Con una lettera indirizzata a tutti i frati e le monache dell'Ordine Carmelitano il Reverendo Preposito, P. Miguel Márquez Calle O.C.D. ha voluto porre l'attenzione su un tema particolarmente serio: «Il problema dell’abuso di potere nella Chiesa è più ampio delle molestie o degli abusi sessuali. L’abuso sessuale è una delle espressioni dell’abuso di potere». Si tratta di un testo molto prezioso che offre un chiaro indirizzo. Silere non possum aveva, nei giorni scorsi, parlato di questa grave deriva nella Chiesa [qui].
Cos’è l’abuso di potere? si è chiesto il Preposito. «L’abuso di potere - ha scritto - è un oltrepassare le proprie competenze o semplicemente un oltrepassare il limite designato all’autorità ecclesiastica. Quando si parla di abusi bisogna soprattutto tenere conto di alcuni limiti dell’esercizio dell’autorità. Nella Chiesa l’autorità è servizio, e il modello è Gesù, che “non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10,45)».
Poi specifica: «A seconda dell’oggetto dell’abuso si può distinguere tra l’abuso di potere, che comporta l’oltrepassare le competenze giuridiche, e l’abuso spirituale, noto anche come abuso di coscienza, che comporta l’oltrepassare il foro o campo di azione stabilito. Nel diritto canonico esiste una distinzione tra foro esterno, che corrisponde a criteri oggettivi esterni, e foro interno, che corrisponde alla propria coscienza personale. Per foro interno si intende in senso stretto ciò che viene condiviso nella confessione o nella direzione spirituale. In questo senso, l’abuso spirituale è un immettersi in una sfera che corrisponde ad altre istanze, come l’ambito della coscienza, riservato al ministro del sacramento della Riconciliazione o alla Penitenzieria Apostolica». Tale preoccupazione deve trovare persone pronte a reagire e prevenire: «È quindi molto importante, e ve lo chiedo, che nei programmi di formazione dei Carmelitani Scalzi e delle Carmelitane Scalze, affrontiate le questioni relative al dialogo, alla sincerità, alla collaborazione, alla vera amicizia, specialmente ciò che riguarda l’affettività e la sessualità, in modo rispettoso e con l’aiuto di persone competenti. Possano i formandi trovare nei formatori e negli accompagnatori (che devono essere persone mature) la fiducia sufficiente per poter esprimere i traumi, le ferite, le difficoltà, le sfide e soprattutto le ricchezze che il dono della castità comporta. È un argomento sempre da maturare e sempre da coltivare senza angelismo, senza disprezzo per il corpo, riconoscendo la bellezza della creazione di Dio, vissuta con gratitudine e in famiglia-comunità. È una realtà che ha sempre bisogno di essere curata e accompagnata».
E conclude: «Oggi, camminare nella verità è per il Carmelo Teresiano denunciare ogni tipo di abuso e lavorare per trovare la giustizia e la carità. Non lasciamoci avvolgere dalla paura o dal falso rispetto. Dobbiamo avere paura delle bugie, non della verità. A tutti chiedo umiltà per lasciarci discernere e correggere, preghiera, coraggio, sincerità...».