In queste ore sulla stampa sono apparse ricostruzioni fantasiose che vanno nuovamente a tentare di riaprire il caso Emanuela Orlandi. Sono anni che Pietro Orlandi (fratello di Emanuela) getta fango sulla Santa Sede e lo Stato della Città del Vaticano sostenendo che qui dentro ci sia qualcuno che è a conoscenza della Verità e la terrebbe nascosta. 

Il desiderio di Orlandi e della sua famiglia di giungere alla Verità è legittimo e nessuno può questionare neppure sul dolore che queste persone hanno provato e stanno provando. Questo, però, non legittima la diffamazione e la calunnia. 

Pietro Orlandi, purtroppo, non ha ancora capito che la triste vicenda viene vista come un palcoscenico da molti. Oggi, ovviamente, su questo palcoscenico sale una donna pregiudicata che ha creato numerosi problemi a questo Stato e ovunque abbia messo piede. Addirittura sono state create delle chat (false, mai esistite) nelle quali emergono ricostruzioni farlocche che riguarderebbero la vicenda di Emanuela Orlandi. Ora, tralasciando il fatto che è già stato ampiamente dimostrato che i fogli a suo tempo pubblicati da Emiliano Fittipaldi sono falsi e sono stati consegnati al giornalista dalla medesima donna malata, quale mente arguta potrebbe pensare che di un caso così delicato e che ha arrecato grave danno anche alla reputazione della Santa Sede si potrebbe occupare una laica analfabeta? 

Pietro Orlandi e la sua famiglia dovrebbero evitare di far cavalcare il loro dolore a soggetti che hanno molestato cardinali e vescovi per anni al fine di mettere piede in questo Stato ed oggi ne sono stati allontanati a seguito di pesantissime condanne penali. 

d.S.I.

Silere non possum