Ha avuto inizio, ad Indianapolis (USA), il X Congresso Eucaristico Nazionale degli Stati Uniti. Nel suo intervento di apertura, S.E.R. il Sig. Card. Christophe Pierre, nunzio apostolico negli Stati Uniti, ha ricordato: «La mia presenza qui è un modo per esprimere la vicinanza spirituale del Papa a voi e la sua unità con voi e con questo Paese». Ed ha sottolineato: «Forse la nostra preghiera principale per questo Congresso eucaristico dovrebbe essere questa: Che noi, come Chiesa, possiamo crescere nella nostra unità, in modo da diventare più fecondi nella nostra missione.  Questa è stata la preghiera che Gesù ha rivolto al Padre la notte in cui ha istituito l'Eucaristia: “affinché tutti siano una cosa sola, come tu, Padre, sei in me e io in te, affinché anch'essi siano in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato"».

«Perché il nostro impegno con l'Eucaristia ci spinge verso l'unità? - si è chiesto il porporato. Perché, quando celebriamo l'Eucaristia, sperimentiamo Colui che ha costruito il primo ponte, che ha attraversato le distanze e si è fatto uno con noi, anche quando eravamo separati da Lui. Questo è Colui che è con noi, rendendosi presente nelle realtà complesse ma concrete della nostra vita quotidiana. E così, credere nella presenza reale di Cristo non significa solo dire: In queste forme di pane e vino ci sono il suo corpo, il suo sangue, la sua anima e la sua divinità».

Il nunzio ha poi offerto una riflessione molto importante sull'adorazione eucaristica: «L'adorazione è essenziale per il nostro rapporto con Cristo, ma è importante che la trattiamo come tale: come una relazione. Se, nell'atto dell'adorazione eucaristica, guardassimo al Sacramento solo come a un “oggetto” da ammirare, allora rimarremmo, per così dire, “all'esterno”. Adorare Cristo significa entrare in relazione con Lui. Papa Benedetto ha spiegato che: “La parola latina che indica l'adorazione è ad-oratio - un contatto bocca a bocca, un bacio, un abbraccio, e quindi, in ultima analisi, l'amore. La sottomissione diventa unione, perché colui al quale ci sottomettiamo è l'Amore. In questo modo la sottomissione acquista un senso, perché non ci impone nulla dall'esterno, ma ci libera nel profondo"».

Relazione che deve trasformarsi in concretezza. Il rischio, infatti, è che spesso riempiamo le nostre bocche di parole e di prediche, di fervorini e finti buoni propositi ma restiamo ancorati alle nostre convinzioni, nella nostra pigrizia. Pierre ha ricordato: «Quando siamo effettivamente vivificati dall'Eucaristia - diciamo trasformati dall'Eucaristia - non rimaniamo come eravamo. (Se rimaniamo gli stessi, allora dobbiamo chiederci se lo abbiamo davvero ricevuto). Quando riceviamo Cristo, non solo esteriormente e parzialmente, ma interiormente e pienamente, allora cominciamo a vedere in modo diverso. Vediamo con gli occhi di Cristo, vediamo la realtà con i suoi occhi. Pensiamo in modo diverso, perché, come dice San Paolo, “abbiamo la mente di Cristo”». 

Nella giornata odierna e nei prossimi quattro giorni del Congresso, i partecipanti potranno scegliere se partecipare alla Santa Messa secondo il messale conciliare, alla divina liturgia in rito bizantino oppure alla Santa Messa vetus ordo.