Preoccupation in the Holy Land (Terra Santa). The Custody of the Holy Land calls for Peace.

Sabato 7 ottobre 2023, intorno alle ore 7 del mattino (le ore 6 nello Stato della Città del Vaticano), il gruppo terroristico di Hamas ha avviato un attacco senza precedenti nel sud di Israele lanciando migliaia di razzi. L'attacco è stato pianificato anche via terra ed ha colpito diverse cittadine israeliane al confine con la Striscia di Gaza.

Hamas è l'acronimo di Ḥarakat al-Muqāwama al-Islāmiyya (significa Movimento Islamico di Resistenza). Si tratta di una organizzazione politica e paramilitare palestinese islamista, sunnita e fondamentalista. Ha un'ala militare (le Brigate Ezzedin al-Qassam) ed è considerata un'organizzazione terroristica dall' Unione europea, dall'Organizzazione degli Stati americani, dagli Stati Uniti, da Israele, dal Canada e dal Giappone.

L’esercito israeliano ha già risposto agli attacchi bombardando la Striscia di Gaza. Secondo il ministro della Salute nella Striscia di Gaza, controllata da Hamas, i bombardamenti hanno ucciso almeno 230 persone.

Pizzaballa in Terra Santa: "Emergenza molto grave".

L'attacco ha sorpreso anche S.B. il Card. Pierbattista Pizzaballa, il quale in queste ore si trova in Italia a seguito della sua creazione a cardinale il 30 settembre 2023. Il Patriarca ha riferito: "Siamo in una emergenza molto grave e temo che si arriverà alla guerra. Sono qui ma il mio cuore è in Terra Santa ed ora faremo di tutto per rientrare". 

Preoccupazione anche da parte della Custodia di Terra Santa, dove molti frati minori offrono il loro fondamentale servizio silenzioso e disinteressato. Con un comunicato si afferma: «Considerata la delicata situazione in Terra Santa che si è aggravata questa mattina, il custode, padre Francesco Patton, invita tutti i frati a limitare gli spostamenti ed invita tutti alla prudenza. Chi stesse guidando gruppi, rimanga in hotel e segua le indicazioni che le autorità locali daranno. Preghiamo per la sicurezza di tutti gli abitanti della Terra Santa che ancora non trova la pace».

Il Patriarcato Latino di Gerusalemme, inoltre, ha dichiarato: «Il ciclo di violenza che ha ucciso numerosi palestinesi e israeliani negli ultimi mesi è esploso questa mattina, sabato 7 ottobre 2023. Abbiamo assistito a un'improvvisa esplosione di violenza che è molto preoccupante per la sua estensione e intensità. L'operazione lanciata da Gaza e la reazione dell'esercito israeliano ci stanno riportando ai periodi peggiori della nostra storia recente. Le troppe vittime e le troppe tragedie che le famiglie palestinesi e israeliane devono affrontare creeranno ancora più odio e divisione e distruggeranno sempre di più qualsiasi prospettiva di stabilità.[...]  Il continuo spargimento di sangue e le dichiarazioni di guerra ci ricordano ancora una volta l'urgente necessità di trovare una soluzione duratura e globale al conflitto palestinese-israeliano in questa terra, che è chiamata a essere una terra di giustizia, pace e riconciliazione tra i popoli. Chiediamo a Dio di ispirare i leader mondiali nel loro intervento per l'attuazione della pace e della concordia, affinché Gerusalemme sia una casa di preghiera per tutti i popoli».

Il cardinale Pizzaballa ha invitato "tutti i credenti a offrire la messa domenicale dell’8 ottobre 2023 affinché vi sia un cessate il fuoco e la fine della guerra in corso in Terra Santa, chiedendo al Signore di evitare ulteriori spargimenti di sangue, distruzione di vite e sepoltura di speranze". 
A svolgere il suo servizio presso la Custodia, come sacerdote fidei donum della diocesi di Brescia, c'è anche il Rev.do Mons. Vincenzo Peroni, il quale ha servito per diversi anni l'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice. Raggiunto sui luoghi santi dal giornale di Brescia ha riferito: «Io mi trovo a Gerusalemme dove la situazione è sostanzialmente tranquilla e la vita scorre normalmente, pur con le elementari attenzioni di prudenza, che sempre le autorità chiedono alla popolazione nei momenti delicati. Infatti, le violenze drammatiche di queste ore, si stanno consumando nelle città del sud del Paese limitrofe alla Striscia di Gaza. Siamo cristiani e la nostra identità di discepoli del Signore si deve manifestare anche nelle ore più difficili. Cerchiamo di restare fedeli ai compiti che la Chiesa ci ha affidato prendendoci cura dei Luoghi Santi e stando accanto alle persone «soffrendo con chi soffre».
F.P.
Silere non possum 

Intervista rilasciata dal Rev.do Mons. Vincenzo Peroni 

al Giornale di Brescia

Monsignor Peroni, come vivete queste ore drammatiche all’interno della Custodia? 

«Io mi trovo a Gerusalemme dove la situazione è sostanzialmente tranquilla e la vita scorre normalmente, pur con le elementari attenzioni di prudenza, che sempre le autorità chiedono alla popolazione nei momenti delicati. Infatti, le violenze drammatiche di queste ore, si stanno consumando nelle città del sud del Paese limitrofe alla Striscia di Gaza. Siamo cristiani e la nostra identità di discepoli del Signore si deve manifestare anche nelle ore più difficili. Cerchiamo di restare fedeli ai compiti che la Chiesa ci ha affidato prendendoci cura dei Luoghi Santi e stando accanto alle persone «soffrendo con chi soffre».

«Proprio oggi (08 ottobre 2023 ndr), poi, nella Messa San Paolo chiede ai cristiani: Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. Una richiesta impegnativa, ma che si rivela essere la Via vera: se guardiamo la realtà solo con lo sguardo umano si cade nell’angoscia. Lo sguardo illuminato dalla fede apre, invece, prospettive nuove e promettenti. Dolore e serenità possono convivere... e la serenità che viene dall’appartenere al Signore dona luce al dolore».

 Qual è il sentimento della popolazione con la quale avete contatti?

«Abbiamo amici sia tra gli arabi palestinesi sia tra gli ebrei. Tutti sono esasperati dalla violenza e desiderosi di pace. Al dolore e al pianto per le numerose vittime, si aggiungono la preoccupazione per gli sviluppi ancora incerti. I nostri cristiani, poi, che sono una esigua minoranza in Israele e Palestina, temono anche una nuova battuta d’arresto della loro sussistenza economica già decisamente fragile. Colpisce, però, che, forgiati dalle innumerevoli prove che hanno dovuto attraversare, non si lascino mai andare alla disperazione e, sostenuti dalla fede e dalla fraternità dei cristiani di tutto il mondo, siano sempre pronti a ricominciare con coraggio e determinazione».

In queste ore la presenza cristiana è di supporto e di testimonianza di pace?

«Come dicevo, i cristiani sono una piccola minoranza della popolazione, forse non hanno la forza di incidere sulle decisioni politiche e sociali, ma la diversità di approccio alla realtà e alla vita quotidiana, misteriosamente ed efficacemente, influisce sulle relazioni interpersonali. Dove ci sono i cristiani è più facile notare una distensione delle relazioni. Le parrocchie, le comunità religiose, le famiglie e i singoli cristiani sono sempre pronti a dare un generoso supporto a tutti nelle diverse necessità, materiali e spirituali».

Che appello può lanciare a Brescia?

«La prima grande richiesta è di continuare a implorare dal Signore Gesù, che qui ha offerto la sua vita sulla Croce per ottenere la vera Pace, di toccare e convertire il cuore dei violenti. In secondo luogo, chiedo ai bresciani, che qui sono sempre accorsi numerosi, di non abbandonare la Terra Santa. Se le compagnie aeree confermano i voli e le autorità italiane e israeliane non danno indicazioni diverse, è importante venire presto, appena possibile, in Terra Santa: i volti sereni e gioiosi dei pellegrini aiutano la distensione delle relazioni. Lo riconoscono anche le persone con le quali viviamo. I cristiani di Terra Santa hanno bisogno dei cristiani di tutto il mondo e i cristiani di tutto il mondo non possono fare ameno della Chiesa Madre di Gerusalemme».