The last farewell to Benedict XVI
«L’amore — « caritas » — è una forza straordinaria, che spinge le persone a impegnarsi con coraggio e generosità nel campo della giustizia e della pace. È una forza che ha la sua origine in Dio, Amore eterno e Verità assoluta. Ciascuno trova il suo bene aderendo al progetto che Dio ha su di lui, per realizzarlo in pienezza: in tale progetto infatti egli trova la sua verità ed è aderendo a tale verità che egli diventa libero (cfrGv 8,32)», con queste parole Benedetto XVI iniziava la sua Enciclica Caritas in Veritate. Parole che in questi anni abbiamo “ruminato” e ci hanno interrogato spesso.
Le parole di Joseph Ratzinger hanno assunto, in questi anni sempre di più, un significato profetico. Come quando disse che vi sarebbe stato «un processo lungo, ma quando tutto il travaglio sarà passato, emergerà un grande potere da una Chiesa più spirituale e semplificata». A quel punto gli uomini scopriranno di abitare un mondo di «indescrivibile solitudine» e avendo perso di vista Dio, «avvertiranno l’orrore della loro povertà». Allora, e solo allora, diceva, vedranno «quel piccolo gregge di credenti come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza per sé stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto».
In queste ore molti ricordi raffiorano nei nostri cuori, arriverà il tempo in cui saremo più lucidi per poter riflettere su questo pontificato e su questo uomo che, già oggi, possiamo invocare come “martire della Verità”.
La venerazione al monastero
Le ultime parole pronunciate da Benedetto XVI sono state raccolte da un religioso che lo assisteva come infermiere. Alle 03 di notte del 31 dicembre, Joseph Ratzinger ha sussurrato: "Gesù ti amo". Nella giornata di domenica 01 gennaio 2022, il Santo Padre Emerito Benedetto XVI è stato vestito e portato nella Cappella del Monastero Mater Ecclesiae nello Stato della Città del Vaticano. Diversi porporati e sacerdoti hanno reso omaggio al Papa. Ha stupito, non poco, che sia stato permesso l'accesso ai giornalisti all'interno del piccolo monastero dal quale il Papa Emerito ha sempre tenuto lontani coloro che, per anni, lo hanno attaccato e calunniato, durante il suo pontificato. Eppure, una stretta cerchi di questi soggetti è stata fatta passare e, ovviamente ha sfruttato questo momento per scattare foto ed ottenere trofei, non certo per pregare sulla salma del Pontefice.
Qualche porporato ha storto il naso: "Neppure da morto lo lasciano quietare". In effetti, oggi, nella solita contraddizione che contraddistingue il 98 % di questi vaticanisti, sono tutti a cercare lo scoop, il sentiment e la foto del momento, pur di ottenere quel poco di visibilità che li appaga.
Proprio come i Frati Francescani Conventuali che, con l’ambasciatore polacco, hanno creduto corretto farsi delle foto ricordo davanti al Monastero dove il Pontefice è venuto a mancare.
Ancora una volta, anche nel momento più sacro della vita di una persona (fguriamoci di un Papa), non mancano coloro che sono gli sciacalli per eccellenza. In queste ore, poi, non mancano quegli articoli, scritti proprio da coloro che dovrebbero solo star zitti, in cui si fanno analisi e ricostruzioni della vita e del pontificato di Benedetto XVI. Inutile dire che sarebbe sufficiente leggere il nome degli autori per evitare come la peste questi articoli che sono utili ai gastroenterologi per iniziare al meglio il nuovo anno.
Traslazione della salma
Questa mattina alle ore 06 il corpo del Santo Padre Emerito è stato portato nella Basilica di San Pietro per la venerazione dei fedeli. Lì resterà fino a giovedì mattina, quando nel sagrato della Basilica saranno celebrati i funerali.
Il corpo di Joseph Ratzinger è stato messo su un semplice pulmino grigio ed è stato accompagnato dal Monastero alla Basilica a passo d'uomo con al seguito solo pochissimi intimi collaboratori. All'arrivo in Basilica la salma è stata accolta da S.E.R. il Sig. Cardinale Mauro Gambetti, Arciprete della Basilica Vaticana e si è svolto un momento di preghiera.
La Venerazione in Basilica
Il Pontefice emerito sarà offerto alla venerazione dei fedeli fino a mercoledì pomeriggio, all’interno della Basilica Vaticana. Benedetto XVI è esposto senza pallio arcivescovile, senza ferula, con l’anello d’argento e con le scarpe nere. Questi sono i segni distintivi del Papa che non è più regnante. Sopra la tunicella, a Joseph Ratzinger è stata messa la casula rossa che indossò a Randwick nella Messa conclusiva della Giornata Mondiale della Gioventù a Sydney nel 2008. Benedetto XVI aveva più volte detto ai vescovi australiani quanto avesse amato quel momento.
Sono molti i fedeli che in queste ore stanno accorrendo in Basilica. Moltissimi sacerdoti hanno richiesto il permesso per concelebrare all’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice (coloro che volessero concelebrare possono inviare apposita richiesta qui).
La maggior parte dei sacerdoti ordinati negli ultimi anni, o chierici che sono in seminario oggi, sono eredità del pontificato di Benedetto XVI, il quale ha prestato particolare attenzione alla preghiera per le vocazioni e alla formazione sacerdotale. Indimenticabile è l’anno dedicato dal Papa ai presbiteri nel 2009-2010. Nella lettera ai seminaristi Benedetto XVI scriveva: “Mantenete pure in voi la sensibilità per la pietà popolare, che è diversa in tutte le culture, ma che è pur sempre molto simile, perché il cuore dell’uomo alla fine è lo stesso. Certo, la pietà popolare tende all’irrazionalità, talvolta forse anche all’esteriorità. Eppure, escluderla è del tutto sbagliato. Attraverso di essa, la fede è entrata nel cuore degli uomini, è diventata parte dei loro sentimenti, delle loro abitudini, del loro comune sentire e vivere. Perciò la pietà popolare è un grande patrimonio della Chiesa. La fede si è fatta carne e sangue. Certamente la pietà popolare dev’essere sempre purificata, riferita al centro, ma merita il nostro amore, ed essa rende noi stessi in modo pienamente reale “Popolo di Dio”. E offrì una preghiera splendida per quell’anno che, solo con il senno di poi, abbiamo visto far germogliare numerose vocazioni in ogni parte del mondo.
L’Arcivescovo Georg Gänswein, questa mattina ha ringraziato molti sacerdoti e laici che si sono avvicinati a lui e ai membri della famiglia pontificia per manifestare la propria vicinanza. Le prime autorità che hanno fatto visita al Pontefice Emerito in basilica sono state: il presidente della Repubblica Italiana, On. Sergio Mattarella e il Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Giorgia Meloni.
M.I.
Silere non possum