Il 25 marzo 2025, nella solennità dell’Annunciazione del Signore, Papa Francesco ha firmato l'ennesimo Chirografo con cui riforma profondamente la Pontificia Accademia Ecclesiastica, istituzione secolare incaricata di formare i diplomatici della Santa Sede. 
Fin dalle prime righe del documento, il Papa sottolinea il valore spirituale e pastorale che dovrebbe avere il ministero diplomatico: non una mera carriera amministrativa o burocratica, ma una vera prosecuzione del sacerdozio al servizio della Chiesa universale. I Rappresentanti Pontifici sono infatti chiamati a essere segno visibile della sollecitudine del Vescovo di Roma per tutte le Chiese locali e per il mondo, «l’occhio vigile e lucido del Successore di Pietro sulla Chiesa e sul mondo».

Un nuovo statuto per un nuovo tempo

Con il Chirografo, l’Accademia viene costituita in “Istituto ad instar Facultatis” per lo studio delle Scienze Diplomatiche, ricevendo così una rinnovata configurazione accademica che le permette di conferire gradi di Secondo e Terzo Ciclo. Questo la pone tra le istituzioni universitarie riconosciute dalla Santa Sede, dotata di personalità giuridica pubblica, secondo i criteri della costituzione apostolica Veritatis Gaudium. Il nuovo corso accademico sarà multidisciplinare e integrato: non solo discipline ecclesiastiche, ma anche diritto internazionale, scienze politiche, storia, economia, lingue moderne e conoscenza del funzionamento della Curia Romana. Tutto questo per rispondere ai cambiamenti rapidi e complessi del mondo contemporaneo e alle nuove esigenze di evangelizzazione e diplomazia.
A gennaio 2024 Francescodisse alla delegazione dello Studium Biblicum Franciscanum: "Approfitto dell'occasione per dire che ci sono troppe Università ecclesiastiche a Roma. Voi dovete mettervi d'accordo e fare qualche forma di unità". Come è ormai consuetudine, Bergoglio afferma qualcosa e poi fa il suo contrario. Già nel 2023 aveva istituito l'Università del senso, oggi un'altra ancora. 

Formazione completa

Papa Francesco insiste anche su una formazione che non sia soltanto intellettuale, ma umana, spirituale e pastorale. I diplomatici non devono essere solo competenti, ma credibili, capaci di testimoniare il Vangelo con umiltà, ascolto, mitezza e discernimento, riflesso autentico di Cristo Buon Pastore. Inoltre, il Papa riconosce che oggi la diplomazia della Santa Sede non si esercita soltanto nei Paesi di antica tradizione cristiana, ma sempre più nei territori di missione, o nei consessi internazionali, dove la voce morale della Chiesa è chiamata a confrontarsi con i temi cruciali dell’umanità: la pace, la giustizia, la libertà religiosa.

Una riforma in linea con Praedicate Evangelium

Significativa è anche l’integrazione formale dell’Accademia nella Segreteria di Stato, sancita dal riferimento alla costituzione apostolica Praedicate Evangelium. Questa scelta ne rafforza il ruolo istituzionale e strategico, evidenziando come la formazione dei futuri rappresentanti pontifici sia una priorità centrale per la Santa Sede.