Città del Vaticano - Dieci anni dopo la canonizzazione dei coniugi Luigi e Zelia Martin — i genitori di Santa Teresa di Gesù Bambino — Papa Leone XIV ha inviato un Messaggio al Vescovo di Séez, Monsignor Bruno Feillet, in occasione delle celebrazioni che si svolgono ad Alençon, nella diocesi dove la coppia visse e si santificò nella vita coniugale.
Il Papa definisce l’anniversario “un’occasione per far meglio conoscere la vita e i meriti di questi sposi e genitori incomparabili”, affinché “le famiglie, tanto care al cuore di Dio ma talvolta così fragili e provate, possano trovare presso di loro il sostegno e le grazie necessarie per proseguire il cammino”.
Il pontefice, riprendendo le parole del cardinale Martins pronunciate alla beatificazione dei Martin, sottolinea che Luigi e Zelia “non si sono santificati malgrado il matrimonio, ma attraverso, dentro e per il matrimonio”. È questa la chiave di volta del messaggio di Leone: la santità vissuta nell’ordinarietà, dentro la trama quotidiana dell’amore fedele e fecondo.
“In questi tempi turbati e disorientati…”
Il passaggio più forte del testo è anche quello che più riflette la linea dottrinale di Leone XIV sul matrimonio e la famiglia. Il Papa scrive: “In questi tempi turbati e disorientati, in cui tanti contro-modelli di unioni effimere, individualiste ed egoiste, dai frutti amari e deludenti, vengono proposti ai giovani, la famiglia – così come il Creatore l’ha voluta – può sembrare superata o noiosa. Luigi e Zelia Martin dimostrano il contrario: furono felici, profondamente felici, donando la vita, irradiando e trasmettendo la fede, vedendo le loro figlie crescere e fiorire sotto lo sguardo del Signore.”
Dietro questa espressione, lucida e diretta, si scorge una visione teologica precisa: il matrimonio, secondo la volontà del Creatore, è l’unione stabile tra un uomo e una donna, fondata sull’amore fedele e aperta alla vita. Tutte le altre forme di relazione - definite dal Papa “contro-modelli di unioni effimere, individualiste ed egoiste” - non conducono alla pienezza della persona ma producono, scrive, “frutti amari e deludenti”.
Leone XIV mette in guardia dal rischio di concepire la libertà come autosufficienza e l’amore come consumo emotivo. La famiglia, invece, resta il luogo dell’alleanza, della trasmissione della fede, dell’educazione e della crescita reciproca. “Luigi e Zelia - ricorda il Papa - furono felici donando la vita”, cioè uscendo da sé stessi, vivendo l’amore come dono totale e non come possesso o sperimentazione passeggera.
La santità nel quotidiano
Nel messaggio, Leone XIV delinea la figura dei Martin come icona della “santità ordinaria”, quella che Papa Francesco definiva “dei santi della porta accanto”. Eppure, pur citando implicitamente quella categoria, Leone XIV la riempie di contenuto dottrinale: l’ordinarietà, per i Martin, era abitata da una presenza straordinaria di Dio. “Dio per primo servito” — il loro motto familiare — diventa il principio regolatore di ogni scelta, anche economica e sociale.
Il Pontefice descrive la loro casa come una piccola chiesa domestica: “Che gioia ritrovarsi la Domenica, dopo la Messa, attorno alla tavola dove Gesù è il primo invitato”. La fede, così, non è un sentimento privato, ma una forma concreta di vita comunitaria, che si esprime nel lavoro, nell’impegno ecclesiale e nella solidarietà.
La lezione dei Martin per oggi
“Cari sposi — scrive Leone XIV — vi invito a perseverare coraggiosamente nel cammino, talvolta difficile ma luminoso, che avete intrapreso. Mettete Gesù al centro delle vostre famiglie.” È un appello alla resistenza spirituale in un tempo che tende a dissolvere i legami e a relativizzare ogni forma di appartenenza. Luigi e Zelia Martin diventano, così, una risposta vivente al disorientamento contemporaneo: la prova che la felicità non è nell’individualismo, ma nella fedeltà a una vocazione che si dona e si apre alla vita.
In un’epoca che celebra l’effimero, Leone XIV indica una gioia stabile, radicata nel dono e nella grazia. La conclusione del Messaggio lega tutto in un’unica immagine: “Come avrebbe potuto Teresa amare così tanto Gesù e Maria se non lo avesse imparato dai suoi santi genitori fin dalla prima infanzia?”. In quella domanda c’è la sintesi di tutto il magistero del Papa sulla famiglia: la santità si eredita solo dove si ama fino in fondo.
p.M.C.
Silere non possum