Martedì 9 luglio 2024 è stato pubblicato il testo dell'“Instrumentum Laboris” per la Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Papa Francesco, nel suo libro-intervista su Benedetto XVI aveva definito il Sinodo come la sua più grande priorità al momento. Bisogna evidenziare come questo processo sinodale si sta dimostrando un vero e proprio fallimento. Nelle parrocchie, unico luogo ove veramente la fede viene vissuta con semplicità e senza le ambizioni dei laici professoroni, del sinodo non si parla affatto. La gente semplice ha ben altre preoccupazioni. Il clero è in gran parte disinteressato a questo evento perchè ha ben chiaro il fine di tutto questo circo che, peraltro, fa perdere allo Stato della Città del Vaticano decine di migliaia di euro. Il fine è quello di dar voce a persone che hanno il dente avvelenato contro la Chiesa. In primo luogo abbiamo le donne che hanno l'ambizione di ricoprire ruoli di potere, di poter celebrare Messa e di comandare. Il fatto che il Papa non si renda conto che in realtà nella maggior parte delle parrocchie ci sono parroci che sono vittime dello strapotere delle quattro megere di turno ci fa comprendere come Bergoglio non abbia mai messo piede in una parrocchia. L'Instrumentum Laboris, però, è tutto un attacco al "clericalismo" e una lamentela del fatto che queste donne non hanno abbastanza potere. Ora, se non fossimo completamente piegati al mainstream, ci renderemmo conto che chi piagnucola per ottenere potere forse non ha ben chiaro cosa sia la Chiesa Cattolica.
Perchè, ricordiamolo bene anche a quei vescovi che vogliono a tutti i costi apparire "in linea con Papa Francesco", quando ci si ritrova a discutere con quelle realtà laicali, fatte in prevalenza da donne, che si oppongono a ciò che il vescovo dice e creano vere e proprie fazioni che allontanano le persone dalla Chiesa non possiamo metterci a sbraitare negli episcopi dicendo che "questi laici sono prepotenti". Noi non ci rendiamo conto che con questo sinodo stiamo attaccando il ministero ordinato, ovvero stiamo attaccando ciò che Cristo stesso ha desiderato più di qualunque cosa, e stiamo dando potere ai laici senza neppure preoccuparci del fatto che, a livello squisitamente canonico, non avremo alcuna competenza su di loro e non potremo fare alcunché qualora creassero dei casini. Sia chiaro, casino è una parola che utilizziamo perchè è stata sdoganata da Papa Francesco.
Quante volte, anche in parrocchia e in oratorio, ci sono persone che si avvicinano a noi dicendo: "Guardi padre io non vengo più perchè quella signora che fa parte del consiglio pastorale mi ha insultato, mi ha maltrattato, ecc". Quante volte? Eccellenze Reverendissime, quelle poche volte che accade perchè è il prete ad essere scorbutico interveniamo subito richiamando il sacerdote ma quando il problema è la laica arrogante cosa facciamo? Nulla, perchè sul laico non c'è possibilità di azione. La soluzione, quindi, qual è? Quella di dare sempre più potere a queste persone? Dei geni!
Senza dimenticare che alcuni ruoli non possono essere ricoperti né dalle donne né dagli uomini che non sono ordinati. Alcuni ruoli possono essere ricoperti solo da chi è stato ordinato. I laici non hanno potestà di giurisdizione!
Seminari: una formazione in pericolo
Da anni c'è chi continua a voler introdurre le donne all'interno dei seminari. In passato era impensabile che le donne mettessero piede in una realtà dove ci sono solo uomini chiamati al celibato. Oggi, invece, qualcuno non solo le vuole dentro ma ha anche una idea malsana di questa "presenza femminile". Del resto, lo abbiamo visto chiaramente dalle affermazioni del Papa qual è la sua idea dei seminari e a cosa dovrebbero servire le donne dentro alle strutture formative. Qualcuno sorride ma qui c'è ben poco da ridere, siamo davvero alla frutta!
I punti che ritroviamo all'interno del testo e che riguardano la formazione presbiterale sono preoccupanti. Possiamo leggere: «Dai contributi delle Conferenze Episcopali emergono richieste concrete da sottoporre all’esame della Seconda Sessione, tra cui: a) la promozione di spazi di dialogo nella Chiesa, in modo che le donne possano condividere esperienze, carismi, competenze, intuizioni spirituali, teologiche e pastorali per il bene di tutta la Chiesa; b) una più ampia partecipazione delle donne nei processi di discernimento ecclesiale e a tutte le fasi dei processi decisionali (elaborazione e presa delle decisioni); c) un più ampio accesso a posizioni di responsabilità nelle Diocesi e nelle istituzioni ecclesiastiche, in linea con le disposizioni già esistenti; d) un maggiore riconoscimento e un più deciso sostegno alla vita e ai carismi delle Consacrate e il loro impiego in posizioni di responsabilità; e) l’accesso delle donne a posizioni di responsabilità nei Seminari, negli Istituti e nelle Facoltà teologiche; f) l’aumento del numero delle donne che svolgono il ruolo di giudice nei processi canonici. I contributi continuano inoltre a chiedere attenzione all’uso del linguaggio e di una serie di immagini tratte dalle Scritture e dalla tradizione nella predicazione, nell’insegnamento, nella catechesi e nella redazione dei documenti ufficiali della Chiesa» e ancora «Infine, assai marcata è stata l’insistenza sulla necessità di una formazione comune e condivisa, a cui prendano parte insieme uomini e donne, Laici, Consacrati, Ministri ordinati e Candidati al Ministero ordinato, permettendo così di crescere nella conoscenza e nella stima reciproca e nella capacità di collaborare. Ugualmente, si richiede di prestare particolare attenzione alla promozione della partecipazione delle donne ai programmi di formazione, a fianco di Seminaristi, Sacerdoti, Religiosi e Laici. Di importanza cruciale è anche il loro accesso ai ruoli di docente e formatore nelle Facoltà e Istituti teologici e nei Seminari. Si suggerisce ancora di offrire a Vescovi, Presbiteri e Laici una formazione su quali compiti le donne possono già svolgere nella Chiesa e di promuovere una valutazione dell’effettivo ricorso a queste opportunità in tutti gli ambiti della vita della Chiesa: Parrocchie, Diocesi, associazioni laicali, movimenti ecclesiali, nuove comunità, vita consacrata, istituzioni ecclesiastiche, fino alla Curia Romana. Alla revisione della formazione dei Candidati al Ministero ordinato (Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis) in prospettiva sinodale missionaria è dedicato il lavoro del Gruppo di studio n. 4. Una richiesta proveniente da tutti i continenti è quella di curare la formazione alla predicazione. Infine emerge il bisogno di una formazione condivisa, teorica e pratica, al discernimento comunitario all’interno dei diversi contesti locali».
All'interno dei seminari c'è bisogno, lo abbiamo detto più volte, di persone competenti che possano contribuire alla formazione umana, sessuale, affettiva, psicologica, culturale e spirituale del candidato al ministero ordinato. A farlo devono essere presbiteri, non donne. Per quanto riguarda le facoltà teologiche, inoltre, devono avere la precedenza i ministri ordinati a patto che siano preparati. Già oggi ci sono donne che insegnano nelle facoltà teologiche. Dobbiamo pensare che sono lì solo perchè donne? Una donna non si sente umiliata da queste considerazioni? Se a noi dicessero che veniamo scelti solo perchè siamo uomini e non per la nostra preparazione, sinceramente la cosa ci farebbe ribrezzo. Come al solito, però, qui non c'è coerenza ma solo ideologia. Il fatto, poi, che Francesco abbia affidato a determinati personaggi, di questo medesimo pensiero, la revisione della Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis è preoccupante. C'è solo da sperare che il Signore intervenga prima che si pubblichi qualunque cosa.
d.M.S
Silere non possum