France celebrates first national day of prayer for victims of sexual violence and abuse of power within the Church

“Testimoni di vita nuova” è il tema della prima giornata nazionale di preghiera per le vittime di abuso di potere e violenze sessuali e psicologiche all'interno della Chiesa Cattolica.

Si tratta dell'ottava risoluzione approvata dai vescovi francesi durante l'assemblea plenaria che si è svolta a Lourdes nel marzo 2021. L'iniziativa si inserisce all'interno delle attività finalizzate a contrastare gli abusi sessuali e la violenza psicologica nella Chiesa. Domenica 20 marzo 2022, terza domenica di Quaresima, si pregherà in tutta la Francia. La CEF ha predisposto anche alcune indicazioni liturgiche.

L'invito di Papa Francesco

L'iniziativa è partita da un invito rivolto da Papa Francesco alle conferenze episcopali. Il Pontefice ha lasciato piena libertà alle diocesi e alle conferenze episcopali sul tema e sulla data da scegliere. Questa giornata è stata quindi collocata dai vescovi francesi nella Quaresima, un periodo liturgico associato alla conversione.

“Questo giorno – spiega in una nota padre Hugues de Woillemont – cade nel tempo della Quaresima, periodo liturgico di conversione, di ritorno a Dio. È un’opportunità per noi di riconoscere il nostro peccato, di riconoscere che non abbiamo saputo ascoltare, proteggere, allertare, denunciare, riconoscere che tanti abusi sono stati compiuti all’interno della Chiesa”. La conferenza episcopale fa sapere che diverse vittime-testimoni e membri dei diversi servizi della CEF, hanno elaborato strumenti e formule da proporre alle comunità locali, “per vivere e animare questa giornata: intenzioni di preghiera universali per la messa domenicale, una via crucis su cui meditare, un libretto di preghiere”.

Gli abusi di potere nella Chiesa Cattolica

Sono molteplici i casi in cui il potere, all'interno della Chiesa, è esercitato in maniera distorta. Molto spesso emerge un utilizzo anche del voto di obbedienza che è finalizzato a manipolare le coscienze piuttosto che a presiedere nella carità. Come spiega Padre Dysmas De Lassus nel libro Risques et dérives de la vie religieuse, il voto d'obbedienza, per sua natura, non può concernere la vita spirituale, perché si riferisce alle azioni esterne (foro esterno) e non all'intimità della persona (foro interno). Questo è molto importante perchè permette di stabilire un principio fondamentale che non ammette eccezioni: nessuna persona ha autorità sulla coscienza di un'altra, perché se la pretendesse entrerebbe in concorrenza con Dio. La Costituzione Gaudium et Spes è molto chiara su questo:

Al fondo della sua coscienza, l'uomo scopre la presenza di una legge che non si è data lui stesso, ma alla quale è tenuto a obbedire. Questa voce che non cessa di spingerlo ad amare e a compiere il bene e a evitare il male, al momento opportuno risuona nell'intimità del suo cuore [...]. È una legge scritta da Dio nel cuore dell'uomo. La coscienza è il centro più intimo e segreto dell'uomo, il santuario in cui è solo con Dio e dove la sua voce si fa udire.

L'uomo, come spiega Tommaso, è incapace di volere il male per il male, poiché quando vuole un male oggettivo, lo vuole in quanto gli appare come un bene. Un'altra incapacità, quella di compiere un atto cosciente senza ragione, mostra l'orientamento fondamentale della coscienza verso il vero. Ciò rappresenta l'affiorare cosciente di questa legge misteriosa, «scintilla dell'anima» nel cuore di questa coscienza in cui l'immagine di noi si trova in presenza del suo modello. Da ciò deriva che Dio solo ha autorità sulla coscienza, non in quanto autorità esterna che detta la sua legge, ma in quanto sorgente dell'essere e, in modo particolare, dell'essere libero che è l'uomo. La coscienza si presenta dunque come il luogo di una relazione fondamentale con Dio, cosa che spiega la sua inviolabilità. Diceva Giovanni Paolo II nel Messaggio per la Giornata mondiale della Pace del 1991:

Nessuna autorità umana ha il diritto d'intervenire nella coscienza di qualcuno. La coscienza è il testimone della trascendenza della persona, anche di fronte alla società, e, come tale, è inviolabile. [...] Negare a una persona la piena libertà di coscienza, e in particolare la libertà di cercare la verità, o tentare di imporgli un modo particolare con cui comprendere la verità, significa andare contro il suo diritto più intimo.

A partire da ciò non bisogna pensare che la coscienza sia un oracolo infallibile; anche l'individuo perverso ha una coscienza che non lo rimprovera di nulla, perché egli l'ha deformata o soffocata. Bisogna dunque seguire la propria coscienza, ma domandarsi anche: che coscienza è? Quella di un santo o quella di un peccatore convinto?

Non è sufficiente dire all'uomo: obbedisci sempre alla tua coscienza. È necessario aggiungere immediatamente: domandati se la tua coscienza dice il vero o il falso, e cerca, senza stancarti, di conoscere la verità.

Giovanni Paolo II, Udienza Generale 17 agosto 1983

In un breve intervento, padre Servais Pinckaers spiega la distinzione poco nota tra la coscienza e questa luce della coscienza, che ha ricevuto il nome di sinderesi, scintilla della coscienza, scintilla dell'anima.

La sinderesi è una partecipazione diretta alla luce di Dio, che risplende in noi creati a sua immagine. La coscienza che essa rischiara sarà quindi il riflesso della luce di Dio nei nostri giudizi d'azione. [...] La sinderesi è la luce dei primi principi sul bene e sul male; la coscienza mette questi principi in atto, con l'aiuto della ragione, della riflessione, della ricerca e della deliberazione sulle nostre azioni secondo la loro materia, il loro fine e le loro circostanze; essa giunge a un giudizio sulla qualità degli atti da compiere o già compiuti che si esprime sotto la forma dell'obbligo, della proibizione o nei rimorsi [...]. Come conseguenza di un'ignoranza, di cui si può essere responsabili anche solo per negligenza, capiterà che, in coscienza, si stimi buono ciò che non lo è, o cattivo ciò che è buono o indifferente, come per i cristiani mangiare la carne offerta agli idoli.

C.U.

Silere non possum

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