Roma – Con una lettera riservata inviata a tutti i membri della Conferenza Episcopale Italiana, S.E.R. Mons. Giuseppe Baturi, Segretario Generale della CEI, ha messo in guardia i vescovi italiani circa l’attività della realtà nota come “Templari Oggi”, precedentemente denominata “Templari Cattolici d’Italia”, soppressa ufficialmente nel 2022.
La missiva, redatta in adempimento a un incarico ricevuto da S.E.R. il Card. Kevin Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, ricorda che l’associazione, di natura canonica e originariamente riconosciuta dalla Diocesi di Verona, è stata soppressa il 2 febbraio 2022 con decreto vescovile (Prot. N. 135/2022) firmato dal Vescovo Giuseppe Zenti. Nello stesso decreto, si leggeva che “non si è riusciti ad avere un dialogo aperto con i responsabili e non è stata resa possibile la visita canonica attraverso il Visitatore appositamente nominato per sciogliere i nodi in questione”.
Il provvedimento del Vescovo Zenti è stato confermato dal Dicastero vaticano competente nel 2023 e successivamente anche dal Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica nel 2024, chiudendo di fatto ogni legittimità ecclesiale per l’associazione.
Tuttavia, come si legge nella lettera della CEI, alcuni membri del gruppo continuano a operare in varie diocesi italiane presentandosi come realtà in comunione con i pastori della Chiesa, indossando la divisa dei “Templari Cattolici d’Italia” o “Templari Oggi” e prestando servizio volontario anche in contesti ufficiali come gli eventi del Giubileo.
Questo comportamento, secondo il Dicastero e la CEI, genera confusione e scandalo nei fedeli, inducendo erroneamente a credere che tali attività siano approvate dalla Chiesa. Mons. Baturi richiama quindi all’esercizio della massima prudenza e vigilanza, al fine di proteggere i fedeli da potenziali abusi spirituali o manipolazioni, evitando che persone in buona fede vengano coinvolte in dinamiche ecclesialmente non riconosciute.
La comunicazione riservata sottolinea come la situazione richieda attenzione per evitare ulteriori equivoci o danni alla comunione ecclesiale.
L.A.
Silere non possum
