In una lettera indirizzata ai vescovi italiani il Presidente e il Segretario della Conferenza Episcopale Italiana hanno espresso «i più sentiti auguri a tutte le comunità, rinnovando l'impegno a pregare per la pace nel mondo». «Condividiamo - scrivono - alcuni pensieri che abbiamo ricevuto in queste settimane dal Cardinale Mario Zenari, Nunzio Apostolico a Damasco, e da Fr. Francesco Patton, Custode di Terra Santa. Conosciamo la situazione che diversi Paesi del Medio Oriente stanno vivendo ormai da diverso tempo, al pari di altri luoghi del mondo spesso dimenticati. Mentre accogliamo il Signore che viene tra noi e contempliamo il mistero del Dio fatto carne, il nostro pensiero e la nostra preghiera vanno proprio al dolore profondo che sta dilaniando intere nazioni. "La Chiesa e la popolazione siriana - ci ha scritto il Cardinale Zenari - è vivamente riconoscente alla C.E.I. per il generoso sostegno a vari progetti umanitari in questi anni di guerra. Possano le varie espressioni di vicinanza animare in questo momento la speranza di questa martoriata popolazione che dopo tanti anni di guerra e sofferenza attende di vedere una luce in fondo al tunnel"». 

Richiamando il messaggio del Custode di Terra Santa, Zuppi e Baturi scrivono: "Sappiamo che gli sviluppi del confronto in atto sono imprevedibili. Le chiedo perciò di sollecitare anche la Conferenza Episcopale Italiana a pregare per la pace in Siria, martoriata da lunghi anni di guerra e violenze, senza dimenticare gli altri teatri di guerra nei quali ci troviamo ad operare o che ci toccano da vicino (Libano, Israele, Palestina e Gaza)". E invitano i presuli ad accogliere «gli inviti a invocare il dono della pace per tutti i Paesi in conflitto». 

Poi l'appello affinché «Tacciano le armi e splenda la luce della speranza! Nella Messa della Notte di Natale ascolteremo nuovamente le parole di Isaia: «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse» (Is 9,1). Sono parole che continuano a suonare come un augurio ancora attuale». 

«Se manca la luce - spiegano i vertici della CEI - sopraggiunge lo smarrimento, il disorientamento. Cristo viene tra noi perché la Luce possa continuare a brillare, a splendere nei nostri cuori e tra di noi, a incoraggiare il nostro essere "artigiani di pace". Avremo modo di vivere questo impegno, aprendo il 29 dicembre le Porte Sante nelle nostre Chiese locali, in occasione del Giubileo 2025. Sarà un momento di gioia e di grande spiritualità, che motiva anche la nostra responsabilità nella società».