Nel suo Messaggio in occasione della 62ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, Papa Francesco ha esortato i giovani a scoprire e vivere la propria vocazione con speranza e coraggio, riconoscendola come un dono d’amore e servizio. Il Pontefice ha sottolineato come ogni chiamata, che sia al sacerdozio, alla vita consacrata o alla vocazione laicale, sia un segno della speranza di Dio per il mondo e un cammino verso la felicità autentica.
Francesco riconosce le difficoltà che molti giovani affrontano oggi: l’incertezza sul futuro, la precarietà lavorativa, la crisi di identità e dei valori. Inoltre, la società digitale e le ingiustizie sociali possono generare confusione e smarrimento. Tuttavia, afferma con forza che Dio non abbandona l’uomo nell’insicurezza, ma lo chiama a essere pellegrino di speranza, consapevole di essere amato e inviato per una missione di bene. Di fronte a queste sfide, il ruolo della comunità cristiana e dei pastori è fondamentale: accompagnare e discernere insieme ai giovani il loro cammino vocazionale. La vocazione, infatti, non è solo una scelta personale, ma un’esperienza vissuta dentro una comunità.
Giovani santi, esempi di speranza
Papa Francesco richiama le figure di giovani santi esemplari come Santa Rosa di Lima, San Domenico Savio, Santa Teresa di Gesù Bambino, San Gabriele dell’Addolorata, Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, vocazioni vissute con gioia e dedizione. Il loro cammino dimostra che rispondere alla chiamata di Dio è una strada verso la felicità autentica. Ogni vocazione nasce dall’ascolto e dalla relazione con Dio. Per questo il Papa esorta i giovani a non vivere la propria esistenza come un “nel frattempo”, ma a riconoscere che sono l’“adesso” di Dio, chiamati a dare una risposta generosa e fedele al dono della vita.
Il discernimento: un cammino di ascolto e silenzio
Il Papa pone l’accento sull’importanza del discernimento vocazionale, un processo che non si può vivere nella fretta e nel rumore del mondo. Il silenzio della preghiera è essenziale per ascoltare la voce di Dio, che parla nel profondo del cuore e guida i passi verso la missione personale. In un’epoca in cui si è spinti a scelte rapide e spesso superficiali, Francesco invita i giovani a fermarsi, a meditare e a chiedere a Dio quale sia il sogno che ha per loro. Ogni vocazione è un dono di speranza, che si traduce in fiducia nella Provvidenza e nell’impegno quotidiano di fedeltà al Vangelo.
Non da soli ma con una guida spirituale
Il Papa sottolinea il ruolo cruciale degli accompagnatori spirituali: sacerdoti e religiosi che, con saggezza e pazienza, aiutano i giovani nel cammino di discernimento. Essi devono essere testimoni autentici, capaci di ascolto e accoglienza, pronti a riconoscere e valorizzare i segni della chiamata di Dio nella vita di ciascuno. La vocazione non è un percorso solitario: si rafforza nella comunità, nella preghiera e nel sostegno reciproco. La Chiesa ha bisogno di giovani coraggiosi, pronti a rispondere con fiducia alla chiamata di Dio e a diventare testimoni di speranza nel mondo.
Un invito alla preghiera e alla missione
Papa Francesco conclude il suo messaggio affidando i giovani all’intercessione di Maria, Madre della Chiesa e delle vocazioni, e invita tutti a pregare per nuove vocazioni. La Chiesa, dice, è viva e feconda quando genera nuove risposte alla chiamata di Dio. Seguire Cristo è fonte di gioia, e il mondo ha bisogno di giovani che siano testimoni autentici di speranza e di amore. Per questo, il Papa invita a camminare sempre come pellegrini di speranza, con il cuore aperto alla voce di Dio e con la fiducia che Egli guida ogni passo.
«La Chiesa - ha scritto - è viva e feconda quando genera nuove vocazioni. E il mondo cerca, spesso inconsapevolmente, testimoni di speranza, che annuncino con la loro vita che seguire Cristo è fonte di gioia. Non stanchiamoci dunque di chiedere al Signore nuovi operai per la sua messe, certi che Lui continua a chiamare con amore».