Fidenza - C’è qualcosa di profondamente inquietante nella scelta compiuta dal Vescovo di Fidenza, S.E.R. Mons. Ovidio Vezzoli, di affidare un momento della formazione clero ad Andrea Grillo, il tuttologo che negli ultimi mesi ha attaccato il Papa, messo in discussione la santità di Carlo Acutis e promosso l’ordinazione femminile come se fosse una battaglia politica.
Giovedì 30 ottobre 2025, presso il Centro interparrocchiale di San Michele, i sacerdoti della diocesi saranno chiamati a partecipare a una giornata di aggiornamento sul tema: «Un ragguaglio sull’iniziazione cristiana oggi». A guidarla, appunto, il signor Grillo, professore del Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma.
Un invito che lascia sgomenti
Non si tratta di un relatore qualunque. Andrea Grillo è lo stesso che, dalle pagine del suo blog e del suo profilo social, da tempo diffonde posizioni incompatibili con il Magistero della Chiesa. È l’autore dell’articolo velenoso pubblicato contro san Carlo Acutis, nel quale ha definito la sua spiritualità eucaristica “ossessiva e distorta”, ironizzando sulla devozione popolare e accusando il giovane di “maleducazione eucaristica”. È lo stesso che, in più occasioni, ha sostenuto la necessità di aprire il sacerdozio alle donne, di “rivedere la dottrina cattolica sulla presenza reale”, e che non ha esitato ad attaccare il Dicastero per la Dottrina della Fede per i recenti documenti Gestis verbisque, Fiducia supplicans e Dignitas infinita. In sintesi, un eretico stipendiato da un’istituzione pontificia, che da anni semina zizzania e scredita la fede del popolo cristiano. Eppure, mons. Vezzoli ha deciso che fosse proprio lui a parlare ai suoi sacerdoti.
Dall’altare alla cattedra: la contraddizione di un vescovo
L’invito ha lasciato sconcertati diversi sacerdoti che hanno scritto a Silere non possum: nella Chiesa di oggi — osservano — non sembra esserci alcun problema a dare la parola a chi irridono il Pontefice, diffondono tesi giudicate eretiche e perfino delittuose (il CJC prevede pene severe per l’ordinazione delle donne) e non offrono alcun reale contributo alla vita ecclesiale. Il tutto si inserisce nel solito copione — caro a chi ha fatto scuola di liturgia nel seminario di Brescia — di mettere laici in cattedra davanti ai presbiteri. E così, questa è l’immagine che passa: se richiami alla dottrina, se chiedi una riflessione seria su questioni decisive, se denunci fatti gravi, vieni demonizzato. Se invece trascorri le giornate a colpire — anche sui social — santi, vescovi e papi, propagando tesi eterodosse, allora tutto fila liscio: inviti, cachet e palchi garantiti. Da tempo qualcuno ha imboccato una china pericolosa: trascinare la Chiesa verso il baratro.
E allora la domanda sorge spontanea: che segnale vuole dare ai suoi preti un vescovo che invita un contestatore del Papa e della dottrina cattolica a fare formazione? Non esistono forse teologi ortodossi, competenti e fedeli al Magistero, capaci di riflettere sull’iniziazione cristiana senza trasformare la fede in un laboratorio ideologico?
d.M.I.
Silere non possum