Città del Vaticano - Questa mattina Papa Leone XIV ha accolto il Reverendo Mons. Fernando Ocáriz, prelato della Prelatura della Santa Croce e Opus Dei, accompagnato dal vicario ausiliare Reverendo Mons. Mariano Fazio. L’incontro, seppur breve, ha avuto il sapore della prossimità pastorale e di una paternità accogliente, tratti che caratterizzano il Papa.

Tra i temi affrontati, è emerso in modo particolare l’interesse del Santo Padre per la revisione in corso degli Statuti della Prelatura, un processo ancora aperto che purtroppo è stato fortemente condizionato dalle tensioni canoniche e istituzionali generate negli ultimi anni. La Prelatura, infatti, porta ancora le ferite profonde di un’operazione che, sotto il pontificato di Francesco, ha visto in Gianfranco Ghirlanda uno dei principali artefici di una trasformazione senza senso e, per molti aspetti, ideologica. Gli studenti del gesuita ricordano: "Fin da quando insegnava a noi, aveva due pallini: Opus Dei e potere dei laici. Durante il Pontificato di Francesco è riuscito a portare (quasi ndr.) tutto a termine" 

Non è un mistero che Ghirlanda, gesuita che è stato alla guida della Gregoriana, sia stato una figura centrale nella redazione di riforme che hanno inciso in modo catastrofico sull’assetto della Curia Romana (Praedicate Evangelium) e, con il Motu Proprio Ad charisma tuendum (14 luglio 2022), sulla natura stessa dell’Opus Dei. Quel testo, concepito nel contesto delle riforme della PE, ha segnato una svolta drastica, sottoponendo la Prelatura al Dicastero per il Clero e sottraendole prerogative che ne garantivano una reale autonomia e specificità carismatica, come era nelle intenzioni di San Giovanni Paolo II che la istituì. 

Con Papa Leone XIV, canonista esperto e sensibile ai principi di equilibrio tra carismi e istituzioni, si apre ora uno spiraglio di revisione, se non di riparazione. Secondo voci interne alla Prelatura e ad ambienti curiali, si respira un cauto ottimismo, nella convinzione che il nuovo Pontefice possa riorientare le scelte passate, restituendo all’Opus Dei il suo status proprio e riallocandola sotto la competenza del Dicastero per i Vescovi, come in origine.

Non si tratta di una battaglia ideologica, ma di un’esigenza ecclesiale di chiarezza, giustizia e rispetto per i carismi. Come abbiamo visto anche durante l'udienza di questa mattina concessa ai partecipanti al giubileo delle Chiese Orientali, Prevost ha dimostrato particolare attenzione e rispetto nei confronti di quei carismi suscitati da Nostro Signore e da molto tempo a servizio della Chiesa. 

L’azione di Ghirlanda – talvolta avvertita come tecnocratica e imposta, più che pastorale – ha lasciato dietro di sé una scia di disorientamento e un senso diffuso di marginalizzazione. Oggi, con Leone XIV, si percepisce invece una disponibilità all’ascolto, che si tradurrà in scelte concrete di ricomposizione ecclesiale. L’incontro si è concluso con un riferimento commosso del Papa alle ricorrenze mariane del giorno della sua elezione, in un clima familiare che ha rinnovato la fiducia dei presenti. Piccoli segnali, ma eloquenti, che lasciano intravedere una stagione nuova, fondata su verità, giustizia e carità ecclesiale

L.A.
Silere non possum