Domenica 12 gennaio 2025 nella Arcibasilica del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano il Cardinale Prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi ha presieduto la Celebrazione Eucaristica durante la quale è stato beatificato Don Giovanni Merlini, Sacerdote e Moderatore Generale della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue. 
Alla celebrazione hanno preso parte gli Eminentissimi Signori Cardinali Angelo De Donatis e Baldassarre Reina, gli Eccellentissimi Vescovi ausiliari, il vescovo di Albano, il Vicegerente, altri vescovi, gli Arcivescovi di Spoleto-Norcia e Benevento e molti presbiteri. 

Guidati dal Reverendissimo don Emanuele Lupi, moderatore dei Missionari del Preziosissimo Sangue, erano presenti i sacerdoti e i seminaristi della società clericale di vita apostolica fondata da san Gaspare del Bufalo e guidata per venticinque anni da don Merlini.
La postulatrice, Reverendissima Suor Nicla Spezzati ha letto la biografia del beato durante la Celebrazione Eucaristica. 

Nella sua omelia il cardinale Prefetto ha ricordato: «Del nostro beato si potrà ripetere in qualche modo ciò che riguardo a san Francesco ha scritto Tommaso da Celano e cioè che era uomo fatto preghiera» e ancora «C’è un detto medievale che dice così: Ubi est charitas et dilectio, ibi est sanctorum congregatio, «dove ci si ama e ci si vuole bene, lì s’incontrano i santi». Mi viene, allora, da pensare: se è vero che i santi fanno amicizia tra loro, sarà pure vero che c’è una amicizia (quella unita alla carità), che fa i santi. Il Signore ce lo conceda, magari nel tempo opportuno di questo «anno santo», per il quale il Papa ci ha scritto pure che "abbiamo bisogno di abbondare nella speranza per testimoniare in modo credibile e attraente la fede e l’amore che portiamo nel cuore; perché la fede sia gioiosa, la carità entusiasta; perché ognuno sia in grado di donare anche solo un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito, sapendo che, nello Spirito di Gesù, ciò può diventare per chi lo riceve un seme fecondo di speranza"»

La cerimonia di beatificazione è stata preceduta, sabato 11 gennaio, da una veglia di preghiera che si è svolta nella Basilica dei Santi XII Apostoli a Roma che è stata presieduta da S.E.R. Mons. Vincenzo Viva, vescovo di Albano. Lunedì 13 Gennaio alle ore 9:30, presso la Parrocchia San Gaspare del Bufalo a Roma, l'Arcivescovo di Spoleto-Norcia ha presieduto la Santa Santa Messa di ringraziamento. 

Testimone di Speranza

Giovanni Merlini nacque a Spoleto (Italia) il 28 agosto 1795. Ordinato sacerdote il 19 dicembre 1818, due anni dopo, partecipando ad un corso di esercizi spirituali predicato da San Gaspare del Bufalo (1786-1837), fondatore della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, colpito dal carisma del Santo, chiese di aderire alla sua opera.

Si dedicò con intensità al lavoro missionario e alla direzione spirituale di tante anime, in modo particolare quella di Santa Maria De Mattias (1805-1866), che guidò per ben 42 anni, insieme alla nascente famiglia delle Adoratrici del Preziosissimo Sangue. Svolse il suo ministero nella zona pontina e marittima, in un contesto di forte resistenza sociale allo Stato pontificio.

Nel 1847 venne eletto Moderatore Generale della Congregazione del Preziosismo Sangue, incarico che mantenne fino alla morte. Conobbe personalmente Pio IX di cui divenne consigliere spirituale. Grazie a questo legame si deve la pubblicazione, il 10 agosto 1849, del decreto Redempti sumus con cui si istitutiva a livello universale la festa del Preziosissimo Sangue. Morì a Roma il 12 gennaio 1873 a seguito di un incidente stradale occorso nei pressi di Santa Maria in Trivio. Il decreto sull’eroicità delle virtù venne promulgato il 10 maggio 1973.

Il miracolo


Un uomo affetto da “grave anemizzazione plurifattoriale secondaria a trattamento anticoagulante, con successiva sindrome emorragica, ematoma dell’ileo-psoas ed emorragia digestiva; insufficienza renale acuta; grave insufficienza cardiaca prevalentemente destra, fibrillazione atriale permanente; sindrome di Marfan; portatore di tubo valvolato aortico” è miracolosamente guarito dopo essersi affidato alla sua intercessione. Nel settembre-ottobre 2013 accusò angiodisplasia, con melena e anemizzazione. Sottoposto a diverse trasfusioni di sangue, il 27 ottobre 2014 venne ricoverato all’Ospedale “A. Cardarelli” di Napoli per una grave anemia e melena. Fu dimesso il 18 novembre 2014 con diagnosi di “emorragia da polipo gastrico”. Nei mesi successivi si ebbe un ulteriore peggioramento della situazione clinica.  Il 23 dicembre 2014 venne ricoverato presso l’Ospedale di Benevento, dove ricevette numerose trasfusioni. Il 10 gennaio 2015 venne ricoverato, in condizioni critiche, presso l’Ospedale “A. Cardarelli” di Napoli. Il paziente alternava momenti di lucidità a momenti di intorpidimento del livello di coscienza.

In questa situazione, per iniziativa di una nipote che frequentava la Parrocchia di Sant’Anna a Benevento, retta dai Missionari del Preziosissimo Sangue, i familiari cominciarono a chiedere l’intercessione di don Giovanni Merlini. A partire dal 16 gennaio 2015, dopo l’apposizione dell’immaginetta con una reliquia ex indumentis del Merlini nel letto del miracolato, si ebbe un improvviso e inspiegabile viraggio favorevole del decorso clinico, che portò l'uomo ad uscire dal pericolo di morte e a raggiungere condizioni di salute soddisfacenti. È stato, dunque, ravvisato, il nesso causale tra l’invocazione e la guarigione rapida, completa e duratura, non spiegabile scientificamente. 

Il 23 maggio 2024 il Santo Padre Francesco ha autorizzato il Dicastero per le Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante il miracolo attribuito all’intercessione del Venerabile Servo di Dio Giovanni Merlini. La beatificazione è avvenuta il 12 gennaio 2025 nella Arcibasilica del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano. 

Omelia di S.E.R. il Sig. Cardinale Marcello Semeraro

Coniugare contemplazione e azione

La Chiesa celebra oggi la festa del Battesimo del Signore, «in cui egli mirabilmente è dichiarato Figlio di Dio, l’amato, le acque sono santificate, l’uomo è purificato e tutto il creato esulta»: sono le parole con le quali il Martirologio Romano descrive questa Domenica che chiude il tempo natalizio. Oggi il Signore si mostra a noi non con opere e parole, con miracoli e parabole, ma con un gesto pieno di silenzio che però è il più eloquente fra tutti: la preghiera! Come abbiamo appena ascoltato durante la proclamazione del vangelo, mentre tutto il popolo veniva battezzato Gesù, una volta ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera (cf. Lc 3,21).

Dai racconti evangelici e specialmente dal vangelo secondo Luca sappiamo che per Gesù la preghiera è un atteggiamento abituale, il luogo privilegiato in cui egli vive il mistero della sua persona e della sua missione, lo spazio vitale in cui colloca le sue relazioni con il Padre e con i discepoli. Il Padre suo Gesù lo prega sempre; da ultimo nel Getsemani e sulla croce. Per i discepoli prega quando li sceglie e quando insegna loro a pregare… Tutto questo ci dice che Gesù è maestro di preghiera; anzi, come leggiamo nel Catechismo della Chiesa Cattolica, egli, «quando prega… già ci insegna a pregare» (n. 2607).

In questo – oggi lo riconosciamo con gioia – il beato Giovanni Merlini è stato suo ottimo discepolo. Le testimonianze raccolte nel Processo per la sua beatificazione e canonizzazione sono unanimi nel dirci che il Signore lo aveva arricchito del dono della preghiera: una preghiera che in lui diveniva abitualmente contemplazione. Un testimone ha dichiarato: «Gridai, domandando permesso di entrare e neppure mi rispose. Entrai nella stanza, mi appressai a lui che diceva l’Uffizio e lo trovai come estatico, senza che si avvedesse di nulla, e perciò fui costretto ad uscire dalla stanza con ammirazione senza potergli parlare. Faccio notare che il suo volto era come ridente, e bello in modo non ordinario» (Summ. §129, p. 45). Penso che del nostro beato si potrà ripetere in qualche modo ciò che riguardo a san Francesco ha scritto Tommaso da Celano e cioè che era uomo fatto preghiera (Vita seconda 61, 95: FF 682).

Egli, tuttavia, fu anche uomo di azione e di apostolato, in particolare nella predicazione missionaria (cosa per la quale era molto stimato da san Gaspare), e fu pure uomo dalle ottime capacità di governo e, soprattutto, arricchito dalla virtù della prudenza. È questa, difatti, tra le virtù cardinali quella più necessaria in chi ha responsabilità di guida: aspetto, questo, che san Tommaso d’Aquino sottolineava in particolare giacché – diceva – è prudente chi sa decidere il da farsi concretamente e sa farlo con sapienza. Del beato Giovanni Merlini i testimoni del processo per la beatificazione dicono che esercitava la virtù della prudenza in modo veramente straordinario: studiava le situazioni, consultava e interveniva in forme adatte e questo, specialmente in decisioni difficili per le persone, con carità (cf. Summ. §492-495, pp. 191-192).

Tra le testimonianze ho letto con sorpresa questa: che «il Servo di Dio congiunse insieme la vita di Marta e di Maddalena, in modo da apparire eroico sì nell’una che nell’altra» (Ibid. §924, p. 370). All’epoca (siamo nel processo ordinario svoltosi ad Albano tra il 1880 e il 1905) era abituale assimilare Maria, sorella di Marta e di Lazzaro, a Maria di Magdala; non è da qui, però, la mia sorpresa; lo è piuttosto nel riconoscimento del legame fra le due tradizionali forme di vita: quella detta «contemplativa» e l’altra chiamata «attiva». C’è chi ancora oggi ne parla come forme di vita alternative, laddove sono invece complementari, anzi consequenziali. Giuliano Pomerio – un maestro spirituale del V secolo – scriveva che «con la vita attiva si progredisce e con quella contemplativa si raggiungono le vette» (La vita contemplativa XII, 1). Oggi papa Francesco insegna che «la sapienza del cuore sta proprio nel saper coniugare questi due elementi: la contemplazione e l’azione. Marta e Maria ci indicano la strada. Se vogliamo assaporare la vita con gioia, dobbiamo associare questi due atteggiamenti: da una parte, lo “stare ai piedi” di Gesù, per ascoltarlo mentre ci svela il segreto di ogni cosa; dall’altra, essere premurosi e pronti nell’ospitalità, quando Lui passa e bussa alla nostra porta, con il volto dell’amico che ha bisogno di un momento di ristoro e di fraternità» (Angelus del 21 luglio 2019). Anche questa «ospitalità», il beato Merlini l’ha praticata. «In ogni bisogno e necessità – dichiara un testimone – bastava ricorrere a lui per essere sicuri di tutta la sua premura, ed interessamento in aiutarli come se si fosse trattato di cosa sua propria, ed anche meglio» (Summ. §583, p. 228).

Sono questi, carissimi, alcuni aspetti della vita e della spiritualità del nuovo Beato che da oggi la Chiesa ci propone per la invocazione e per la imitazione. Ce n’è, però, un altro che non voglio omettere di richiamare ed è l’amicizia con cui egli è vissuto specialmente con i confratelli nella famiglia religiosa e con le persone a lui affidate per la guida e l’accompagnamento spirituale. I nomi di san Gaspare del Bufalo e di santa Maria de Mattias sono emblematici per il loro speciale legame con il beato Giovanni Merlini.


C’è un detto medievale che dice così: Ubi est charitas et dilectio, ibi est sanctorum congregatio, «dove ci si ama e ci si vuole bene, lì s’incontrano i santi». Mi viene, allora, da pensare: se è vero che i santi fanno amicizia tra loro, sarà pure vero che c’è una amicizia (quella unita alla carità), che fa i santi. Il Signore ce lo conceda, magari nel tempo opportuno di questo «anno santo», per il quale il Papa ci ha scritto pure che «abbiamo bisogno di “abbondare nella speranza” per testimoniare in modo credibile e attraente la fede e l’amore che portiamo nel cuore; perché la fede sia gioiosa, la carità entusiasta; perché ognuno sia in grado di donare anche solo un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito, sapendo che, nello Spirito di Gesù, ciò può diventare per chi lo riceve un seme fecondo di speranza» (Spes non confundit, n. 18). Amen.

Arcibasilica Papale del SS. Salvatore e dei Ss. Giovanni Battista ed Evangelista
Roma, 12 gennaio 2025

Marcello Card. Semeraro