Nel concistoro ordinario pubblico di sabato 7 dicembre 2024 il Santo Padre Francesco creerà 21 nuovi cardinali. Fra loro ci sono tre appartenenti all'Ordine dei Predicatori: Timothy Radcliffe, Jean-Paul Vesco e Francis Leo, quest'ultimo terziario.
Vesco e Radcliffe hanno scelto di indossare l'abito domenicano durante il concistoro di oggi. Alla stampa padre Radcliffe ha spiegato: «La gente pensa che io sia rivoluzionario, in realtà sono solo tradizionalista. Quella di indossare l'abito porpora è una idea nuova». Il predicatore domenicano ha chiesto ed ottenuto la dispensa dal Santo Padre Francesco e non riceverà l'ordinazione episcopale. Ad agosto dell'anno prossimo compirà 80 anni e fino ad allora, qualora si dovesse entrare in conclave, Radcliff dovrebbe entrare. Ai giornalisti ha ricordato che solo con Giovanni XXIII è stata introdotta la norma dell'ordinazione episcopale. «In passato i religiosi non venivano ordinati vescovi. Nel XIX secolo, non lo sono mai stati» ha detto.
«Si tratta di essere fedele alla mia vocazione religiosa. Nel profondo sono un fratello e desidero rimanere tale al servizio dei fratelli nella Chiesa» spiega Radcliffe. La scelta dell'ordine, ha detto, è arrivata a motivo della sua ammirazione per il motto "Veritas". Ha continuato: «Dobbiamo riscoprire il nostro amore per la verità. Una società che perde l'amore per la verità cade nella disintegrazione».
L'attenzione della stampa nei confronti di Timothy Radcliffe è dovuta alle parole che questo religioso ha utilizzato nel parlare degli omosessuali. I giornalisti, infatti, non fanno altro che cercare hype e far dire alle persone qualcosa che serva a fare il titolone. Lo hanno fatto per anni anche durante il pontificato di Benedetto XVI e sono gli stessi - proprio gli stessi volti - che oggi tentano di "tirare per la giacchetta" qualunque chierico che possa far un po' di rumore su tematiche che, invece, sono particolarmente delicate e non possono essere risolte in una intervista dove lo stesso cronista "taglia e cuce" in modo del tutto disonesto. Chi si rapporta a quest'uomo con questo spirito significa che non ha mai letto nulla di ciò che ha scritto e non ha mai ascoltato nulla di ciò che ha detto.
Sono quasi sessant'anni che Radcliffe serve l'ordine domenicano e non ha parlato solo degli omosessuali ma ha affrontato temi ben più profondi che riguardano la maturità affettiva, l'amore, l'evangelizzazione, la verità appunto, ecc....Parlando della verità ha spiegato: «Quando incontriamo persone che sono diverse da noi, con le quali non siamo d'accordo, invece di liquidarle come sbagliate, dobbiamo essere aperti a ricevere il po' di verità che hanno da cui possiamo imparare».
In merito al suo ministero ha spiegato di aver conosciuto alcune persone omosessuali quando si occupava di persone sieropositive: «Negli anni in cui ho svolto il mio ministero è stato molto raro che le persone sollevassero la questione della castità. Penso che la maggior parte di loro sappia che io condivido l'insegnamento della Chiesa Cattolica, pertanto non si accostano a me per trovare vie d'uscita facili. Ciò che vogliono in primo luogo è amicizia, accoglienza e vorrebbero essere trattate come tutti noi, compagni discepoli che cercano di seguire la volontà del Signore».
Anche se alcuni giornalisti hanno posto delle domande senza alcun senso, Radcliffe ha spiegato che non c'è alcun bisogno di nuove teologie per i cattolici omosessuali: «No. Penso che la saggezza fondamentale della tradizione cattolica sulla sessualità sia solida e buona». E ha specificato che non bisogna mettere le persone all'interno di "scatole" o "categorie". «Sono persone come te e come me» ha detto.
Anche in merito al sinodo ha detto: La gente spesso ha visto il sinodo «in termini di alcune decisioni particolari, ordinazione delle donne al diaconato e così via...ma il Papa ci sta invitando a un rinnovamento molto più fondamentale della Chiesa, ovvero che possa diventare veramente una comunità di battezzati in cui siamo tutti discepoli missionari». E ha concluso: «La chiesa ha una vocazione straordinaria in questo momento per essere un segno di speranza in un mondo che è sempre più pieno di guerra e violenza, disintegrazione sociale. La Chiesa può essere un segno dell'unità dell'umanità se riusciamo a trovare il coraggio di rispondere a questa meravigliosa vocazione».
p.C.B.
Silere non possum