The Pope writes a message on the occasion of the twinning of the two shrines dedicated to the Virgin of Guadalupe
    “Caro fratello, è con
 grande gioia che desidero inviarvi i miei saluti in occasione del 
gemellaggio dei due santuari dedicati alla Beata Vergine Maria, sotto il
 titolo di Nostra Signora di Guadalupe”. 
    Con queste parole, Sua Santità Francesco ha indirizzato un messaggio all’Arcivescovo di Toledo.
    Nella
 Basilica del Monastero Reale di Santa María de Guadalupe in Spagna, 
infatti, oggi ha avuto luogo la firma del gemellaggio tra i Santuari 
della 
    Morenita de las Villuercas e della Morenita del Tepeyac.
        Il
 Primate di Spagna, S.E.R. Mons. Francisco Cerro Chaves, con una lettera
 indirizzata a S.E.R. Mons. Bernardito Cleopas Auza, Nunzio Apostolico 
in Spagna, aveva espresso il desiderio che il Santuario avesse una 
maggiore rilevanza internazionale, affinché i pellegrini di tutto il 
mondo potessero continuare 
    “a venire a prostrarsi ai piedi della 
Vergine di Guadalupe e a ricevere le grazie che Ella distribuisce da 
questo luogo santo, che è Casa di Maria e Casa di guarigione”.
    
     
        Mons. Francisco Cerro Chaves, ha evidenziato che una delle iniziative emerse da questo Anno di Grazia è il “Gemellaggio del Santuario della Vergine di Guadalupe con altri importanti Santuari mariani in Spagna e nel mondo”.
 Il 12 febbraio 2023, infatti, il Primate del Messico è giunto in Spagna
 per questo momento importante che ha attirato anche l’attenzione del 
Sommo Pontefice, il quale ha voluto inviare un messaggio.
    
        “Maria, nostra Madre – ha scritto Francesco –
 è sempre un legame di comunione per il suo Popolo. Sia la Scrittura che
 la tradizione apostolica la mostrano riunire gli apostoli e la comunità
 intorno a lei in un’atmosfera di preghiera. Così si esprime san Luca 
negli Atti degli Apostoli: “Erano tutti strettamente uniti e si 
dedicavano alla preghiera, insieme ad alcune donne, Maria madre di Gesù e
 i suoi fratelli” (1,14). Questa esperienza fondante della prima 
comunità cristiana trascende il tempo e il luogo, e la Madre di Gesù, in
 modo semplice, continua a chiamarci. Questo è stato espresso in molti 
luoghi del mondo con l’invito a costruire un tempio che fosse una casa 
con le porte sempre aperte a tutti, una casa di preghiera e di 
comunione”.
        
    
        E continua: “Oggi siete chiamati a raccolta 
dal dolce nome di Maria, più precisamente da un’antica invocazione che 
nelle sue radici etimologiche ci parla già di miscegenazione, di 
incontro con Dio e con gli uomini. Mestizaje perché gli studiosi non 
sono d’accordo se leggere il titolo “Guadalupe” in arabo, latino o 
        nahuatl. Ma
 è curioso che quello che potrebbe essere visto come un conflitto, in 
realtà può essere letto come un ammiccamento dello Spirito Santo che fa 
sentire il suo messaggio d’amore nella lingua di ciascuno.
         
Così, in arabo la parola potrebbe suonare come “fiume nascosto”, come 
quella sorgente di acqua viva che Gesù promette alla Samaritana, quella 
forza di grazia che, anche in tempi di rifiuto e incomprensione, 
mantiene viva la Chiesa (cfr. Gv 4,10). Come pastori, questa allusione 
dovrebbe essere uno sprone per noi, per cercare sempre nell’altro quel 
fiume nascosto di grazia, quell’Amore di Dio che lo rende un tesoro 
inestimabile. Tutto cambierebbe se, come la Madonna, riuscissimo a 
vedere nell’altro quel segreto nascosto, quanti fallimenti e conflitti 
eviteremmo”. 
        
    
        “Tuttavia – prosegue il Papa – 
mescolandosi al latino, la parola ci parlerebbe di un “fiume di lupi” e,
 in questo senso, di un’oasi di pace per coloro che sono turbati dai 
propri peccati, dalla violenza, da tante guerre interne ed esterne che 
rendono l’uomo un lupo per l’uomo. È lo stesso fiume nascosto di grazia 
che nel dialogo con Gesù ci mostra la nostra realtà (v. 29), aprendoci 
alla speranza. Come San Francesco, nel suo famoso incontro con il lupo, 
la Vergine Maria ci sfida ancora una volta ad essere lievito di 
comunione e riconciliazione tra Dio e gli uomini, incoraggiando i 
numerosi fedeli che si recano al santuario per questo scopo. 
        Infine, unendo le radici messicane, Nostra
 Signora di Guadalupe viene proclamata come colei che vince il serpente,
 con una toccante evocazione del protovangelo della Genesi.
         
L’Immacolata è dunque la vera madre di tutti i viventi; di coloro che 
oggi sono stati chiamati a raccolta in questo santuario, insieme ai loro
 pastori, per proclamare la loro fede nel Figlio di Dio, in Colui che, 
facendo nuove tutte le cose, ha riconciliato a sé il mondo. Vi 
incoraggio a far nascere nei cuori degli uomini e delle donne del nostro
 tempo quel fiume di acqua viva che sale verso il cielo, per adorare Dio
 in Spirito e Verità (cfr. vv. 14, 23)”. 
        
    
     
    Preghiera e fraternità
    La celebrazione è stata preceduta da un triduo molto sentito. S.E.R. Mons. 
    Bernardito Cleopas Auza ha celebrato l'Eucarestia l'11 febbraio 2023, poi il Primate del Messico, S.E.R. il Sig. Cardinale Carlos Aguiar Retes, ha presieduto la Santa Messa nel secondo giorno del triduo e il 13 febbraio 2023 l'Arcivescovo Cerro ha presieduto la Solenne Celebrazione Eucaristica con lo scambio del documento di gemellaggio fra i due santuari. 
    Nella sua lettera al Nunzio Apostolico, l'Arcivescovo Cerro ha anche ricordato che un'altra delle iniziative scaturite dall'Anno Giubilare di Guadalupe è la costruzione di una cappella dedicata alla Vergine di Guadalupe, nel Campo de los Pastores, a pochi chilometri dalla città di Betlemme. 
    "È una costruzione semplice, che, come una tenda - ha scritto il Primate - ospiterà più di 100 pellegrini che desiderano celebrarvi la Santa Messa, con un bel pannello di ceramica di Talavera de la Reina e il Puente del Arzobispo sullo sfondo, raffigurante l'apparizione della Vergine Maria al pastore Gil Cordero".
    S.I.
    Silere non possum