, la comunità monastica ha utilizzato il nome di Enzo Bianchi per poter ottenere dei fondi da parte di Fondazione CRT. In quella occasione l’economo Guido Dotti inserì la NORMA TRANSITORIA nello statuto approvato dal Vescovo Gabriele Mana, andando così a contraffarlo. Ne ho parlato qui. Oggi la Regione Piemonte ha confermato che anche per il Convegno di spiritualità ecumenica del 2017, l’economo presentò lo Statuto manomesso e addirittura firmò al posto di Bianchi falsificando la sua firma. Al precedente, quindi, si aggiunge il reato p. e p. dall’art. 482 del Codice Penale.
Al nuovo governo dico: la Verità è emersa, sta emergendo ed emergerà sempre più pressante.Chiudere la porta non serve e non servirà a nulla, bisogna riconoscere i propri errori e cambiare. In altre parole, con quelle di Cristo, vi dico:
“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1, 15)
F.P.
Silere non possum