The archbishop of Turin invites young people to a series of meetings.

“Quando si pensa a voi in positivo, lo si fa solo in termini di profitto economico che si potrebbe trarre dalle nuove generazioni”. A scriverlo è l’arcivescovo di Torino Roberto Repole che con una lettera si rivolge ai giovani della sua diocesi invitandoli ad intraprendere un cammino di incontri proprio con il loro vescovo.

“Soprattutto – continua il presule – sono molto dispiaciuto del fatto che pochissimi sappiano offrirvi qualcosa per cui possiate sognare e guardare con fiducia al futuro. Sono ormai una rarità coloro che sanno dirvi per che cosa vale la pena di vivere”. 

Poche cose ha chiesto ai giovani: curiosità e cordialità“La curiosità per chiederti che cosa sia la fede cristiana e come desiderano vivere i cristiani. La cordialità per fare un’esperienza di incontro gioioso con molti altri giovani come te”, ha scritto.

Gli incontri si terranno il venerdì sera alle ore 21:

  • Venerdì 17 novembre 2023: Il giovane ricco
  • Venerdì 15 dicembre 2023: La Maddalena
  • Venerdì 16 febbraio 2024: Pietro
  • Venerdì 15 marzo 2024: il Paralitico
  • Venerdì 12 aprile 2024: La Samaritana
  • Venerdì 17 maggio 2024: Nicodemo

“Ti invito con tutto il cuore, comunque tu sia. Non mi importa che tu frequenti già la parrocchia oppure non lo faccia; che tu appartenga a un movimento o no; che sia studente o lavoratore; che tu sia credente convinto oppure dubbioso…”, ha concluso l’arcivescovo.

S.I.

Silere non possum

Lettera dell'Arcivescovo Repole ai giovani di Torino

Carissima, carissimo,

so bene che sarebbe più facile comunicare con te utilizzando i social e scrivendoti pochissime parole.

Ho deciso ugualmente di raggiungerti con questa piccola lettera. Non mi sarebbero bastati pochi caratteri per dirti ciò che mi sta a cuore. Ma non preoccuparti, sarò brevissimo.

Ci tengo a dirti che ho una grande fiducia in voi giovani. Penso che abbiate delle potenzialità sconosciute a noi adulti. Guardo con ammirazione alla vostra sensibilità per la custodia della Terra, per la convivenza di popoli diversi, per l’accoglienza di ogni essere umano comunque egli sia… che andrebbe accolta con generosità e intelligenza.

Ma vedo anche che la nostra società fa un’enorme fatica a farvi spazio, a concedervi di costruirvi un futuro vostro, a darvi quelle possibilità che sono state concesse alle generazioni precedenti. Si parla spesso di voi come di un problema, invece che come una risorsa. E, quando si pensa a voi in positivo, lo si fa solo in termini di profitto economico che si potrebbe trarre dalle nuove generazioni.

Soprattutto sono molto dispiaciuto del fatto che pochissimi sappiano offrirvi qualcosa per cui possiate sognare e guardare con fiducia al futuro. Sono ormai una rarità coloro che sanno dirvi per che cosa vale la pena di vivere.

Per questo ho pensato di invitarti nella Cattedrale di Torino, per incontrarti con una certa regolarità. Mi piacerebbe che in queste occasioni tu potessi riscoprire, senza pregiudizi, che cosa sia il cristianesimo e sperimentare che è qualcosa di bello e vitale, che può donarti pace e può cambiare radicalmente la tua vita.

Ti invito con tutto il cuore, comunque tu sia. Non mi importa che tu frequenti già la parrocchia oppure non lo faccia; che tu appartenga a un movimento o no; che sia studente o lavoratore; che tu sia credente convinto oppure dubbioso…

L’unica cosa che ti chiedo è un po’ di curiosità e un po’ di cordialità.

La curiosità per chiederti che cosa sia la fede cristiana e come desiderano vivere i cristiani.

La cordialità per fare un’esperienza di incontro gioioso con molti altri giovani come te.

Ti abbraccio con affetto!

Roberto Repole

Arcivescovo di Torino e vescovo di Susa