Da anni Silere non possum raccoglie le lamentele di chierici e laici che si rendono conto, a differenza di qualcuno a Santa Marta, che l'operato di Paolo Ruffini, Andrea Tornielli e Andrea Monda fa acqua da tutte le parti. Il professore di religione in un articolo, addirittura, scrisse che Betlemme era in Israele. La situazione è davvero critica e negli ultimi giorni il sito della Santa Sede (Vatican.va) resta inaccessibile ai milioni di cattolici nel mondo che vorrebbero consultare le parole del Pontefice.
«C'è ancora un numero anormalmente alto di interazioni con il domain .va. Le contromisure sono ancora in corso e per questo motivo potrebbe essere ancora difficoltà di accesso» ha detto ai giornalisti Matteo Bruni. Che stupore, un sito che dovrebbe essere visitato da milioni di persone è oggetto di traffico intenso. Ancora una volta è la conferma che queste persone non sono adatte a rivestire questi ruoli. Del resto, cosa aspettarsi da personaggi che passano le loro giornate a "fare le vasche" per Borgo Pio con il cellulare all'orecchio e portare a pranzo soggetti da intervistare, "coccolare" e "convincere"? Davvero qualcuno pensava che fossero capaci di dirigere un Dicastero con una responsabilità così grande? In passato, quando la gestione era ben altra, queste cose non accadevano. Chissà come mai? La dirigenza è questa, poi ai piani bassi c'è chi non sa neppure impaginare un bollettino correttamente. Cosa pretendiamo? Gli diamo solo decine di migliaia di euro al mese, non pretenderemo mica che lavorino.
Per coprire l'incompetenza, quindi, ora si è passati a scomodare i massimi sistemi. Il sito non funziona? Ah, sono gli hacker russi. La tuttologa e cospirazionista Maria Antonietta Calabrò, un'altra di quelle giornaliste che sanno tutto e sono interessate solo a potere e servizi segreti, si fa voce di veline che vengono fatte passare in Via della Conciliazione e accusa la Russia di aver attaccato i siti del Vaticano. Ci sono giornalisti, e anche qualcuno che non lo è ma millanta titoli e conoscenze nonostante sia stato preso a pedate, che riportano la notizia senza neppure verificare l'attendibilità. Se fossero gli hacker russi, però, di certo il sito non sarebbe "inaccessibile" ma al massimo vi scriverebbero di tutto sopra.
Questa mattina, proprio perché gli hacker agiscono a compartimenti stagni, anche il situncolo di propaganda (Vatican news) è inaccessibile. Non se ne sono accorti in molti perché si tratta di un qualcosa che non è visitato da nessuno ma comunque è l'oggetto per il quale si sono spesi un sacco di soldi e non offre alcun servizio serio. Allo stesso tempo serve a far mangiare Tornielli e i suoi pupilli.
Che dire? Non solo in questo pontificato abbiamo documenti che non vengono pubblicati e tenuti nascosti (per fortuna c'è chi li pubblica qui) ma ora è impossibile accedere anche solo al magistero ordinario di cui anche il Papa questa mattina parla tanto.
p.F.L.
Silere non possum