La Chiesa si prepara a congedarsi con solenne devozione da Papa Francesco, il 266° successore di Pietro, venuto a mancare nei giorni scorsi. Nei prossimi giorni, la Basilica di San Pietro sarà teatro dei riti più antichi e significativi della tradizione cattolica, così come stabilito dall’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, il cerimoniale che scandisce il commiato terreno del Vescovo di Roma.

La chiusura della bara

Venerdì 25 aprile 2025, alle ore 20, nella maestosa cornice della Basilica Vaticana, il Cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, presiederà il rito della chiusura della bara del Romano Pontefice. 

Si tratta di un momento solenne che precede la Messa esequiale. È articolato in più fasi simboliche e liturgiche. Il rito inizia con un saluto liturgico del Celebrante e una breve introduzione: si prega per il defunto Papa e si dà lettura del rogito, un documento che sintetizza la sua vita e il suo pontificato. Questo viene letto pubblicamente e firmato da alcuni presenti. Segue un gesto di profonda venerazione: il volto del Papa defunto viene coperto con un velo di seta bianca, simbolo di rispetto e speranza nella visione beatifica. Il Celebrante asperge quindi il corpo con acqua benedetta.

Vengono poi deposti nella bara:
- una borsa con monete e medaglie coniate durante il pontificato,
- il rogito stesso, racchiuso in un tubo e sigillato.

Si procede quindi alla chiusura della bara.

Durante il rito, si alternano canti biblici (come il Cantico di Zaccaria e vari salmi) e preghiere che esprimono speranza nella risurrezione e nella vita eterna. Il tutto si conclude con l’antifona mariana “Regina caeli”, tipica del tempo pasquale, che celebra la risurrezione di Cristo.



La Messa esequiale sul sagrato di San Pietro

Sabato 26 aprile 2025, alle ore 10, avrà luogo la Santa Messa Esequiale, che inaugura i Novendiali, i nove giorni di preghiera per il Pontefice defunto. Il rito sarà celebrato sul sagrato della Basilica di San Pietro. La celebrazione sarà presieduta dal Decano del Collegio Cardinalizio, Card. Giovanni Battista Re. Sarà lui a tenere l'omelia. 

Sono attesi capi di Stato, delegazioni religiose da tutto il mondo, rappresentanti delle Chiese orientali e migliaia di fedeli, che si stringeranno attorno alla memoria di un Papa che ha lasciato un’impronta profonda nella storia contemporanea della Chiesa. Il fatto che la Celebrazione Eucaristica legata al Giubileo degli adolescenti, prevista per il giorno successivo, sia stata affidata al Segretario di Stato emerito, Pietro Parolin, non è una coincidenza. Quel palcoscenico rappresenta un’occasione significativa per l'uomo che è stato al fianco di Jorge Mario Bergoglio per anni, in devoto silenzio, seppur insofferente per alcune decisioni che il Pontefice prendeva. Si tratta di un’opportunità ghiotta, considerato che non potrà presiedere né la Santa Messa esequiale né quella pro eligendo.

Inoltre, il fatto che le esequie si celebrino alla vigilia di questo particolare Giubileo è ritenuto da molti una fortunata circostanza: l’evento aveva infatti già richiamato a Roma numerosi sacerdoti, giunti per accompagnare i giovani e partecipare alla canonizzazione di Carlo Acutis, poi annullata a seguito della morte del Pontefice. Altrimenti, osservano alcuni all’interno delle sacre mura, la presenza del clero sarebbe stata decisamente più esigua. La Conferenza Episcopale Italiana, nel disperato tentativo di assicurarsi almeno una parvenza di partecipazione da parte dei vescovi italiani – i quali, al momento, sembrano ben decisi a non muoversi dalle loro care diocesi – ha pensato bene di mettere a disposizione dei pulmini. Partiranno all’alba, alle 7 del mattino, da Circonvallazione Aurelia: un’iniziativa che sa tanto di invito "a non fare brutta figura". Chissà, magari useranno lo stesso pulmino con cui, nel cuore della notte e alla chetichella, trasportarono Benedetto XVI dal Monastero Mater Ecclesiae alla Basilica Vaticana, facendolo entrare da una porta laterale come se si trattasse di un contrabbando sacro. 



La tumulazione a Santa Maria Maggiore

Al termine della celebrazione esequiale, il feretro di Papa Francesco sarà accompagnato nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore per la tumulazione. Non in pulmino, sia chiaro. Quel trattamento Bergoglio lo riservò solo al suo predecessore. 

La celebrazione si aprirà con i riti di introduzione, in cui si chiede a Dio l’eterno riposo per il Papa defunto. Segue una processione, durante la quale il feretro viene accompagnato verso la tomba con canti e salmi che parlano di resurrezione, speranza e fiducia nella misericordia divina. Parole tratte dal Vangelo e dai Salmi ricordano che chi crede in Cristo non muore, ma vive per sempre. Giunti al sepolcro, il celebrante guida la comunità nelle intercessioni: si prega per la liberazione dell’anima del Papa, il perdono dei suoi peccati, e la sua accoglienza nella luce e nella pace di Dio. Si recita poi il Padre Nostro e una preghiera solenne che richiama il mistero pasquale: in Cristo morto e risorto, la morte non ha l’ultima parola. Il feretro viene quindi sigillato con i sigilli ufficiali e deposto nella tomba, asperso con acqua benedetta. La celebrazione si chiude con il canto della Regina Caeli, invocando la gioia della resurrezione, e con la lettura dell’atto notarile che certifica la tumulazione.

A.T.
Silere non possum