Città del Vaticano – Si è concluso questa mattina, con l’Udienza concessa da Papa Leone XIV nell’Aula Paolo VI, il Convegno di studio organizzato dal Dicastero delle Cause dei Santi “La mistica. I fenomeni mistici e la santità”, svoltosi dal 10 al 13 novembre presso la Pontificia Università Urbaniana. Un appuntamento che ha riunito teologi, storici, esperti di spiritualità e studiosi delle diverse tradizioni religiose per affrontare un tema tanto affascinante quanto delicato: che cosa costituisce davvero l’esperienza mistica e quale ruolo svolgono i fenomeni straordinari nel discernimento della santità.
Un percorso in quattro giorni
Il Convegno ha preso il via lunedì 10 novembre con il saluto del cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi. A seguire, l’arcivescovo Felice Accrocca ha offerto una prolusione d’impianto storico e teologico sui nodi problematici della mistica, mentre don Franco Manzi ha mostrato come la Scrittura, da Ezechiele a Paolo, custodisca già un repertorio complesso di esperienze spirituali profonde e talvolta spiazzanti.
La giornata di martedì ha tracciato un attraversamento della mistica medievale, della sua relazione con la teologia e della costante esigenza di discernimento ecclesiale. Il cardinale Víctor Manuel Fernández ha illustrato le Norme pubblicate nel 2024 dal Dicastero per la Dottrina della Fede sui presunti fenomeni soprannaturali, ponendo l’accento sulla necessità di evitare tanto ingenuità devozionalistiche quanto diffidenze pregiudiziali. Nel pomeriggio, l’approfondimento ha spaziato dalla dottrina teresiana del Carmelo — con l’intervento di p. Emilio Martínez González — alle vie della mistica laicale e alla dimensione contemplativa nel sacerdozio e nella vita consacrata, analizzate da suor Chiara Codazzi e da p. Raffaele Di Muro.
Mercoledì la prospettiva si è allargata al confronto con altre tradizioni religiose: il misticismo ebraico, il sufismo islamico, la poesia devozionale dell’India meridionale. La sezione più attesa, dedicata ai criteri di discernimento dei fenomeni mistici, è stata guidata dal carmelitano p. Luigi Borriello. Le conclusioni, affidate nuovamente al cardinale Semeraro, hanno preparato l’Udienza con il Santo Padre, ultimo momento del percorso.
Il discorso di Papa Leone XIV: al centro, il frutto della comunione con Dio
Accogliendo i partecipanti oggi nell’Aula Paolo VI, Papa Leone XIV ha proposto una sintesi nitida e teologicamente densa dell’intero Convegno. Il Pontefice ha ricordato che la mistica non coincide con i fenomeni straordinari, ma con l’intima unione d’amore con Dio che si manifesta nei frutti della vita, secondo il criterio evangelico: «Ogni albero si riconosce dal suo frutto».
Il Papa ha insistito su tre punti essenziali:
I fenomeni straordinari sono secondari
Visioni, estasi, oscurità interiori — ha osservato — possono accompagnare l’esperienza di Dio, ma «restano secondari e non essenziali». Se presenti, hanno senso solo se orientati all’edificazione della Chiesa, mai come privilegio o distinzione individuale.
Il criterio fondamentale è la conformità alla volontà di Dio
Risuonano qui le voci classiche della spiritualità. Papa Leone XIV cita Santa Teresa d’Avila, per la quale la perfezione non consiste nei rapimenti ma nella perfetta conformità del volere umano al volere divino. E richiama San Giovanni della Croce, che descrive la santità come un progressivo accordo tra la volontà di Dio e la nostra, fino alla trasformazione dell’anima nell’Amato.
Discernere con prudenza, evitando sia il sospetto sia la superstizione
L’esperienza mistica richiede un equilibrato lavoro di discernimento ecclesiale, lontano tanto dal sensazionalismo quanto dal rifiuto automatico. È un compito delicato, ha ribadito il Papa, affidato a persone che devono essere «umili e conformi all’insegnamento della Chiesa».
La santità come misura dell’umano
La conclusione del Pontefice ha riportato il discorso all’essenziale: al centro di ogni processo di canonizzazione sta la fama di santità e l’esercizio delle virtù eroiche, ciò che testimonia concretamente l’unione con Dio. La mistica non è un territorio esoterico riservato a pochi, ma un tratto della vita cristiana che interpella ogni battezzato. In un tempo che confonde spesso la ricerca spirituale con l’emotività o con forme autoreferenziali di introspezione, il Convegno — e le parole del Papa — richiamano alla responsabilità del discernimento, alla serietà della vita interiore e al primato della carità come segno concreto dell’incontro con Dio.
Con un invito finale alla fiducia e alla sapienza, Papa Leone XIV ha impartito la benedizione apostolica, chiudendo quattro giorni di studio che hanno restituito alla mistica il suo volto più autentico: non lo straordinario, ma la trasparenza del cuore che si lascia trasformare dall’Amore.
d.E.B.
Silere non possum