Como - Durante la solenne celebrazione delle ordinazioni presbiterali che si è svolta oggi nella Cattedrale di Como, presieduta dal cardinale Oscar Cantoni, numerosi chierici e fedeli hanno notato la presenza vistosa di diversi membri dell’associazione "Templari Oggi", riconoscibili per le consuete insegne crociate e il caratteristico mantello bianco. La loro partecipazione ufficiale al rito, avvenuto all’interno di uno dei momenti più solenni della vita ecclesiale diocesana, ha suscitato non poco sconcerto tra i cattolici che da giorni sono al corrente delle gravi lettere che sono state inviate a tutti gli ordinari diocesani su questa associazione. 

Come Silere non possum ha già rivelato in un'inchiesta documentata, l’associazione in questione, già nota come "Templari Cattolici d’Italia", è stata ufficialmente soppressa dalla Chiesa cattolica con un decreto vescovile della Diocesi di Verona nel 2022, firmato da Mons. Giuseppe Zenti. Tale soppressione è stata confermata successivamente sia dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, presieduto dal card. Kevin Farrell, sia nel 2024 dal Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. Una sentenza definitiva.

A marzo 2025, inoltre, il Segretario Generale della CEI, Mons. Giuseppe Baturi, ha inviato una lettera riservata a tutti i vescovi italiani mettendoli in guardia sull’attività del gruppo, che continua a operare in diverse diocesi senza alcun riconoscimento canonico, indossando abiti e simboli che inducono i fedeli a credere che si tratti di un’associazione ecclesiale approvata. Il documento CEI, redatto su incarico del Dicastero competente, parla chiaramente: “il comportamento dell’associazione genera confusione e scandalo nei fedeli”.

Alla luce di tali fatti, è legittimo domandarsi perché il cardinale Oscar Cantoni abbia permesso la loro presenza ufficiale nella cattedrale di Como, proprio in occasione di una celebrazione tanto significativa per la vita della Chiesa locale. La loro partecipazione in abito ufficiale, in un contesto liturgico pubblico, costituisce una forma di legittimazione de facto, in evidente contrasto con le disposizioni della Santa Sede e con la sollecitazione alla massima prudenza e vigilanza espressa dalla CEI.

I sacerdoti della diocesi si dicono sconcertati, soprattutto perché – afferma uno di loro – «ci si scandalizza solo dopo, quando lo scandalo è ormai esploso, e allora tutti a fare le finte vergini addolorate, come se nessuno sapesse nulla». L’impressione, purtroppo, è che non tutti i pastori abbiano compreso la gravità del problema, o peggio, abbiano scelto deliberatamente di ignorare le disposizioni arrivate da Roma. Restano, però, le gravi accuse formulate anche nei confronti dei membri del clero da parte di queste persone che ha definito la gerarchia "pedofili conclamati". 

d.R.S.
Silere non possum