Mauro Gambetti continues to destroy everything that calls for prayer.
Mentre il fondatore del suo ordine religioso vendette tutto per vestirsi di un saio di lana, Mauro Gambetti ama vestire pregiati clergyman. L’abito religioso era una prerogativa solo quando doveva apparire come “l’umile custode d’Assisi” durante gli incontri di uomini della politica e cene clericali. Quando Papa Francesco si recò ad Assisi fece di tutto per mostrarsi come un semplice fraticello amante della Chiesa povera, eppure abbiamo visto in questi anni come con i soldi Gambetti ci sappia fare eccome.
E secondo questo suo stile, da domenica 5 novembre 2023 anche i canonici della Basilica di San Pietro sono stati obbligati a cambiare registro. S.E.R. Mons. Calogero La Piana, un altro di quelli che sono stati silurati dalla Sicilia ed accolti qui, ha inviato un avviso ai canonici obbligandoli a presentarsi in cappella in clergyman.
Considerato il fatto che l’Arciprete ha iniziato da tempo a partecipare alle lodi in clergyman piuttosto che in abito corale, anche i canonici si sono ritrovati a dover celebrare questa ora canonica, non in coro ma nella Cappella del Santissimo Sacramento e in clergyman. Gambetti, sempre puntuale agli incontri con i potenti finanziatori della Fondazione Fratelli Tutti, ai momenti di preghiera giunge sempre in ritardo e si mette in fondo, nell’ultimo stallo del coro.
Le lodi ora vengono celebrate in lingua italiana e solo chi presiede indossa il piviale.
Tutto ciò che riguarda Dio e la preghiera non trova più spazio all’interno della Basilica del Papa, per quanto riguarda finanziatori e uomini potenti (e anche pregiudicati), invece, gli spazi sono a completa disposizione.
Ai giornali pagati per riferire ciò che il cardinale vuole, però, Gambetti disse: “Faremo di tutto per far diventare la Basilica di San Pietro sempre più un luogo di preghiera”. Sì, abbiamo visto.
d.M.R.
Silere non possum